Rapporto OCHA 30 dicembre 2023

Dic 31, 2023 | Notizie, Rapporti Palestina OCHA

La versione in italiano dei rapporti ONU OCHA è a cura dell’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli: https://sites.google.com/site/assopacerivoli/materiali/rapporti-onu/rapporti-settimanali-integrali

Rapporto OCHA dai Territori Palestinesi occupati – 30 dicembre 2023

A Gaza, la Comunità umanitaria sta lavorando incessantemente per salvare vite umane, ma non ci sono le condizioni per un’operazione di aiuto significativa. Ormai prossimo alla fine, il 2023 è l’anno più mortale da quando le Nazioni Unite hanno iniziato a registrare le vittime nei Territori Palestinesi Occupati, 18 anni fa. Il Segretario Generale ha chiesto un immediato cessate il fuoco umanitario e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.

Punti chiave

Il 30 dicembre, su gran parte della Striscia di Gaza, sono continuati i pesanti bombardamenti israeliani dal cielo, dalla terra e dal mare, soprattutto nei campi profughi nel centro di Gaza. È continuato anche il lancio di razzi da parte di gruppi armati palestinesi contro Israele. Secondo quanto riferito, le operazioni di terra e gli intensi combattimenti tra le forze israeliane e i gruppi armati palestinesi, con attacchi aerei e missili che hanno colpito unità abitative e infrastrutture, hanno provocato un elevato numero di vittime. Ciò è avvenuto in aree in cui i palestinesi si erano trasferiti in seguito all’ordine delle forze israeliane di spostarsi dal nord di Gaza.

Secondo il Ministero della Sanità (MoH) di Gaza, tra i pomeriggi del 29 e 30 dicembre, sono stati uccisi 165 palestinesi e altre 250 persone sono rimaste ferite. Complessivamente, secondo il Ministero della Salute di Gaza, tra il 7 ottobre e le 7:00 del 30 dicembre, a Gaza sono stati uccisi almeno 21.672 palestinesi. Si ritiene che circa il 70% delle persone uccise siano donne e minori. Alla stessa data, secondo quanto riferito, sarebbero rimasti feriti 56.165 palestinesi. Molte persone risultano disperse, presumibilmente sepolte sotto le macerie, in attesa di essere soccorse o recuperate.

Il 30 dicembre, l’esercito israeliano ha annunciato che, a Gaza, era stato ucciso un altro soldato e che un altro era morto a causa delle ferite riportate la settimana scorsa. Complessivamente, dall’inizio dell’operazione di terra, secondo l’esercito israeliano, a Gaza sono stati uccisi 168 soldati e feriti 955.

Il 30 dicembre, il Ministero della Salute di Gaza ha dichiarato di essere riuscito a ripristinare alcuni servizi, aumentando così la capacità di numerosi ospedali nel nord di Gaza, tra cui l’ospedale arabo Al Ahli, l’ospedale di beneficenza Patients Friends, l’ospedale internazionale Al Helou, e l’ospedale Al Awda, oltre a una serie di altri centri di assistenza primaria. Ciò è avvenuto in un contesto di grandi rischi, legati al movimento e al lavoro delle équipe mediche a causa dei continui bombardamenti dei quartieri residenziali e delle vicinanze delle strutture sanitarie. Inoltre, il Ministero della Salute di Gaza, l’UNRWA e l’OMS si stanno coordinando su un piano per la riattivazione di centri sanitari per soddisfare le esigenze degli sfollati in tutti i luoghi di sfollamento.

Il 30 dicembre, il Ministero della Salute di Gaza ha sottolineato la necessità di dare priorità all’evacuazione di oltre 5.300 feriti e malati di Gaza che si trovano ad affrontare condizioni mediche gravi e complesse. L’obiettivo è facilitare l’ottenimento di cure adeguate. Il Ministero della Salute e l’OMS stanno cercando di trovare, con tutte le parti, meccanismi efficaci per facilitare l’uscita dei feriti e dei malati per le cure all’estero.

Il 30 dicembre, sono entrati a Gaza 103 camion con cibo e forniture mediche. Il volume degli aiuti resta deplorevolmente inadeguato. Il Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e Coordinatore degli Soccorsi d’Emergenza ha dichiarato “che questa è una situazione impossibile per la popolazione di Gaza e per coloro che cercano di aiutarla. I combattimenti devono finire”.

La mattina del 29 dicembre, il direttore dell’ufficio dell’UNRWA , sul settore di Gaza, ha annunciato che le forze israeliane avevano sparato contro un convoglio umanitario che stava tornando dal nord di Gaza e stava seguendo una rotta designata dall’esercito israeliano. Nessuno è rimasto ferito, ma un veicolo ha riportato danni. Il direttore dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente) ha ribadito che gli operatori umanitari non dovrebbero mai essere un bersaglio. Il sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza ha condannato questo attacco affermando: “Il convoglio era chiaramente segnalato e i suoi movimenti erano coordinati con le parti. Gli attacchi contro gli operatori umanitari sono illegali. Il conflitto deve finire”.
 

Ostilità e vittime (Striscia di Gaza)

Di seguito sono riportati esempi di episodi con vittime, segnalati tra il 29 dicembre e il 30 dicembre:

Il 29 dicembre, intorno alle 23:20, secondo quanto riferito, la casa del giornalista Jaber Abu Hadrous è stata colpita nel Campo di An Nuseirat, nel centro di Gaza. Il giornalista sarebbe stato ucciso insieme a sei membri della sua famiglia, compresi dei minori. Secondo quanto riferito, un numero non confermato di feriti è stato trasferito all’ospedale di Al Aqsa.

Il 29 dicembre, intorno alle 14:30, due sfollati interni (IDP) sarebbero stati uccisi e un altro ferito, secondo quanto riferito, quando sarebbe stata colpita la scuola elementare maschile dell’UNRWA nel Campo di Al Bureij, nel centro di Gaza.

Al 27 dicembre, durante le ostilità, sono stati uccisi 144 membri del personale delle Nazioni Unite, tra cui 142 membri del personale dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente), un membro del personale dell’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo) e un membro del personale dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità).

 
Per chi volesse leggere gli aggiornamenti quotidiani, UPDATES sul sito OCHAOPT

https://www.ochaopt.org/publications/protection-of-civilians

La scrivente “Associazione per la pace – gruppo territoriale di Rivoli”, stante l’imparzialità dell’Organo che li redige, utilizza i Rapporti per diffondere un’informazione affidabile sugli eventi che accadono in Palestina. Pertanto, traduce i Rapporti in italiano (escludendo i dati statistici ed i grafici) e li invia agli interessati. Talvolta, i traduttori dell’Associazione, per esplicitare informazioni che gli estensori dei Rapporti sottintendono considerandole già note ai lettori abituali, aggiungono nel corpo del testo brevi note [in corsivo tra parentesi quadre].

In caso di discrepanze, fa testo la versione originale in lingua inglese.

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