L’amministrazione Trump si muove per inviare 8 miliardi di dollari in armi a Israele, aggirando alcuni legislatori

di Edward Wong e Robert Jimison, 

The New York Times, 8 febbraio 2025.  

Il Presidente Biden aveva annunciato la vendita di armi alla fine della sua amministrazione e il Presidente Trump la sta promuovendo subito dopo il suo incontro con il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Il Dipartimento di Stato ha notificato formalmente al Congresso l’intenzione di procedere con la vendita di oltre 8 miliardi di dollari in armi a Israele, aggirando un processo di revisione informale che era in corso in una commissione della Camera.

La mossa è avvenuta pochi giorni dopo che il Presidente Trump ha incontrato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e ha dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero “preso in consegna” la devastata Striscia di Gaza e l’avrebbero trasformata in una “Riviera del Medio Oriente”.

Il Dipartimento di Stato ha formalmente notificato al Congresso la sua intenzione venerdì 8 febbraio. Lo stesso giorno, il Pentagono ha diffuso due comunicati stampa, uno in cui affermava che avrebbe venduto a Israele 3.000 missili aria-terra Hellfire per un valore di 660 milioni di dollari, e un altro in cui affermava che avrebbe inviato 6,75 miliardi di dollari di bombe e kit di guida. Il Pentagono non ha emesso un comunicato stampa per la vendita di proiettili d’artiglieria, che in quanto vendita commerciale diretta non richiede al Dipartimento di rilasciare una dichiarazione dettagliata. I funzionari statunitensi hanno incluso anche altre bombe. Nel complesso, tutte le vendite hanno un valore di 8,4 miliardi di dollari.

L’amministrazione Biden aveva annunciato la vendita di 8 miliardi di dollari all’inizio di gennaio, poi ha inviato l’intero pacchetto alla Commissione Affari Esteri della Camera e alla Commissione Relazioni Estere del Senato per una revisione informale. Durante questo processo, i legislatori possono porre al Dipartimento di Stato domande dettagliate sulle vendite prima di decidere se approvarle o meno.

I due principali legislatori repubblicani delle commissioni hanno dato la loro approvazione, e alla fine l’ha data anche un senatore democratico, ma il rappresentante Gregory W. Meeks di New York, il principale democratico della commissione della Camera, ha deciso di utilizzare il processo di revisione per porre ulteriori domande.

Il Dipartimento di Stato ha proceduto con il pacchetto dopo che questo era rimasto in revisione informale per più di 20 giorni, il tempo tipico concesso ai legislatori senior per esaminare la vendita di armi a Israele. Il normale tempo di revisione informale varia a seconda del paese partner.

Le vendite continueranno quasi certamente senza ostacoli, poiché, per fermare gli ordini, il Congresso dovrebbe ottenere un voto di due terzi in entrambe le camere.

Dopo l’annuncio che le vendite sarebbero andate avanti nonostante le sue obiezioni, Meeks ha criticato aspramente quella che ha definito un’erosione di un precedente di lunga data, accusando l’amministrazione Trump di aver messo da parte il Congresso nella sua decisione di procedere con il trasferimento di armi.

“Continuo a sostenere le esigenze militari critiche di Israele che deve affrontare una serie di minacce regionali”, ha dichiarato Meeks in un comunicato. Ma il nostro sostegno, ha chiarito, non è incondizionato. Meeks si è impegnato in quelle che ha descritto come “strette consultazioni” con i funzionari dell’amministrazione sulle vendite, sollevando una serie di preoccupazioni, solo per scoprire che le sue richieste sono state accolte dal silenzio. L’amministrazione, ha detto, non ha fornito una documentazione significativa o una giustificazione per la sua decisione.

La mossa dell’amministrazione di effettuare le vendite era legittima, ma Meeks ha affermato che essa mostra “un palese disprezzo della prerogativa congressuale in uso da temo”. Più che una leggerezza burocratica, ha sostenuto Meeks, si tratta di una sfida fondamentale all’equilibrio dei poteri tra i diversi rami del governo.

Nel 2019, durante la sua prima amministrazione, Trump dichiarò una “emergenza” sull’Iran, permettendo a Mike Pompeo, allora Segretario di Stato, di procedere con l’invio di armi agli Emirati Arabi Uniti e all’Arabia Saudita, nonostante il Congresso stesse ancora ponendo domande sulle armi nel processo di revisione iniziale. La mossa di Pompeo portò a un’indagine da parte dell’ispettore generale del Dipartimento di Stato.

La notifica di venerdì 7 febbraio è stata inviata senza una dichiarazione di emergenza. Nel 2023, l’amministrazione Biden ha utilizzato un meccanismo simile per aggirare la supervisione del Congresso sulla vendita di armi a Israele, invocando la stessa clausola di emergenza.

Oltre al pacchetto da 8 miliardi di dollari, il Congresso sta esaminando la richiesta di Israele di una licenza per l’acquisto di 5.000 fucili d’assalto da produttori di armi americani. Il Dipartimento di Stato potrebbe presto sottoporre altre richieste di licenze per fucili d’assalto al Congresso per un esame informale. Durante l’amministrazione Biden, il Dipartimento di Stato ha bloccato una licenza che avrebbe permesso a Israele di acquistare 24.000 fucili d’assalto prodotti negli Stati Uniti. Nelle vendite commerciali dirette, un paese straniero deve chiedere al Dipartimento di Stato la licenza per acquistare armi da un’azienda statunitense.

Edward Wong si occupa di affari globali, politica estera degli Stati Uniti e Dipartimento di Stato.

https://www.nytimes.com/2025/02/08/us/politics/trump-israel-arms-weapons.html

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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