di Qassam Muaddi,
Mondoweiss, 15 novembre 2024.
Nonostante gli incessanti tentativi israeliani di rappresentare in modo ingannevole e di smantellare Hezbollah, l’organizzazione ha resistito. Uno sguardo alla storia e agli obiettivi del gruppo spiega il suo duraturo potere e mostra come molto di ciò che viene detto dai media occidentali non sia vero.
Negli ultimi mesi, mentre Israele continua la sua guerra contro il Libano, Hezbollah, in arabo “Partito di Dio” e chiamato anche “Resistenza islamica del Libano”, ha destato sempre più interesse nell’opinione pubblica. All’inizio di questa settimana, il nuovo ministro della Guerra israeliano Yizrael Katz ha annunciato la “sconfitta” di Hezbollah. Il gruppo ha risposto con un lancio di razzi senza precedenti e con ulteriori attacchi di droni su Haifa e Tel Aviv, mostrando la sua capacità di combattere.
All’inizio di ottobre, Israele ha iniziato la sua offensiva sul Libano con attacchi tramite l’esplosione di cercapersone che hanno ucciso decine di libanesi, soprattutto civili. Gli attacchi sono stati seguiti da una serie di omicidi dei principali leader militari di Hezbollah, culminati con l’assassinio del segretario generale di Hezbollah, Hasan Nasrallah, e poi del candidato più accreditato per la successione, il capo del consiglio esecutivo di Hezbollah, Hashem Safiyyudin. Israele ha quindi iniziato una massiccia campagna di bombardamenti nel sud del Libano, che si è estesa alla Valle della Beqaa e al Monte Libano, presumibilmente mirando agli arsenali missilistici di Hezbollah.
Ma Hezbollah non è crollato. Al contrario, ha incrementato la sua azione militare su base giornaliera, introducendo nella lotta razzi più pesanti e di più ampia portata e opponendo una ferma resistenza ai tentativi di incursione israeliana nel sud del paese.
Come durante la decennale guerra siriana, in cui Hezbollah ha giocato un ruolo importante, e come nel 2006, quando Hezbollah ha respinto un’altra offensiva israeliana in Libano, il gruppo è diventato oggetto di speculazioni, curiosità e narrazioni contraddittorie. Chi è dunque Hezbollah? Cosa vuole? Come funziona? E quanto di ciò che viene detto su di esso in Occidente e sui media è vero?
Libanese, Shia o pro-Palestina?
Hezbollah, in un certo senso, è il prodotto dell’incrocio di conflitti politici, settari, di classe e regionali nel Libano degli Anni Ottanta. Il gruppo è nato come risposta all’invasione e all’occupazione del Libano da parte di Israele nel 1982, ma le sue radici risalgono al movimento sciita, nato come movimento di protesta sociale. La maggior parte dei fondatori di Hezbollah avevano mosso i primi passi come attivisti nelle file del “Movimento dei diseredati”, avviato dal chierico e leader sociale iraniano-libanese Mousa Sadr a metà degli Anni Settanta, quando gli sciiti erano tra le comunità più emarginate e povere.
Mentre Israele attaccava ripetutamente il Libano per contrastare i combattenti della resistenza palestinese stanziati nel sud del paese, Mousa Sadr fu tra i primi a lanciare un appello alla resistenza libanese organizzata, fondando le “Legioni della Resistenza Libanese”, il cui acronimo in arabo si legge “Amal”, che significa anche “Speranza”. Il gruppo divenne presto la milizia sciita impegnata nella guerra civile, soprattutto dopo la scomparsa di Sadr nel 1978.
Dopo l’invasione israeliana del Libano e l’occupazione di Beirut nel 1982, il Partito Comunista libanese lanciò il “Fronte di Resistenza Nazionale Libanese”, a cui si unirono altri partiti di sinistra e nazionalisti, diventando la principale forza di resistenza a Israele. Fu allora che diversi attivisti islamici di Amal, di altri gruppi sciiti, di associazioni caritatevoli, di moschee e di associazioni di quartiere si incontrarono nella scuola religiosa islamica di Al-Muntazar, nella città di Baalbek, e decisero che occorreva una forza islamica che si dedicasse esclusivamente a resistere all’occupazione israeliana. La chiamarono “Hezbollah”, in riferimento al versetto 56 della Sura 5 del Corano, che recita “I partigiani di [o quelli fedeli a] Dio saranno vittoriosi”.
Il gruppo fondatore aveva due cose in comune: la priorità della resistenza a Israele, mettendo da parte tutte le altre differenze politiche, e l’accordo su chi dovesse essere il loro riferimento religioso. Il “riferimento religioso” è una tradizione sciita secolare, in cui ogni comunità sceglie uno studioso religioso che soddisfi determinate qualifiche, che Hezbollah ha spiegato come l’accettazione del giudizio religioso nelle questioni principali in cui la comunità non riesce ad addivenire a un accordo. I membri fondatori di Hezbollah che si sono incontrati a Baalbek hanno concordato di accettare, come riferimento religioso, il chierico e leader iraniano, l’Ayatollah Khomeini.
“Iranian proxy”?
Il rapporto di Hezbollah con l’Iran è sempre stato un argomento controverso, in quanto il gruppo è stato accusato di essere il proxy dell’Iran in Libano e nella regione. Tuttavia, il rapporto tra le radici di Hezbollah e l’Iran è più antico dell’instaurazione dell’attuale regime iraniano e più complesso di come viene spesso presentato. Infatti, furono gli studiosi religiosi, i mistici e i predicatori libanesi del Monte Amel, oggi conosciuto come il sud del Libano, a introdurre lo sciismo in Iran nel XVII secolo. Il legame tra gli sciiti dei due paesi è continuato, con lo scambio di leader religiosi, studiosi e studenti e la formazione di legami familiari. Ma nel 1982 questa relazione raggiunse un nuovo livello.
Mentre le forze israeliane assediavano Beirut, la neonata Repubblica islamica dell’Iran inviò membri della sua Guardia rivoluzionaria nella vicina Siria e offrì aiuto al governo siriano per combattere l’invasione israeliana. In seguito la forza iraniana cambiò la sua missione, quando fu chiaro che Israele non aveva intenzione di invadere la Siria, iniziando quindi a offrire addestramento a tutti i libanesi che volevano resistere all’occupazione. La neonata organizzazione Hezbollah divenne il principale reclutatore di volontari e il principale organizzatore dei combattenti appena addestrati, riuscendo così a far crescere il proprio corpo militante in breve tempo. La relazione tra il gruppo libanese e la Guardia rivoluzionaria iraniana crebbe continuando sino ai nostri giorni.
Tuttavia, il defunto leader di Hezbollah Hasan Nasrallah ha più volte spiegato nelle interviste ai media la distinzione tra il rapporto del gruppo con lo stato iraniano e con la sua Guida suprema. Secondo Nasrallah, Hezbollah considera l’Iran come paese “amico e alleato”, mentre considera la Guida suprema, Khomeini e il suo successore Khamenei, il suo “riferimento religioso” a cui si rifà solo per questioni che richiedono una sentenza religiosa per decidere. Questa distinzione rimane per molti confusa, poiché la Guida suprema è anche il capo dello stato in Iran e perché, a livello ideologico, è anche il “riferimento religioso” dello stato iraniano. Comunque, altri partiti libanesi hanno relazioni più sbilanciate, dipendenti ed esplicite con l’estero. Un esempio è la relazione tra l’Arabia Saudita e il partito “Futuro” del Primo Ministro assassinato Rafiq Hariri, che rappresenta la comunità sunnita. Un altro è il partito di estrema destra anti-palestinese Falange Libanese, che ha monopolizzato la rappresentanza dei cristiani maroniti durante la guerra civile, e le sue relazioni con gli Stati Uniti, la Francia e persino con lo stesso Israele durante l’invasione del 1982. Un contesto complesso che rende il rapporto di Hezbollah con l’Iran tutt’altro che strano nella cultura politica libanese.
Hezbollah in politica
Nei suoi quarantadue anni di esistenza, Hezbollah si è evoluto come una forza politica importante in Libano. È rimasto esclusivamente un movimento di resistenza fino al 1995, quando si candidò per la prima volta alle elezioni parlamentari. All’epoca, la guerra civile libanese era appena terminata e la nuova generazione di giovani libanesi era alla ricerca di qualcosa di nuovo in cui credere e attorno a cui unirsi, e la battaglia per il sud occupato glielo fornì, aumentando la popolarità di Hezbollah. Il gruppo aveva anche iniziato a sviluppare programmi sociali per assistere le famiglie dei suoi combattenti caduti, come istituzioni sanitarie e scuole, che fornivano aiuto anche ai libanesi poveri.
Questa popolarità è aumentata ulteriormente dopo il ritiro di Israele dal Libano nel 2000, che ha segnato la prima liberazione incondizionata di un territorio arabo occupato. Hezbollah ha continuato a ottenere successi nelle elezioni, mantenendo una crescente presenza nel Parlamento libanese e in molti Comuni, soprattutto nelle aree sciite come il sud e la Beqaa, stringendo alleanze con altri partiti libanesi.
Nel 2008, Hezbollah strinse un accordo di alleanza con la nuova forza cristiana emergente, il “Movimento Patriottico Libero”, guidato dal veterano ex generale dell’esercito Michael Aoun, che, ironia della sorte, aveva costruito la sua immagine eroica negli Anni Ottanta per essersi opposto alla presenza militare siriana in Libano. L’insolita alleanza sciita-cristiana diede a Hezbollah una leva senza precedenti nella politica libanese quando, nel 2016, Aoun divenne presidente del Libano. La costituzione libanese prevede che il presidente sia un cristiano maronita e di colpo Hezbollah ebbe un potente alleato che aveva raggiunto il palazzo presidenziale di Baabda, proprio con il sostegno di Hezbollah. Cosa, tra l’altro, che insieme alla sua capacità militare di iniziare o prevenire una guerra con Israele, gli è valsa l’accusa di controllare lo stato libanese.
Tuttavia, Hezbollah non è mai stato il solo partito a godere di influenza nella politica libanese e complessivamente la posizione dello stato libanese è inamovibile su diverse questioni, contrastando la posizione di Hezbollah. Ad esempio, il Libano non ha mai accettato le proposte di Hezbollah di chiedere l’assistenza iraniana per modernizzare e rafforzare l’esercito libanese o di acquistare carburante dall’Iran per risolvere la crisi del carburante nel paese nel 2021. Soprattutto, Hezbollah ha avuto accesso solo ai livelli di potere che possono essere raggiunti attraverso le elezioni, in Parlamento o nei Comuni, ma non gli è mai stata data alcuna posizione amministrativa chiave nelle agenzie governative o nel sistema giudiziario. Ciò è dovuto, secondo Hezbollah e i suoi alleati, alle pressioni esterne sul Libano, soprattutto da parte dei paesi occidentali, che considerano Hezbollah un’organizzazione terroristica.
Più che un gruppo militante
Una designazione di “terrorismo” che ha messo Hezbollah nel mirino delle amministrazioni statunitensi che si sono succedute, le quali hanno sistematicamente fornito un sostegno incondizionato a ogni guerra israeliana volta a distruggere Hezbollah, anche se ciò ha causato distruzione al resto del Libano. Nell’ultimo tentativo in corso, Israele ha fatto del suo meglio prendendo di mira il capo della piramide di Hezbollah, Nasrallah, e diversi leader chiave che lo circondavano. Tuttavia, la capacità del partito libanese di sostenere i colpi e continuare la lotta, senza vacillare, ha dimostrato che, contrariamente a quanto si pensa delle organizzazioni arabe e mediorientali, Hezbollah non è un culto ideologico guidato da uno o pochi uomini carismatici. Infatti, lo stesso Nasrallah ha affermato più volte che Hezbollah non ha un leader, ma un “sistema di leadership”, gestito dalle istituzioni, con un processo continuo di formazione di nuovi leader, pronti a subentrare ogni volta che si libera un posto.
Ma l’aspetto più importante di Hezbollah, e anche il più trascurato, è che è molto più di un gruppo militante con una causa e delle armi. Hezbollah rappresenta la tradizione e la lotta pluridecennale di una componente chiave della società libanese. È anche il rappresentante più forte, oggi, della scelta politica di resistenza agli Stati Uniti e a Israele in Libano, che è molto più antica e molto più diversificata di Hezbollah stesso. È anche una forza sociale con una forte presenza in tutti i campi della vita pubblica libanese, dalla politica, all’istruzione, alla beneficenza, all’arte e alla cultura. E in tempo di guerra, rappresenta i sentimenti di ampie parti della società libanese, che vanno oltre i limiti delle comunità religiose o del settarismo politico.
Qassam Muaddi è scrittore nello staff che si occupa di Palestina di Mondoweiss.
https://mondoweiss.net/2024/11/hezbollah-demystified/
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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