La Corte Suprema israeliana approva la demolizione punitiva della casa di un minore detenuto

Set 1, 2023 | Notizie

di Amnesty International,

Amnesty News, 25 agosto 2023. 

La Corte Suprema israeliana ha approvato oggi la demolizione punitiva della casa della famiglia di un ragazzo palestinese di 13 anni che ha trascorso gli ultimi sei mesi in detenzione preventiva con accuse ingiuste. Nel febbraio 2023, Mohammed Zalabani ha accoltellato un agente della polizia di frontiera israeliana su un autobus, a un posto di blocco nel campo profughi di Shu’afat, nella Gerusalemme Est occupata. Il ragazzo è stato subito bloccato, ma pochi istanti dopo una guardia privata israeliana ha accidentalmente sparato all’agente di polizia uccidendolo. 

Nonostante l’autopsia abbia confermato che è stato lo sparo a uccidere l’agente di polizia di frontiera, Mohammed Zalabani è stato accusato del suo omicidio ed è ora in attesa di processo in un carcere minorile. In seguito all’attacco, l’esercito israeliano ha ordinato la demolizione punitiva dell’appartamento al terzo piano di Shu’afat dove vivono i genitori e i tre fratelli di Mohammed Zalabani, uno dei quali è solo un bambino che fa i primi passi. L’organizzazione israeliana per i diritti umani HaMoked ha presentato una petizione contro l’ordine, ma la Corte Suprema l’ha respinta.  

“Le demolizioni punitive di Israele sono una forma di punizione collettiva illegale, che costituisce un crimine di guerra e una grave violazione della Quarta Convenzione di Ginevra. La sentenza di oggi dimostra come lo sfacciato disprezzo di Israele per il diritto internazionale attraversi tutte le sue istituzioni. Dimostra anche il ruolo della Corte Suprema nell’applicazione dell’apartheid nei confronti dei palestinesi”, ha dichiarato Khulood Badawi, responsabile regionale di Amnesty International per Israele e i Territori Palestinesi occupati.  

“I fratelli e i genitori di Mohammed Zalabani non erano coinvolti nell’attacco, ma ora rischiano di perdere la loro casa e di essere sfollati a causa di un atto di vendetta totalmente avulso dalla giustizia e dallo stato di diritto. Nel frattempo il loro figlio Mohammed, che è solo un minore, è in carcere e rischia una lunga condanna per un crimine che non ha commesso”. 

Il pubblico ministero che ha il ruolo di accusatore di Mohammed Zalabani ha riconosciuto che egli ha agito completamente da solo e che la sua famiglia non era a conoscenza in anticipo dell’attacco.  

Le demolizioni punitive nei Territori Palestinesi occupati sono solitamente accompagnate da violente incursioni militari che possono causare gravi danni alle abitazioni vicine. Seminano il terrore in intere comunità palestinesi e sono una delle misure che le autorità israeliane utilizzano per opprimere e dominare i palestinesi. 

Il contesto

Le autorità israeliane utilizzano abitualmente demolizioni punitive contro le famiglie dei palestinesi che hanno compiuto attacchi reali o presunti contro le forze o i civili israeliani. La Corte Suprema approva la stragrande maggioranza degli ordini di demolizione punitiva, sostenendo che essi costituiscono un deterrente per potenziali attacchi futuri. Nel 2005, le demolizioni punitive erano state sospese in seguito alla raccomandazione di un comitato militare, secondo il quale la politica non aveva alcun effetto deterrente sugli attacchi palestinesi contro gli israeliani. La politica è stata ripresa nel 2014 e da allora centinaia di palestinesi hanno perso le loro case.

Le demolizioni punitive sono una forma di punizione collettiva illegale e costituiscono una grave violazione della Quarta Convenzione di Ginevra e un crimine di guerra secondo lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali hanno chiesto a Israele di porre fine a questa pratica. Secondo la legge israeliana, l’età minima di responsabilità penale è di 12 anni, mentre il Comitato ONU sui Diritti del Fanciullo incoraggia gli Stati ad aumentarla ad almeno 14 anni.  

 Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Archivi

Fai una donazione

Fai una donazione tramite Paypal alla nostra associazione:

Fai una donazione ad Asso Pace Palestina

Oppure versate il vostro contributo ad
AssoPace Palestina
Banca BPER Banca S.p.A
IBAN: IT 93M0538774610000035162686

il 5X1000 ad Assopace Palestina

Il prossimo viaggio