Da Gaza alla COP29: i 9 tipi di violenza che i paesi ricchi stanno infliggendo al Sud globale

di Tamara Pearson,   

CounterPunch, 22 novembre 2024. 

In una manifestazione per Gaza a Città del Messico, un cartello recita: “Dal Congo al Messico, dal Sudan alla Palestina, il nostro mondo sarà libero” Photo di Tamara Pearson.

I paesi ricchi e imperialisti del Nord globale stanno commettendo una lunga lista di crimini contro gli esseri umani in America Latina, Africa, Medio Oriente e Asia. Dai bombardamenti alla distruzione dell’ambiente, fino alla cancellazione dei media, le potenti entità economiche e politiche del Nord globale stanno intenzionalmente generando e mantenendo la catastrofe, per poi normalizzarla.

Ma ora, in particolare, ciò che un tempo era oscurato da uno spesso e seducente velo di favole hollywoodiane maschiliste e da narrazioni inconsistenti e arroganti sull’introduzione della democrazia in un barbaro Sud del mondo, ora è più difficile da negare con il genocidio di Gaza e il continuo saccheggio del pianeta.

Il mio ultimo romanzo, The Eyes of the Earth, decodifica gli aspetti più umani e personali di questo saccheggio, e rivela le persone che vi resistono in modi belli e magici. Di seguito, tuttavia, faccio una panoramica dei nove principali tipi di violenza strutturale che vengono commessi.

1) L’industria della morte

L’uccisione senza freni a Gaza è sia un genocidio intenzionale e un furto di terra, sia un progetto di guadagni per l’industria delle armi. L’azienda di difesa israeliana Elbit Systems ha segnalato ad agosto un aumento di profitti nel secondo trimestre 2024 e ha in programma di aprire una nuova fabbrica di munizioni nel sud di Israele. Israele, d’altra parte, ha testato e utilizzato nuove armi nelle sue guerre, per poi cercare di vendere quella tecnologia in varie fiere globali di armi. I produttori di armi statunitensi, tra cui Boeing, Lockheed Martin, RTX, General Dynamics, Northrop Grumman e L3Harris, quest’anno hanno visto i loro profitti salire ben oltre le aspettative.

In altri paesi, gli USA stanno di recente costruendo cinque nuove basi militari in Somalia e hanno colpito diverse città nello Yemen. Le multinazionali europee stanno fornendo armi e munizioni per la guerra nello Yemen. Gli USA hanno guidato l’intervento militare ad Haiti.

Il Nord globale usa queste guerre per mantenere la sua egemonia e il controllo su regioni e risorse. Nel 2023, la spesa militare totale è stata di 2,4 trilioni di dollari [qui e in seguito, 1 trilione significa 1.000 miliardi, NdT], con gli Stati Uniti che hanno speso più di tutti, cioè quasi la metà di quella cifra. Oltre l’80% delle 100 principali aziende di armi ha sede nel Nord globale.

2) Il Nord del mondo inquina e sperpera troppo, il Sud globale soffre

È in corso un’altra COP, e il Nord globale e le grandi aziende si stanno concentrando sulla difesa dei loro interessi economici piuttosto che sulla difesa del nostro pianeta. Come l’anno scorso, anche se alla COP28 c’era stato un accordo per la transizione da carbone, petrolio e gas, le nazioni ricche si sono poi lanciate in una frenetica esplorazione di petrolio e gas, anche quest’anno si stanno sottraendo a qualsiasi impegno reale, per non parlare dell’affrontare la loro responsabilità per il danno al Sud globale. Quest’anno, i lobbisti dei combustibili fossili hanno ricevuto più lasciapassare (1.773) per presenziare alla COP29 che tutti i delegati delle 10 nazioni più vulnerabili al clima messe insieme (1.033).

Nel frattempo, la situazione nei paesi più poveri va di male in peggio. Da Città del Capo al Cairo, siccità, gravi inondazioni e tempeste stanno distruggendo vite, raccolti, biodiversità, infrastrutture e mezzi di sostentamento. Mentre i disastri colpiscono anche il Nord del mondo, i paesi più poveri non hanno risorse per riprendersi.

Il Nord globale consuma troppo, mentre gran parte del Sud globale affronta la scarsità. Il Nord esternalizza il suo inquinamento al Sud; utilizzando accordi commerciali forzati, i paesi del Sud globale sono spesso costretti ad avere normative ambientali più deboli, di cui le varie corporazioni approfittano. Aziende come Smithfield Foods, ad esempio, producono carne di maiale in Messico, lasciando la gente del posto senza acqua e contaminando il suolo e le sorgenti, per poi esportare gran parte di quella carne di maiale negli Stati Uniti. I paesi più ricchi spostano la carenza d’acqua nelle regioni più povere importando quei prodotti che richiedono molta acqua come verdura, frutta e carne. Allo stesso tempo, paesi come la Nigeria sono diventati una discarica di rifiuti elettronici per Europa e Stati Uniti, con conseguenze sulla salute della gente del posto e sull’ambiente.

Il Nord globale è responsabile di circa il 92% delle emissioni di gas serra, gli Stati Uniti da soli del 25% delle emissioni globali, il Sud America di appena il 3% e l’Africa di meno del 4%. Tuttavia, otto dei dieci paesi più colpiti dal cambiamento climatico si trovano in Africa. Per le perdite e i danni causati, il Nord globale dovrà pagare 192 trilioni di dollari entro il 2050, ovvero 5 trilioni di dollari all’anno.

3) Furto di risorse

C’è un continuo trasferimento di ricchezza dal Sud del mondo al Nord, poiché il Sud è utilizzato come riserva di risorse e di manodopera sottopagata, che le aziende del Nord convertono in profitti che rimangono al Nord. La disuguaglianza tra paesi ricchi e poveri non è naturale: viene costantemente creata e rafforzata.

Israele non sta solo bombardando Gaza, vuole anche saccheggiare le sue riserve di gas offshore e, a fine ottobre 2023, il governo ha annunciato di aver assegnato permessi di esplorazione del gas naturale a società israeliane e straniere. Le multinazionali stanno rubando minerali e materiali dalla Repubblica Democratica del Congo. Mentre società come Apple, Samsung e Huawei sfruttano il cobalto del Congo, le persone del posto soffrono di lavoro forzato e tratta di esseri umani, lavoro minorile, condizioni di lavoro pericolose e danni ambientali estremi.

Questo tipo di saccheggio, sia storico che attuale, su terre rubate ai popoli indigeni e utilizzando manodopera schiavizzata, ha finanziato infrastrutture nel Nord del mondo, mentre è stato parte di genocidio, espropriazione, carestia e impoverimento di massa nel Sud. Oggi, il Nord del mondo drena materie prime per un valore di 2,2 trilioni di dollari all’anno dal Sud del mondo, abbastanza per porre fine 15 volte alla povertà estrema, e dal 1960 a oggi per un totale di 62 trilioni di dollari.

4) Commercio sleale

In connessione, e ulteriore aggravamento, del furto di risorse, i paesi del Nord globale usano i loro vantaggi per mettere in atto sussidi e tariffe che favoriscono le loro aziende. Queste misure e regimi di commercio sleale forniscono protezioni per gli investitori del Nord, promuovono la privatizzazione e formalizzano meccanismi di arbitrato che difendono le aziende e scavalcano la sovranità e le leggi locali dei paesi del Sud.

Il commercio sleale ha dato il sopravvento alle industrie agricole del riso e del mais degli Stati Uniti, così il mais statunitense ha invaso il Messico e il riso ha invaso Haiti; i piccoli agricoltori di entrambi i paesi non sono riusciti a competere e hanno dovuto migrare in massa verso le città, dando origine a vaste aree di alloggi improvvisati o baraccopoli urbane.

Allo stesso modo, i dieci milioni di produttori di cotone africani guadagnano in media tra 400 e 550 dollari all’anno, perdendo collettivamente circa 250 milioni di dollari all’anno a favore dei produttori di cotone pesantemente sovvenzionati in Occidente. Accordi commerciali ingiusti tra Unione Europea e Africa significano anche che le esportazioni alimentari africane non sono competitive rispetto ai 50 mila milardi di euro spesi per mantenere a basso costo i prodotti alimentari europei. Le eccedenze di latte europeo guidate dai sussidi vengono polverizzate e inviate in Africa, decimando la sua industria lattiero-casearia, e lo stesso accade con il grano, lasciando l’Africa un importatore netto di cibo.

Il Sud perde 14 volte di più in questo commercio ineguale di quanto riceve in aiuti.

5) Apartheid salariale globale

Le grandi aziende di moda come Zara, H&M e GAP ricorrono a pratiche sleali nell’utilizzo delle loro fabbriche in Bangladesh. Queste fabbriche faticano a pagare il salario minimo dei lavoratori dell’abbigliamento, che l’anno scorso è aumentato a 2.500 taka del Bangladesh al mese (104,60 dollari). La settimana lavorativa è di 48-72 ore, mentre una singola camicia di Zara viene venduta a 129 dollari. I lavoratori dell’abbigliamento negli Stati Uniti ricevono un salario mensile medio di 2.698 dollari – 25 volte quello dei i lavoratori del Bangladesh.

L’enorme divario retributivo tra il Nord e il Sud del mondo è accompagnato da enormi differenze nell’orario di lavoro, nelle condizioni del luogo di lavoro, nell’accesso alle ferie e ad altri benefici, e nella dose di lavoro umile e fisicamente estenuante. Tali differenze non possono essere attribuite a un costo della vita più basso (come dimostra la disuguaglianza del potere d’acquisto tra i paesi) e riguardano esclusivamente una discriminazione basata sul paese.

6) Gestire il mondo

Nonostante il ruolo degli Stati Uniti nel genocidio contro Gaza, essi rivendicano l’autorità morale di controllare gli altri paesi attraverso misure come sanzioni e interventi. Tutti i paesi che gli Stati Uniti stanno sanzionando in vari modi si trovano nel Sud globale (Afghanistan, Myanmar, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Iran, Iraq, Libano, Libia, Mali, Nicaragua, Corea del Nord, Somalia, Sudan del Sud, Sudan, Siria, Venezuela e Yemen) – sanzioni che hanno tutto a che fare con la punizione dei paesi per il mancato rispetto delle sue imposizioni, e nulla a che fare con i diritti umani. I sei decenni di sanzioni degli Stati Uniti contro Cuba hanno causato danni continui alle persone che vi abitano, e il CEPR stima che le sanzioni sul Venezuela da sole, limitando l’accesso a cibo, medicine e altre importazioni, abbiano causato almeno 40.000 morti.

Allo stesso tempo, gli Stati Uniti stanno facendo pressione su paesi come il Perù affinché ripensino al coinvolgimento cinese nelle loro infrastrutture critiche, poiché non vogliono che la Cina acquisisca un peso geopolitico in America Latina. Questo avviene mentre gli Stati Uniti hanno anche sostenuto un colpo di stato anti-sinistra e il conseguente governo golpista in Perù.

L’elenco potrebbe continuare all’infinito. Gli Stati Uniti hanno sostenuto il colpo di stato militare di destra in Honduras nel 2009, sono intervenuti nelle elezioni di Haiti l’anno successivo per ottenere una vittoria della destra favorevole agli Stati Uniti e hanno appoggiato un colpo di stato morbido contro la Rousseff del Brasile. Hanno versato miliardi nel Piano Colombia, che ha causato milioni di sfollati e migliaia di morti, e hanno addestrato personale militare coinvolto nelle campagne di controinsurrezione in Guatemala, El Salvador e Colombia. Nel frattempo, i miseri “aiuti” che l’Europa invia all’Africa dopo averla saccheggiata, sono accompagnati da condizioni che distruggono i modelli socioeconomici del paese e li sostituiscono con il modello neoliberale.

Tutto questo è un violento disprezzo per l’autonomia. Tali politiche non producono emancipazione, cancellano l’identità, annullano l’azione locale e soggiogano il Sud globale in una chiara continuazione del colonialismo.

7) Criminalizzare le vittime in fuga

Esemplificando questo tipo di controllo, Trump ha annunciato che avrebbe imposto tariffe sulle importazioni messicane negli Stati Uniti se il Messico non avesse ridotto il numero di migranti (o “criminali e drogati”, secondo le sue parole) che arrivano al confine meridionale degli Stati Uniti. Oltre al fatto che gli Stati Uniti non dovrebbero usare l’economia per dettare le politiche migratorie del Messico, la migrazione – soprattutto quella dei rifugiati – non è qualcosa che si può semplicemente fermare.

La risposta del Nord globale alle persone che fuggono dalla loro patria, di solito come conseguenza dei tipi di violenza sopra menzionati, è quella di criminalizzarle, metterle in pericolo attraverso confini militarizzati e negare il loro diritto di asilo.

Al confine degli Stati Uniti con il Messico, c’è una negazione del giusto processo e le persone che fuggono per salvarsi la vita sono costrette ad aspettare in Messico per mesi. Questi migranti non possono lavorare, né permettersi un alloggio, e rischiano rapimenti, estorsioni (di solito più volte lungo il percorso), stupri, torture e uccisioni. Loro e altri rifugiati e migranti forzati nel mondo sono anche vulnerabili allo sfruttamento estremo e al traffico, compreso il lavoro forzato (ci sono 22 milioni di lavoratori forzati, compreso il lavoro sessuale forzato).

L’anno scorso, il Regno Unito ha adottato la Legge sulla Migrazione Illegale, che impedisce alle persone arrivate senza permesso di accedere all’asilo e poi le espelle. L’Italia è arrivata a reprimere le organizzazioni che salvano la vita dei migranti in mare, e l’intera Unione Europea, a partire dal dicembre 2023, ha concordato un nuovo Patto sulle Migrazioni che privilegia la deterrenza rispetto ai diritti umani, compresa una normativa che consente ai paesi che stanno vivendo un “afflusso di massa” di derogare agli obblighi in materia di diritti.

8) Schiavi del debito

Un altro modo in cui il Sud globale viene controllato e mantenuto in povertà è attraverso il debito. I keniani in protesta sono riusciti di recente a costringere il presidente a ritirare un disegno di legge che avrebbe aumentato le tasse, ma hanno detto chiaramente che era il Fondo Monetario Internazionale (FMI) a guidare tali politiche di austerità, sventolando cartelli come “Non siamo puttane del Fondo Monetario Internazionale” e “Il Kenya non è la cavia da laboratorio del Fondo Monetario Internazionale”. Allo stesso modo in Nigeria, tale austerità, grazie alla pressione di un prestito della Banca Mondiale di 2,25 miliardi di dollari, ha visto i sindacati nigeriani scioperare. E pochi giorni prima delle elezioni nella Repubblica Democratica del Congo, l’anno scorso, l’FMI ha erogato un finanziamento perché non si preoccupava di chi avrebbe vinto le elezioni, sapendo che qualsiasi partito si sarebbe sentito obbligato a mantenere la sua agenda economica neoliberalista, tra cui la privatizzazione dell’elettricità e i codici minerari che soddisfano le corporazioni del Nord globale.

Il FMI e la Banca Mondiale sono controllati dal Nord globale, in particolare dagli Stati Uniti (gli Stati Uniti sono il maggior azionista della Banca Mondiale e un cittadino statunitense ne è sempre il presidente). I prestiti vengono concessi a paesi che un tempo erano ricchi di risorse, cultura e conoscenza, ma che, dopo essere stati saccheggiati dal colonialismo, sono sprofondati nella povertà materiale. Ora, molti paesi dipendono dalla spesa estera e devono offrire manodopera e risorse a basso costo per attrarla.

Il debito pubblico nel Sud Globale sta crescendo due volte più velocemente rispetto agli altri paesi, che l’anno scorso hanno pagato 847 miliardi di dollari solo in interessi netti. Circa 54 paesi l’anno scorso hanno speso almeno il 10% dei fondi governativi per il pagamento degli interessi sul debito, e il 40% della popolazione mondiale vive in paesi che devono spendere più per questi pagamenti che per l’istruzione o la salute. La maggior parte dei paesi ha ripagato i propri debiti più volte. In Mozambico, ad esempio, un rifugio in alluminio costruito con prestiti e aiuti, costa ora al paese 21 sterline per ogni sterlina ricevuta inizialmente dal Governo mozambicano.

9) Razzismo e cancellazione nell’informazione e nell’intrattenimento

Infine, tutto ciò è sostenuto dalle industrie e dai sistemi dell’intrattenimento, dei media e di altre informazioni, con narrazioni che giustificano tali disuguaglianze e violenze, tra cui i luoghi comuni razzisti di Hollywood e il boicottaggio dei media nei confronti del Sud globale.

L’eurocentrismo e il centrismo statunitense abbondano – il Nord globale e la pelle bianca sono la norma, la correttezza e gli eroi. Il mio romanzo, The Eyes of the Earth, ha eroi diversi e racconta una storia diversa, così come molti altri contenuti alternativi. Ma Hollywood si dedica rendere diverso il Sud globale e a ritrarlo come un luogo semplice, patetico, sporco e pericoloso. Questa narrazione domina, poiché Hollywood rappresenta circa due terzi del totale degli incassi dell’industria cinematografica internazionale.

Le notizie, nel frattempo, trascurano il Sud globale. Ad esempio, il Tagesschau [telegiornale] tedesco dell’emittente pubblica ARD nel 2022 ha pubblicato 462 servizi sugli Stati Uniti, 394 sull’Unione Europea, 174 sulla Francia e nessuno sulla maggior parte dei paesi africani e meno di 10 su paesi come Bolivia, Cile e Sudan. Il Sud globale, nonostante rappresenti l‘83% della popolazione mondiale, ha rappresentato solo il 4,4% delle storie principali di eAustrian Zeit im Bild (ZIB).

La buona notizia

Anche se meno trattata dai media, e nonostante le difficoltà e le avversità, c’è resistenza e resilienza in tutto il Sud globale, e la solidarietà con Gaza, ad esempio, è stata incredibile anche in molti paesi del Nord globale.

Con i gemelli ingordi, Trump e Musk, praticamente a capo degli Stati Uniti e non solo, in combutta con le corporazioni, le industrie delle armi e del petrolio e altri, è ormai chiaro che questa classe non è disposta e non è in grado di garantire giustizia ambientale e umana.

Tamara Pearson è una giornalista di lungo corso con sede in America Latina e autrice di The Butterfly Prison. I suoi scritti sono disponibili sul suo blog.

https://www.counterpunch.org/2024/11/22/from-gaza-to-cop29-the-9-types-of-violence-wealthy-countries-are-inflicting-on-the-global-south

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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