Mondoweiss, 9 marzo 2025.
In un’escalation della campagna dell’amministrazione Trump contro l’attivismo palestinese, sabato 8 marzo gli agenti dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement) hanno fatto irruzione nella casa di Mahmoud Khalil e hanno arrestato l’attivista che era stato tra i leader delle proteste per Gaza alla Columbia University.
Sabato 8 marzo il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale (DHS) ha arrestato Mahmoud Khalil, leader delle proteste di Gaza nel campus della Columbia University, nel suo appartamento di New York.
Khalil, che è palestinese, risiede stabilmente negli Stati Uniti, ma secondo la sua avvocata, Amy Greer, gli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) hanno eseguito un ordine del Dipartimento di Stato per revocare il suo visto da studente e la sua green card.
Khalil si era appena laureato alla Columbia School of International and Public Affairs ed era stato uno dei principali negoziatori degli studenti attivisti durante l’accampamento di solidarietà a Gaza nella primavera del 2024.
Secondo una dichiarazione del gruppo Writers Against the War on Gaza (WAWOG), alle 20:30 due agenti del DHS in borghese hanno fatto irruzione nella casa di Khalil e di sua moglie incinta, rifiutando di identificarsi.
Un agente ha infine mostrato a Khalil un mandato sul suo telefono, spingendo la moglie a trovare la sua carta verde da presentare agli agenti.
“Quando è tornata con la documentazione dello status legale di Khalil e presentando loro la sua carta verde, un agente era visibilmente confuso e ha detto al telefono: ‘Ha una carta verde’”, si legge nella dichiarazione di WAWOG. Tuttavia, dopo un attimo, gli agenti del DHS hanno dichiarato che il Dipartimento di Stato aveva “revocato anche quella”. La moglie di Khalil ha quindi telefonato alla sua avvocata, che ha parlato con gli agenti nel tentativo di intervenire. Quando l’avvocata di Khalil ha chiesto che una copia del mandato le fosse inviata via e-mail, l’agente ha terminato la chiamata”.
L’esatto luogo in cui si trova Khalil non è noto: la sua avvocata ha dichiarato di non essere sicura se si trovi in un centro di detenzione dell’ICE a New York o nel New Jersey.
Rispondendo a una richiesta di informazioni alla stampa da parte di Drop Site News, il DHS ha detto che i giornalisti avrebbero dovuto “contattare la Casa Bianca” per ottenere risposte.
L’amministrazione Trump prende di mira gli attivisti palestinesi
Sotto Biden, le università e la polizia locale hanno messo in atto una serie di repressioni contro i manifestanti palestinesi, ma sono cresciuti i timori che l’amministrazione Trump possa usare le agenzie governative per colpire direttamente gli studenti. Durante la campagna elettorale, il presidente Trump ha detto a un gruppo di donatori pro-Israele che avrebbe riportato indietro di decenni il movimento palestinese.
“Una cosa che faccio è che ogni studente che protesta, lo butto fuori dal paese. Ci sono molti studenti stranieri. Appena sentiranno cosa ho detto, si comporteranno bene”, ha detto Trump durante l’evento.
Poco dopo essere stato eletto, Trump ha firmato un ordine esecutivo volto a cancellare i visti degli studenti stranieri che hanno partecipato alle proteste.
“A tutti gli stranieri residenti che si sono uniti alle proteste pro-jihadiste, vi avvisiamo: nel 2025, vi troveremo e vi deporteremo”, ha dichiarato Trump in una nota diffusa dalla Casa Bianca. “Cancellerò anche rapidamente i visti studenteschi di tutti i simpatizzanti di Hamas nei campus universitari, che sono stati infestati dal radicalismo come mai prima d’ora”.
Venerdì 7 marzo l’amministrazione ha annunciato la cancellazione di 400 milioni di dollari di sovvenzioni e contratti federali alla Columbia University, per la sua presunta incapacità di proteggere gli studenti ebrei dalle molestie. Per anni i legislatori e i sostenitori pro-Israele hanno lottato per equiparare l’antisionismo all’antisemitismo, al fine di soffocare le critiche a Israele e sopprimere le organizzazioni palestinesi.
La scorsa settimana Axios ha riferito che il Segretario di Stato Marco Rubio sta lanciando un programma di “Trova e Revoca” assistito dall’intelligenza artificiale per cancellare i visti dei cittadini stranieri che sostengono Hamas.
Reazioni
La detenzione di Khalil è stata immediatamente condannata da organizzazioni e attivisti per i diritti umani. Molti hanno criticato l’amministrazione della Columbia University per aver assecondato i desideri dell’amministrazione Trump, dei donatori pro-Israele e delle organizzazioni sioniste. La scuola ha recentemente pubblicato un nuovo protocollo che inverte il precedente status di campus santuario della scuola e consente l’accesso dell’ICE alla scuola anche senza un mandato in “circostanze urgenti”.
Domenica la Columbia University ha rilasciato la seguente dichiarazione in risposta alla detenzione di Khalil:
“Ci sono state segnalazioni dell’ICE riguardo al campus. La Columbia ha seguito e continuerà a seguire la legge. Coerentemente con la nostra prassi di lunga data e con quella di città e istituzioni in tutto il paese, le forze dell’ordine devono avere un mandato giudiziario per entrare in aree universitarie non pubbliche, compresi gli edifici dell’Università. La Columbia si impegna a rispettare tutti gli obblighi di legge e a sostenere il nostro corpo studentesco e la comunità del campus”.
In risposta al nuovo protocollo universitario e all’arresto di Khalil, gli Student Workers of Columbia (UAW Local 2710) hanno rilasciato una dichiarazione in cui chiedono alla presidente dell’università Katrina Armstrong di ripristinare la Columbia come campus rifugio e di rifiutarsi di collaborare con l’amministrazione Trump.
“Permettendo l’ingresso dell’ICE nel campus, la Columbia si arrende all’assalto dell’amministrazione Trump alle università di tutto il paese e sacrifica gli studenti internazionali per proteggere le proprie finanze”, si legge nella dichiarazione. “Chiediamo a docenti, personale, postdoc, studenti e tutti gli altri lavoratori della Columbia University di opporsi alla collaborazione con l’amministrazione Trump”.
“La Columbia ha permesso che questo accadesse”, ha scritto uno studente attivista su Twitter. “La Columbia ha permesso all’ICE di rapire un membro palestinese della nostra comunità dopo un’incessante campagna al vetriolo di doxxing [diffusione di notizie private] iniziata dai sionisti del nostro campus. La moglie di Mahmoud partorirà tra un mese e lo hanno arrestato proprio davanti a lei. È insopportabile”.
Negli ultimi mesi Khalil aveva dovuto affrontare azioni disciplinari per il suo attivismo, venendo accusato di cattiva condotta poche settimane prima di diplomarsi a dicembre. Khalil dice che la scuola ha bloccato il suo libretto universitario e ha minacciato di impedirgli di diplomarsi per il suo rifiuto di firmare un accordo di non divulgazione, ma alla fine ha fatto marcia indietro.
“Ho circa 13 accuse contro di me, la maggior parte delle quali riguardano post sui social media con cui non ho nulla a che fare”, ha dichiarato Khalil all’AP appena due giorni prima del suo arresto. “Vogliono solo dimostrare al Congresso e ai politici di destra che stanno facendo qualcosa, indipendentemente dalle conseguenze per gli studenti. Si tratta soprattutto di un ufficio che vuole soffocare i discorsi a favore della Palestina”.
“Come molti altri studenti arabi e musulmani, Khalil è stato bersaglio di varie campagne di molestie sioniste, alimentate da siti web di doxxing come Canary Mission”, si legge in una lettera diffusa dall’organizzazione Deportation Defense. “Questo attacco razzista serve a incutere paura agli attivisti pro-Palestina e a mettere in guardia gli altri”.
Michael Arria è il corrispondente di Mondoweiss negli Stati Uniti. Il suo lavoro è apparso su In These Times, The Appeal e Truthout. È l’autore di Medium Blue: The Politics of MSNBC.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.