di Sabri Saidam,
Middle East Monitor, 18 agosto 2022.
Pochi giorni fa, [N.B. questo articolo è del 18 agosto] un gruppo di ex ambasciatori e consoli britannici ha pubblicato una lettera in cui si chiede a Liz Truss, l’attuale Ministro degli Esteri e la principale candidata alla leadership del Partito Conservatore, nonché successore del Primo Ministro Boris Johnson, di non spostare l’ambasciata in Israele del suo Paese da Tel Aviv a Gerusalemme, per compiacere la lobby sionista. La lettera al direttore di un quotidiano nazionale avvertiva ugualmente delle conseguenze di questo passo pericoloso.
L’elenco dei firmatari e il loro background rivela la loro ricca esperienza in Medio Oriente, e quindi la loro lettura accurata della situazione, che dovrebbe essere presa sul serio. Tra questi, Sir Jeremy Greenstock, ex rappresentante britannico presso le Nazioni Unite; Sir Vincent Fean, Console Generale britannico a Gerusalemme; Sir Andrew Green, ex ambasciatore britannico in Arabia Saudita; Sir Richard Dalton, ex ambasciatore britannico in Iran; Sir Harold Walker, ex ambasciatore britannico in Iraq; Sir William Petty, ex ambasciatore britannico in Afghanistan; Robin Kealy, ex ambasciatore britannico in Tunisia; e Sir Edward Clay, ex commissario generale britannico in Kenya.
La loro lettera non era un’analisi approfondita o un esame intellettuale; si limitava a mettere in guardia sul potenziale disastro di una tale mossa, anche perché suggerirebbe fortemente che la Gran Bretagna non ha imparato dalla propria storia e da ciò che ha inflitto al popolo palestinese e arabo nel suo complesso con la Dichiarazione Balfour del 1917 e ciò che ne è seguito. L’impero su cui il sole non tramontava mai abbandonò la Palestina, lasciandola a catastrofi, arretramenti e paurosi scenari politici i cui effetti sono ancora visibili.
Gli illustri firmatari hanno fatto riferimento all’aspra battaglia elettorale per la leadership tra Truss e il suo avversario Rishi Sunak, il Cancelliere dello Scacchiere, e ai regali gratuiti che vengono distribuiti a destra e a manca per attirare voti nel tentativo di succedere a Johnson. Tali regali ai lobbisti pro-Israele avranno conseguenze disastrose, non solo nella Palestina occupata, ma anche in termini di relazioni estere della Gran Bretagna con coloro che incolpano proprio la Gran Bretagna per ogni goccia di sangue e di lacrime versate per i Palestinesi. Tali persone e Stati sono ancora più numerosi di quelli che hanno normalizzato le relazioni con lo Stato di occupazione.
I capricci e le aspirazioni di Truss e Sunak, entrambi desiderosi di regalare qualcosa che non è loro, emulando il peggio dei loro predecessori coloniali, di fatto cancellano intere nazioni o popoli in cambio di un posto al 10 di Downing Street. C’è anche uno stretto rapporto con lo screditato “Affare del Secolo” di Donald Trump, che poi è stato sconfitto nelle elezioni presidenziali, casomai qualcuno l’avesse dimenticato.
Lo spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme non è come l’aumento degli aiuti militari o lo sviluppo di legami economici, perché va contro il diritto e le convenzioni internazionali e contro la posizione dichiarata dalla Gran Bretagna su Gerusalemme e sui modi per risolvere il conflitto in base alle risoluzioni delle Nazioni Unite. Sarebbe un cambio radicale di politica, per soddisfare i desideri dell’estrema destra israeliana, che ha un totale disprezzo per la politica internazionale.
La fermezza dei palestinesi che ancora si aggrappano alla loro terra e il loro rifiuto della pluri-decennale occupazione israeliana confermano che i vecchi certamente muoiono, ma i giovani non dimenticano, contrariamente alle previsioni e ai desideri sionisti. Continuano a lottare per la liberazione dal giogo del colonialismo israeliano e a chiedere un risarcimento completo per i diritti e le vite rubate. Oggi, Israele ha l’audacia di fare una campagna in Occidente attraverso i suoi gruppi di pressione ben finanziati, per derubare i Palestinesi di un numero ancora maggiore di diritti. La pace non è nella mente di Israele, le cui azioni alimentano il fuoco di conflitti e di guerra perpetua nella regione.
Il mondo è pronto a pagare il prezzo delle promesse fatte dai politici britannici in lizza per il potere in un Paese che ha avuto un’influenza così dannosa in Medio Oriente? Il popolo britannico è pronto a rompere con le posizioni di lunga data del suo governo sull’occupazione della Palestina, affinché i politici possano attrarre fondi e voti da parte di lobbisti pro-Israele? E siamo tutti pronti per un altro secolo di mancate scuse da parte della Gran Bretagna per la Dichiarazione Balfour e per ulteriori tragedie e battute d’arresto derivate da quella lettera calamitosa?
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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