Da Stefanik a Huckabee: il gabinetto di Donald Trump è una palude pro-Israele

di Robert Inlakesh,

The Palestine Chronicle, 13 novembre 2024.    

Ogni scelta di Trump è un sionista cristiano o un sionista ebreo, tutti con una posizione dura sulla questione mediorientale.

Donald Trump (sin.) e Benjamin Netanyahu. (Foto: Ambasciata USA di Tel Aviv, via Wikimedia Commons)

Dopo l’elezione di Donald Trump per il suo secondo mandato, sono iniziate infinite speculazioni su come l’amministrazione del Presidente americano avrebbe gestito la politica di Israele e dell’Asia Occidentale in senso lato. Dalle scelte del suo gabinetto risulta ora evidente che è in atto un approccio altrettanto aggressivo di quello del suo predecessore.

Un primo annuncio, fatto su X (ex Twitter) sull’account del Presidente eletto degli Stati Uniti, affermava che Nikki Haley (ex ambasciatore dell’ONU) e Mike Pompeo (ex Segretario di Stato) non sarebbero stati inclusi nella prossima amministrazione.

La gioia ampiamente espressa sui social media, per la scelta di non includere queste due figure considerate come falchi dell’establishment della politica estera di Washington, è stata rapidamente demolita da ciò che sarebbe accaduto dopo.

Donald Trump ha annunciato che il suo ambasciatore alle Nazioni Unite sarà Elise Stefanik, che ha ricevuto circa 917.821 dollari da gruppi di pressione pro-Israele ed è una sionista convinta.

All’inizio di quest’anno, Stefanik ha ricevuto una spinta al suo profilo personale come politica, dopo un video in cui interrogava l’ex presidente dell’Università di Harvard Claudine Gay. La futura ambasciatrice delle Nazioni Unite ha etichettato con rabbia “Dal fiume al mare” e “Intifada” come canzoni che “sostengono l’omicidio degli ebrei”.

Il coinvolgimento di Elise Stefanik, insieme ad altri membri del gabinetto Trump, nel minacciare attivamente la libertà di parola nei campus universitari e nella censura di intere istituzioni accademiche, dimostra che il Presidente degli Stati Uniti cercherà di limitare la libertà di parola riguardo a Israele.

“Se mi farete rieleggere, riporteremo quel movimento indietro di 25 o 30 anni”, aveva detto a maggio Donald Trump a proposito delle proteste studentesche pro-Palestina, prima di proporre la deportazione degli studenti. Come deputata, Stefanik ha votato a favore di 10 proposte di legge pro-Israele che minano la libertà di parola.

L’ambasciatore scelto da Trump in Israele è il fanatico sionista cristiano Mike Huckabee, che ha dichiarato apertamente di rifiutare l’uso della parola Cisgiordania e di chiamare invece il territorio “Giudea e Samaria”. Un fanatico sionista cristiano è anche il nuovo capo di gabinetto, Susie Wiles. L’inviato di Trump per il Medio Oriente è il magnate degli affari Steven Witkoff, un convinto sionista di origine ebraica.

La più ricca miliardaria israeliana, Miriam Adelson, ha finanziato la campagna di Trump, donando ben 100 milioni di dollari con la contropartita di riconoscere l’annessione de-jure di Israele alla Cisgiordania.

Il nuovo consigliere per la sicurezza nazionale sarà Mike Waltz, un uomo che ha ricevuto centinaia di migliaia di dollari da gruppi di pressione pro-Israele ed è un accanito sostenitore di Israele.

Il Segretario alla Difesa sarà Pete Hegseth; anche lui è un sionista cristiano che ha affermato che la Bibbia dà a Israele il diritto alla terra di Palestina.

Hegseth è un ex-marine e conduttore di un programma su Fox News, nel quale ha rilasciato un’intervista ruffiana al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, infarcita di domande a raffica e commenti di condanna contro l’idea di un cessate il fuoco a Gaza.

Il candidato alla carica di Segretario di Stato è Marco Rubio, che ha ricevuto oltre un milione di dollari da donatori pro-Israele ed è un sostenitore a tutti gli effetti di Israele, oltre che di ogni guerra immaginabile tesa a un cambio di regime.

Il direttore della CIA scelto da Donald Trump è John Ratcliffe, un uomo che ha accusato Joe Biden di non essere abbastanza favorevole a Israele e di non essere più duro con Hamas, è favorevole a una guerra con l’Iran ed è considerato un falco della politica estera.

Queste sono le posizioni più rilevanti che compongono l’amministrazione Trump quando si tratta di un potenziale impatto sulla politica dell’Asia Occidentale in relazione al conflitto israelo-palestinese.

Ogni singolo candidato è un sionista cristiano o un sionista ebreo, tutti hanno una posizione dura sulla questione e la maggior parte di loro ha ricevuto contributi finanziari significativi da gruppi di pressione pro-israeliani.

Il gabinetto è indicativo del tipo di politiche che ci si può aspettare da un secondo mandato del leader del Partito Repubblicano, in quello che sembra essere il gabinetto più estremo pro-Israele nella storia degli Stati Uniti fino ad ora.

Sebbene al momento non sia chiaro quale sarà l’impatto di tutto ciò sulla traiettoria del sostegno americano alla guerra di Israele contro le popolazioni di Gaza e del Libano, sembra che non ci sarà alcun cambiamento rispetto al “sostegno incondizionato” che la Casa Bianca da tempo offre a Israele.

Robert Inlakesh è giornalista, scrittore e documentarista. Si occupa di Medio Oriente, con particolare attenzione alla Palestina. Ha contribuito a questo articolo di The Palestine Chronicle.

https://www.palestinechronicle.com/from-stefanik-to-hucabee-donald-trumps-cabinet-is-a-pro-israel-swamp/

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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