Israele, la Corte Penale Internazionale e la disintegrazione della nostra specie

Giu 1, 2024 | Notizie

di Kathryn Shihadah,

Israel-Palestine News, 31 maggio 2024. 

Lo stato di diritto, applicato in modo appropriato (cioè in modo uniforme), ci evita il caos. Ma quando alcuni pensano di essere al di sopra della legge, gli altri la pagano cara. Gaza ne è un esempio.

Il procuratore della Corte Penale Internazionale Karim Khan (foto)

Ripubblicato da Patheos, 23 maggio 2024

Probabilmente avrete sentito che lunedì la Corte Penale Internazionale (CPI) ha annunciato la richiesta di mandato di arresto per il Primo Ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, e il suo Ministro della Difesa, Yoav Gallant. Il procuratore Karim Khan ha ragionevoli motivi per ritenere che questi due leader israeliani “siano responsabili di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi sul territorio dello Stato di Palestina”.

Questi crimini includono la morte per fame dei civili, trattamenti crudeli, l’uccisione deliberata o l’omicidio, attacchi intenzionali contro i civili, lo sterminio o l’omicidio e la persecuzione.

(Non preoccupatevi: la CPI sta anche richiedendo mandati di arresto per diversi membri di Hamas).

L’integerrimo primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha pronunciato alcune parole di circostanza dopo l’annuncio della CPI. Eccone alcuni stralci:

Israele sta conducendo una guerra giusta contro Hamas, un’organizzazione terroristica genocida che ha perpetrato il peggior attacco al popolo ebraico dopo l’Olocausto. Hamas ha massacrato 1200 ebrei, violentato donne ebree, bruciato bambini ebrei, preso in ostaggio centinaia di persone.

Le assurde accuse del procuratore contro di me e il ministro della Difesa israeliano sono solo un tentativo di negare a Israele il diritto fondamentale di autodifesa.

Il procuratore sta facendo anche qualcos’altro. Sta insensibilmente gettando benzina sul fuoco dell’antisemitismo che imperversa in tutto il mondo.

Un soldato israeliano, membro dell’esercito “più morale del mondo”, viene perquisito da una bambina (foto)

Naturalmente, il fatto che il premier di Israele dica queste cose non le rende vere. Hamas non è “genocida” – non vuol fare una vendetta contro gli ebrei. Ha motivo di fare una vendetta contro il gruppo che ha rubato la terra palestinese e opprime il popolo palestinese. Si dà il caso che quel gruppo sia composto da persone che si identificano come “ebree”, ma questa etichetta è irrilevante per il gruppo di resistenza palestinese.

Molte delle persone uccise il 7 ottobre erano ebree, ma molte di loro sono state uccise da altri ebrei, non da Hamas. (Non si tratta di una teoria della cospirazione: è un fatto che tutti in Israele sanno, ma che i media mainstream statunitensi ci hanno tenuto nascosto. Leggete questo, questo e questo, per esempio).

Le affermazioni di Netanyahu secondo cui Hamas avrebbe “violentato donne ebree” e “bruciato bambini ebrei” sono miti che sono stati sfatati da tempo (si vedano ad esempio questo, questo e questo) – e ancora una volta, ciò che è accaduto quel giorno non è accaduto perché quelle persone erano ebree.

Netanyahu sostiene che le accuse contro di lui sono “solo un tentativo di negare a Israele il diritto fondamentale di autodifesa”. Questa è una delle sue accuse più frequenti. Ma ancora una volta, si sbaglia. La Corte Penale Internazionale non ha alcun problema con Israele che si difende – ha un problema con il modo in cui Israele si difende, cioè affamando e uccidendo i civili.

E poi lancia l’altra accusa preferita: “antisemitismo”. Cioè, sostiene che accusare il Primo Ministro di un crimine di guerra perché sta bombardando e affamando i palestinesi è antisemita.

Questi argomenti sono ridicoli.

Netanyahu sostiene inoltre di condurre questa guerra nel pieno rispetto del diritto internazionale, sebbene le organizzazioni per i diritti umani che lavorano sul campo a Gaza, rispettate a livello mondiale, abbiano documentato il contrario, rendendo pubblici i loro rapporti più e più volte dall’inizio di questa guerra (e da decenni prima).

Nello stesso momento in cui il Primo Ministro e il Ministro della Difesa di Israele sono accusati davanti alla Corte Penale Internazionale, lo stesso stato di Israele si trova davanti alla Corte Internazionale di Giustizia (CIG), accusato nientemeno che di genocidio.

Quando la sentenza della CIG è stata emessa a gennaio, Netanyahu ha usato gli stessi argomenti: Israele sta seguendo il diritto internazionale, sta solo cercando di difendersi e l’accusa è di “palese discriminazione contro lo stato ebraico” (cioè è un’accusa antisemita).

Ma naturalmente continuerà a dire queste cose. Lotterà fino all’ultimo respiro, sostenendo di essere innocente.

Karim Khan e il suo tribunale sono riusciti a presentare le richieste di mandato d’arresto nonostante le numerose pressioni ricevute. Per giorni, prima che la decisione venisse resa nota, i membri di entrambi gli schieramenti del Congresso degli Stati Uniti hanno minacciato ritorsioni se la Corte Penale Internazionale avesse osato fare una mossa contro il santo Israele (si tratta più o meno delle stesse persone che hanno cercato di annullare l‘embargo sull’invio delle armi imposto da Biden – il suo unico tentativo di amichevole fermezza).

Non appena la sentenza della CPI è stata annunciata, il Congresso ha iniziato a pianificare la vendetta. L’amministrazione Biden ha respinto la sentenza della Corte Penale Internazionale, così come aveva respinto la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia sul genocidio, così come aveva respinto il rapporto di Amnesty International sull’apartheid e ignorato Gaza nel centesimo giorno di guerra.

Razzismo e forza bruta

In un’intervista rilasciata a Christiane Amanpour dopo l’annuncio, il Procuratore della CPI Karim Khan ha descritto alcuni commenti molto preoccupanti che ha sentito riguardo a questo caso: “Alcuni leader eletti mi hanno parlato e sono stati molto schietti. ‘Questo tribunale è costruito per l’Africa e per i delinquenti come Putin’”, mi ha detto un alto dirigente”.

Non c’è bisogno di dirvi che si tratta di un’affermazione terribilmente razzista. L’idea che il mondo occidentale (eccetto la Russia) non possa fare nulla di così grave da giustificare un periodo di detenzione presso la Corte Penale Internazionale, che solo i neri e i comunisti meritino di essere accusati di crimini di guerra, è assurda (ricordiamo che Hitler era un europeo bianco).

Khan ha dichiarato a Christiane Amanpour: “Questo tribunale è l’eredità di Norimberga. Questo tribunale è un’accusa certa all’umanità. Questo tribunale dovrebbe essere il trionfo della legge sul potere e sulla forza bruta”(corsivo aggiunto).

“Potere e forza bruta” sono i termini perfetti per descrivere Israele – il paese che ha fatto i capricci quando il Presidente Biden ha rifiutato una sola spedizione di bombe da una tonnellata, e ha inviato solo 700 milioni di dollari di munizioni per carri armati, 500 milioni di dollari di veicoli tattici e 60 milioni di dollari di proiettili per mortai – sapete, le armi innocue.

“Potere e forza bruta”: una delle forze militari più potenti del mondo, pronta a bombardare a tappeto i centri abitati, disposta e capace di mettere in atto un “assedio totale” a un gruppo di persone intrappolate e impoverite.

Può il diritto trionfare sul potere e sulla forza bruta?

Quando Netanyahu vuole commettere un genocidio e il paese più potente del mondo non si oppone, non sostiene il diritto internazionale e non considera i palestinesi come esseri umani, la risposta è no, il diritto non può trionfare.

Tecnicamente, sia Israele che gli Stati Uniti hanno qualche rispetto per il diritto internazionale.

Sia i leader israeliani che quelli statunitensi hanno criticato le accuse della CPI contro i leader israeliani, ma non hanno avuto problemi con le accuse contro Hamas. Tradotto: l’illegalità va bene per i bianchi occidentali, ma gli arabi sono come gli africani e devono essere soggiogati. È lecito supporre che qualsiasi cosa facciamo noi sia fatta per una buona ragione; LORO fanno sempre cose non buone.

Karim Khan, essendo lui stesso di colore, probabilmente ha ricevuto una strigliata per la sua audacia questa settimana. Sa che l’illegalità dei bianchi non è mai un bene per le persone di colore.

Per questo ha avvertito: “Se non applichiamo la legge in modo equo, ci disintegreremo come specie”.

Sta già accadendo.

Kathy Shihadah ha un profondo legame con la Palestina grazie ai suoi parenti palestinesi che vivono a Gaza. Si avvale della sua esperienza come ricercatrice professionista del conflitto israelo-palestinese e come blogger cristiana progressista. È giornalista e redattrice di “If Americans Knew”.

https://israelpalestinenews.org/israel-the-icc-and-the-disintegration-of-our-species/

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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