Assopace Palestina condanna l’arresto del difensore dei diritti umani Mohammed Khatib.
Un arresto che conferma la grave ondata di repressione contro la Resistenza Nonviolenta Palestinese di cui siamo convinti sostenitori.
Il difensore dei diritti umani Mohammed Khatib, del villaggio di Bili’in, secondo le modalità previste da un’apposita Dichiarazione delle Nazioni Unite, è stato arrestato il 3 luglio nel corso di un’azione nonviolenta organizzata dal Comitato di Coordinamento della Lotta Popolare (PSCC) per protestare contro l’espansione degli insediamenti israeliani a est di Ramallah. Oltre 150 palestinesi stavano manifestando pacificamente sui terreni confiscati al villaggio di Betein, dove è previsto l’ampliamento dell’insediamento di Beit, simbolo del comando centrale dell’esercito israeliano e del suo controllo sui territori palestinesi occupati. L’iniziativa è stata rapidamente stroncata facendo uso di gas lacrimogeni e bombe sonore. I giornalisti e i media presenti sono stati presi di mira dall’esercito israeliano, diverse persone sono rimaste ferite e molte di loro hanno sofferto di asfissia.
I soldati hanno arrestato Mohammed Khatib all’inizio della protesta, attorno alle 15:00, per trasferirlo nel carcere israeliano di Ofer, nella periferia sud di Ramallah. Un’udienza preliminare ha avuto luogo sotto la giurisdizione militare applicata ai palestinesi che vivono in Cisgiordania. L’imputato è stato rilasciato su cauzione di 5.000 NILS (circa 1.000 euro) ed è in attesa della prossima udienza. Le accuse contro di lui quelle tipiche: disturbo di un soldato in servizio e organizzazione di assemblee illegali. Ma la sua unica colpa è quella di manifestare pacificamente.
Secondo l’Ordinanza N.101 sul Divieto di Azioni di Istigazione e di Propaganda Ostile, infatti, le assemblee, i cortei e le veglie sono di fatto vietati, pena una reclusione fino ai dieci anni che può essere prolungata anche oltre. Tale Ordinanza viola palesemente il diritto alla libertà di espressione e di riunione pacifica del popolo palestinese e pone i difensori dei diritti umani in una situazione di rischio enorme. In base alla stessa, venerdì 28 giugno erano già stati arrestati a Nabi Saleh Rana Nazzal, uno dei leader del Comitato di Resistenza Popolare, e Nariman Tamimi, attivista di primo piano. Entrambe rilasciate su cauzione, sono accusate di essersi avvicinate ad una zona militare durante una delle manifestazioni settimanali che il Comitato Popolare di Nabi Saleh organizza da 4 anni per protestare contro l’espansione degli insediamenti e la violenza dei coloni.
Assopace Palestina, nel ribadire l’appoggio a forme di resistenza nonviolenta praticate dai Comitati Popolari, pretende l’attuazione della Dichiarazione ONU sui difensori dei diritti umani (inclusa l’istituzione di meccanismi che permettano di individuare i responsabili di violazioni), chiede l’immediata assoluzione di Mohammed Khatib, Rana Nazzal e Nariman Tamimi e la libertà per tutti i prigionieri politici palestinesi.
Info: lmorgantiniassopace@gmail.com