Visualizzare come Israele continua a rubare la terra palestinese

di Mohammed Haddad,   

Al Jazeera, 11 luglio 2024.  

Israele si è illegalmente appropriato quest’anno di una quantità di terra maggiore che negli ultimi 20 anni messi insieme.

Nel 2024, durante la guerra in corso a Gaza, Israele si è illegalmente impadronito di 23.700 km2 di terra palestinese nella Cisgiordania occupata. Più di tutta la terra di cui si è appropriato negli ultimi 20 anni messi insieme.

Il 2 luglio, le autorità israeliane hanno annunciato la più grande singola confisca in oltre 30 anni: 12.700 km2 nella Valle del Giordano.

È stata l’ultima di una serie di accaparramenti di terra annunciati quest’anno dal ministro delle finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich, che sovrintende alla pianificazione degli insediamenti.

Israele ha confiscato più di 50 km2 di terra palestinese dal 1998 secondo Peace Now, un gruppo di osservazione israeliano anti-insediamenti.

In questa spiegazione visiva, Al Jazeera analizza la terra che Israele ha rubato ai palestinesi.

1917 – Prima del Mandato Britannico in Palestina

Quando il dominio ottomano del Levante ebbe fine, gli ebrei possedevano circa il 3% della terra in Palestina.

Durante la prima guerra mondiale, la Gran Bretagna fece accordi per ottenere il sostegno di vari gruppi in Medio Oriente. Il risultato più importante fu la Dichiarazione di Balfour del 1917, che promise “l’istituzione in Palestina di una dimora nazionale per il popolo ebraico”.

Il Mandato facilitò l’immigrazione ebraica dall’Europa alla Palestina dal 1910 agli anni ‘40, portando la popolazione ebraica della Palestina al 33% nel 1947.

La Palestina storica era di 26.790 km2, all’incirca la dimensione di Haiti (27.750 km2). Suddivisa in 100 quadrati, la proporzione è come illustrato nella seguente figura:

 

1948 – Nakba

Il 14 maggio 1948, il Mandato Britannico terminò e i leader sionisti annunciarono che avrebbero dichiarato un loro stato, scatenando la prima guerra arabo-israeliana.

Le bande sioniste espulsero circa 750.000 palestinesi e conquistarono il 78% della terra. Il restante 22% fu suddiviso tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza.

La Cisgiordania è l’area a forma di fagiolo sulla riva occidentale del fiume Giordano.

Ha un’area di 5.655 km2, circa 15 volte più grande della Striscia di Gaza (365 km2) che confina con l’Egitto.

Nel 1950, Israele emanò la legge sulla proprietà degli assenti, che gli permise di confiscare le proprietà palestinesi i cui proprietari erano stati costretti a trasferirsi nel 1948.

1967 – Naksa

Durante la guerra del giugno 1967, Israele occupò tutta la Palestina storica – compresa Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est –, le Alture siriane del Golan e la penisola egiziana del Sinai.

Poco dopo la guerra, Israele iniziò a stabilire colonie nei territori occupati, violando la Quarta Convenzione di Ginevra che vieta a una potenza occupante di trasferire la sua popolazione nella zona che occupa.

Le colonie israeliane sono illegali ai sensi del diritto internazionale e vengono spesso citate come il principale ostacolo a qualsiasi accordo di pace duraturo nell’ambito di una soluzione a due stati.

La penisola del Sinai è stata restituita all’Egitto nel 1982 come parte di un trattato di pace del 1979; le altre aree rimangono sotto il controllo israeliano.

1980 – Israele annette Gerusalemme Est

Gerusalemme Est è sul lato palestinese della linea di armistizio del 1949 – o Linea Verde – il confine generalmente riconosciuto tra Israele e la Cisgiordania occupata.

Gerusalemme Est ha una dimensione di circa 70 km2 e comprende la Città Vecchia dove si trovano alcuni dei siti più sacri del cristianesimo, dell’Islam e del giudaismo.

Tra questi il complesso della moschea al-Aqsa, il Muro del Pianto o Muro Occidentale, la Cattedrale di San Giacomo e la Chiesa del Santo Sepolcro.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la Risoluzione 478, dichiarando “nulla e priva di validità” la Legge di Gerusalemme e chiedendo agli stati membri di ritirare le loro missioni diplomatiche dalla città.

Sul terreno, la legge ha avuto profonde implicazioni per i palestinesi, tra cui ulteriori spostamenti, perdita di proprietà e diritti di residenza e movimento limitati.

Il 14 dicembre 1981, Israele annette unilateralmente le Alture del Golan siriane.

Annessioni e conquiste di territorio sono illegali secondo la legge internazionale.

1993-1995 – Accordi di Oslo

Gli accordi di Oslo, il primo accordo di pace diretto israelo-palestinese, hanno portato alla formazione dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), che avrebbe dovuto governare la sicurezza interna, l’amministrazione e gli affari civili nelle aree di autogoverno per un periodo transitorio di cinque anni.

Sotto Oslo, la Cisgiordania occupata è divisa in tre aree:

Area A. Inizialmente il 3% della Cisgiordania occupata, che è arrivato al 18% nel 1999. L’ANP controlla la maggior parte degli affari interni mentre Israele controlla la sicurezza esterna, il che significa che ha il diritto di entrare in qualsiasi momento.

Area B. Circa il 22% della Cisgiordania. È governata dall’Autorità Palestinese insieme a Israele che controlla la sicurezza esterna.

Area C. Comprende il 60% della Cisgiordania. Sotto Oslo, il controllo di questa zona doveva essere consegnato all’ANP, ma Israele controlla tutte le questioni, tra cui la sicurezza, la pianificazione e la costruzione.

2002 – Il muro di separazione israeliano

Nel 2002, Israele ha iniziato la costruzione di un muro che attraversa la Cisgiordania per oltre 700 km, dividendo villaggi, circondando città e separando famiglie.

Israele afferma che il muro è necessario per la sua sicurezza, ma il muro non segue la Linea Verde e l’85% di esso è edificato sul territorio occupato della Cisgiordania.

La barriera, che ha l’altezza di un edificio di due piani, attraversa Gerusalemme Est occupata, l’Area C e parti dell’Area B, occupando, secondo i calcoli di B’Tselem che è la principale organizzazione israeliana per i diritti umani, più di 500 km quadrati (10%) della Cisgiordania.

2024 – Ulteriori accaparramenti di terra e colonie illegali

Oggi, 700.000 coloni vivono in circa 300 insediamenti e avamposti sparsi nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est.

Il ministro delle Finanze – e colono – Smotrich si è infuriato con i cinque paesi che hanno formalizzato il riconoscimento dello Stato di Palestina.

Per tutta risposta, ha detto: “Per ogni paese che riconosce unilateralmente lo stato palestinese, noi stabiliremo una colonia”, promettendo un milione di nuovi coloni nella Cisgiordania occupata per impedire la creazione di uno stato palestinese.

Le colonie e le loro infrastrutture, comprese le strade di circonvallazione a uso esclusivo degli israeliani, occupano circa il 35% del territorio di Gerusalemme Est e circa il 10% della Cisgiordania.

A gennaio, almeno una dozzina di membri del governo israeliano, tra cui alcuni del partito Likud del primo ministro Benjamin Netanyahu, hanno partecipato a una conferenza in cui si richiedeva la ricostruzione delle colonie israeliane a Gaza e si incoraggiava il trasferimento dei palestinesi che ci vivono.

Per i milioni di palestinesi sotto occupazione, l’espansione degli insediamenti e la confisca delle terre sono un chiaro promemoria della diminuzione delle loro prospettive di autodeterminazione.

https://www.aljazeera.com/news/2024/7/11/how-israel-keeps-stealing-palestinian-land

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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