di Lubna Masarwa, Rayhan Uddin e Dania Akkad,
Middle East Eye, 17 gennaio 2025.
Il leader palestinese imprigionato è in cima alla lista dei prigionieri politici di cui si sta discutendo il potenziale rilascio, dicono a MEE tre fonti informate sui colloqui,

L’Egitto e il Qatar, insieme ad Hamas, stanno utilizzando “tutti i mezzi disponibili” per ottenere il rilascio di Marwan Barghouti come parte dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza tra il gruppo palestinese e Israele, hanno dichiarato a Middle East Eye tre fonti informate sui negoziati.
Il leader politico palestinese, a lungo incarcerato, fa parte di una lista “di un centinaio di prigionieri palestinesi di alto livello” che viene discussa in vista della seconda fase dell’accordo di tregua, ha dichiarato una fonte vicina ai negoziati.
“Marwan, insieme a [pochi] altri, è in cima alla lista”, ha detto la fonte, parlando a condizione di anonimato perché non autorizzata a discutere i dettagli.
I leader di Hamas hanno dichiarato a una seconda fonte che per il loro gruppo il rilascio di Barghouti è “l’obiettivo primario” nell’accordo e che ritengono di avere la leva per fare pressione sugli israeliani in tal senso, ma che niente sarebbe stato deciso fino alla seconda fase dei negoziati, quando anche il rilascio dei soldati israeliani sarà sul tavolo.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al-Thani, e il maggiore generale Hassan Mahmoud Rashad, direttore dei servizi segreti generali egiziani, hanno interceduto personalmente per ottenere il suo rilascio.
“Il Qatar e gli egiziani hanno espresso il desiderio – un’insistenza, non solo una disponibilità – di liberare Marwan e quindi stanno insistendo per il suo rilascio attraverso l’accordo con tutti i mezzi a loro disposizione”, ha detto la fonte.
Una terza fonte vicina ai negoziati ha dichiarato che se Israele rilascerà dei prigionieri di spicco, questi saranno inviati all’estero, in Egitto, Qatar o Turchia.
Il rilascio di Barghouti è tenuto sotto stretta osservazione dai palestinesi che, nei sondaggi, affermano di preferirlo a qualsiasi altra figura politica in caso di elezioni presidenziali.
Awni Almashni, un alto funzionario di Fatah e amico intimo di Barghouti, ha dichiarato a MEE: “Per molti palestinesi della strada, il rilascio di Marwan potrebbe essere il metro per decidere il successo o il fallimento di questo accordo”.
Barghouti sta attualmente scontando cinque ergastoli, dopo che Israele lo ha condannato nel 2004 per diversi capi d’accusa di omicidio – accuse che lui ha a lungo negato.
Non ha offerto alcuna difesa nel processo, rifiutando di riconoscere la giurisdizione israeliana sui palestinesi della Cisgiordania occupata.
Chi è Barghouti?
Barghouti, nato nella città cisgiordana di Kobar nel 1962, è stato un importante organizzatore studentesco dell’Università di Birzeit all’inizio degli anni ’80, entrando a far parte della fazione politica Fatah.
Nel 1987 è stato deportato da Israele in Giordania, da dove ha fatto parte dell’alta dirigenza di Fatah all’estero. Solo dopo la firma degli accordi di Oslo, nel 1993, Barghouti è tornato in Palestina.
L’anno successivo è diventato segretario generale di Fatah e nel 1996 è stato eletto nel Consiglio Legislativo Palestinese.
È rimasto un importante alleato di Yasser Arafat, leader di Fatah e primo presidente dell’Autorità Palestinese, fino alla sua morte nel 2004.
Quando la Brigata dei Martiri di Al-Aqsa, il braccio armato di Fatah, compì una serie di attacchi durante la Seconda Intifada nel marzo 2002, Israele arrestò Barghouti e lo accusò di aver organizzato gli attacchi.
Pur appartenendo a Fatah, Barghouti è considerato in buoni rapporti con il rivale politico Hamas e si è battuto per l’unità tra le fazioni palestinesi.
Dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023, Barghouti, come molti altri prigionieri politici, è stato ferito negli attacchi delle autorità carcerarie e non ha ricevuto cure mediche.
In un’intervista dell’anno scorso, il figlio, Arab Barghouti, ha dichiarato a MEE che anche suo padre era stato spostato in diverse prigioni nel tentativo di umiliarlo.
Ma ha detto che il morale di suo padre è rimasto alto e la famiglia è rimasta “molto ottimista” sulla sua liberazione. “È ora che torni in mezzo al popolo palestinese”, aveva detto all’epoca Arab Barghouti.
Lo scorso maggio, alcune fonti hanno riferito a MEE che i funzionari dell’Autorità Palestinese (AP) hanno chiesto ai mediatori di Gaza di escludere Barghouti da qualsiasi scambio di prigionieri, temendo che il suo rilascio possa minacciare il leader dell’AP, il presidente Mahmoud Abbas.
Un sondaggio a settembre condotto dal Palestinian Centre for Policy and Survey Research ha rilevato che il 64enne Barghouti è in cima alla lista dei leader che i palestinesi vorrebbero come successore dell’88enne Abbas.
Awni Almashni, che ha conosciuto Barghouti dopo gli accordi di Oslo e ha lavorato con lui per sette anni all’interno di Fatah, ha detto che Barghouti è stato in testa a tutti i sondaggi negli ultimi 10 anni.
“L’unica persona che gode del consenso della sinistra, di Hamas, della Jihad Islamica, di gran parte di Fatah, anche se non della totalità di Fatah, e della gente normale è Marwan Barghouti”, ha detto Almashni.
Ha anche detto di ritenere che Barghouti potrebbe salvare il movimento di Fatah, che per anni è stato perseguitato da critiche di corruzione e di leadership stagnante, pur riconoscendo che all’interno del movimento c’è un piccolo gruppo che lo ritiene inadatto.
“Si tratta di una minoranza molto, molto piccola e permeabile, e credo che il popolo palestinese abbia detto la sua sulla questione”, ha detto Almashi.
“Penso che il popolo palestinese meriti un leader con la saggezza, la resilienza e la cultura di Marwan Barghouti”.
Oltre a Barhgouti, nella lista dei prigionieri che Hamas vuole siano rilasciati sono presenti personalità di spicco di tutto lo spettro politico palestinese.
Gli analisti hanno ipotizzato che tra gli altri vi siano Abdullah Barghouti, parente di Marwan ed ex comandante del braccio armato di Hamas, il leader del Fronte Palestinese per la Liberazione della Palestina (PFLP) Ahmad Saadat e Hassan Salameh, un altro comandante del braccio militare di Hamas.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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