di Tareq S. Hajjaj,
Mondoweiss, 3 gennaio 2025.
È passata una settimana da quando il dottor Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan, è stato arrestato dalle forze israeliane. I rapporti indicano che è detenuto all’interno di una famigerata struttura di tortura, ma i funzionari israeliani non confermano dove si trovi.
Il suo camice bianco spicca in netto contrasto con la cenere grigia e le macerie che circondano l’ospedale che ha difeso instancabilmente negli ultimi mesi. Due enormi carri armati, con i cannoni puntati nella sua direzione, sono pronti a sparare. Una voce grida dal carro armato, chiamando il nome che ora è diventato un simbolo di fermezza, eroismo e tragedia a Gaza: Hussam Abu Safiya.
Una foto del dottor Hussam Abu Safiya, diventata virale sui social media, che lo ritrae con il suo camice bianco mentre cammina tra le macerie in direzione dei carri armati israeliani che circondano l’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahia, nel nord di Gaza. Foto via X.
Questa è la scena che si è svolta il 27 dicembre, quando l’esercito israeliano ha fatto la sua mossa finale verso l’ospedale Kamal Adwan, che aveva assediato e attaccato per settimane come parte della sua campagna di pulizia etnica in corso nel nord di Gaza.
Dopo essere stato chiamato dai soldati, il dottor Abu Safiya si è avventurato tra le macerie verso i carri armati, in una foto ormai virale, che si suppone abbia colto l’ultimo momento in cui è stato visto prima di essere rapito dall’esercito israeliano. Testimoni oculari nell’ospedale raccontano che il dottor Abu Safiya, nonostante il pericolo imminente che lo attendeva, non ha esitato ad andare incontro all’esercito – ancora una volta, mettendosi in prima linea per proteggere l’ospedale e i pazienti e il personale al suo interno.
L’esercito israeliano ha in seguito rilasciato registrazioni che documentano il momento in cui il dottor Safiya si è avvicinato al carro armato. Attraverso l’altoparlante dall’interno del carro armato, il soldato ordina al medico di sollevare il suo maglione per l’ispezione. I soldati gli aprono la porta; lui abbassa la testa per entrare e allunga la mano per stringere quella dell’ufficiale israeliano, che gli stringe la mano e gli dice in arabo: “Buongiorno. Entra, entra, dottore, come stai? Va tutto bene?”.
Il filmato, pubblicato dai media israeliani, mostra poi il dottor Abu Safiya che esce dal carro armato per tornare verso l’ospedale, con una serie di inquadrature che pretendono di mostrare pazienti, personale e servizi di emergenza che venivano evacuati “in sicurezza” dall’ospedale. Ciò che il filmato dell’esercito israeliano non ha mostrato, tuttavia, è che una volta che le telecamere si sono spente, il dottor Abu Safiya e diversi altri pazienti, giornalisti e personale dell’ospedale Kamal Adwan sono stati rapiti, picchiati e maltrattati dai soldati.
Mondoweiss ha intervistato testimoni che si trovavano nell’ospedale in quei momenti. Raccontano che il dottor Abu Safiya, una volta tornato dal carro armato, ha comunicato alle persone all’interno, su istruzione dei soldati, che l’ospedale doveva essere evacuato. A quel punto è iniziata l’incursione dell’esercito e i soldati hanno iniziato a dividere uomini, donne, medici e pazienti, costringendo i gruppi in diverse aree intorno all’ospedale, prima di trattenere le persone.
“Non appena siamo scesi in cortile, l’esercito ha circondato l’ospedale e ci ha preso [dividendoci in gruppi]. Ci hanno immediatamente spogliati e portati [il mio gruppo] in un centro di comando e controllo nella zona di Al-Fakhoura a Jabalia dove ci hanno interrogati. Il centro comprende sale per gli interrogatori e sale per le torture”, ha dichiarato a Mondoweiss Mohammad Al-Sharif, un giornalista che è stato detenuto per 11 ore all’interno dell’ospedale Kamal Adwan e poi rilasciato a Gaza City.
“Siamo stati spogliati dei nostri vestiti, faceva molto freddo e [i soldati] ci hanno insultato, minacciato e umiliato. Poi l’esercito ha esaminato tutti. Alcuni sono stati arrestati, pazienti, civili e medici, oltre a torturare il personale medico e i feriti”, ha descritto al-Sharif.
Una di queste persone era il dottor Husam Abu Safiya. La foto virale di lui in camice con i due carri armati non è stata, contrariamente a quanto riportato in precedenza, l’ultimo momento in cui il dottor Abu Safiya è stato visto vivo, poiché è stato visto più tardi mentre veniva portato via dall’ospedale, dopo essere stato picchiato dai soldati israeliani, secondo i testimoni.
“Nessuno conosce il destino del dottor Hussam Abu Safiya. Né il Ministero della Salute, né la famiglia del medico, né le organizzazioni per i diritti umani hanno alcuna informazione su di lui dopo che abbiamo lasciato l’ospedale. La sua sorte è ancora sconosciuta e io sono in contatto con la sua famiglia, che non ha ancora alcuna informazione”, ha detto il dottor Al-Sharif.
Il dottor Abu Safiya è detenuto in un noto campo di tortura?
L’incognita sulla sorte del dottor Abu Safiya ha portato ad ampie speculazioni sulla sua sorte. Molti temono che sia sottoposto a gravi abusi da parte dell’esercito israeliano a causa del suo alto profilo e del suo ripetuto rifiuto nei mesi precedenti, durante le incursioni israeliane, di abbandonare i suoi pazienti e il suo staff.
In un’intervista rilasciata a Mondoweiss pochi giorni prima della sua detenzione, il dottor Abu Safiya, quando gli è stato chiesto di parlare degli attacchi contro l’ospedale Kamal Adwan, ha dichiarato con tono di sfida: “Ce ne andremo quando l’ultimo palestinese lascerà il nord della Striscia di Gaza. Resteremo e serviremo coloro che sono qui. Questa è una missione umanitaria e il nostro messaggio al mondo è che noi forniamo cure umanitarie e non dobbiamo essere ostacolati. Ci siamo impegnati a dare assistenza a chi ne ha bisogno e rispetteremo il nostro giuramento di medici qui all’ospedale Kamal Adwan”.
All’indomani del rapimento del dottor Abu Safiya, sono iniziate a circolare notizie che ipotizzavano la sua detenzione nella famigerata struttura di tortura israeliana Sde Teiman, dove sono stati documentati casi di tortura, stupro e uccisione di detenuti palestinesi.
Le testimonianze di ex detenuti recentemente rilasciati da Sde Teiman, riportate dalla CNN, dicono di aver sentito chiamare il dottor Hussam Abu Safiya all’interno della prigione e di aver appreso da persone che hanno visto il medico che è stato sottoposto a torture che gli hanno fatto uscire il sangue dagli occhi.
Physicians for Human Rights Israel (PHRI) ha annunciato di aver presentato giovedì una petizione all’Alta Corte di Giustizia israeliana, chiedendo che venga immediatamente resa nota la localizzazione del dottor Abu Safiya. Il 2 gennaio, il PHRI ha dichiarato che l’autorità militare ha informato il gruppo “che una apposita ricerca non ha trovato alcuna indicazione dell’arresto o della detenzione dell’individuo in questione”, un’affermazione che contraddice frontalmente le dichiarazioni dei testimoni oculari dell’ospedale.
Il giorno dopo, tuttavia, in seguito alle crescenti pressioni dei gruppi per i diritti umani, l’esercito ha confermato che il dottor Abu Safiya era detenuto e che era “attualmente oggetto di indagini da parte delle forze di sicurezza israeliane”. L’esercito ha poi affermato che il dottor Abu Safiya era sospettato di essere un “terrorista” e di “avere un certo rango” in Hamas. Israele ha usato simili accuse infondate contro altri medici palestinesi di Gaza per giustificare la loro detenzione e tortura.
La famiglia di Abu Safiya ha rilasciato una dichiarazione in cui spiega di aver ricevuto testimonianze di detenuti successivamente rilasciati che confermano la sua detenzione nel carcere di Sde Teiman e raccontano che è stato sottoposto a maltrattamenti e umiliazioni, tra cui l’essere costretto a togliersi i vestiti e ad essere usato “come scudo umano”.
“Dall’inizio della guerra contro la Striscia di Gaza, nostro padre ha compiuto sforzi enormi per sostenere il sistema sanitario un disfacimento ed è stato un sostegno e un aiuto per i pazienti e la popolazione del nord di Gaza che hanno affrontato le condizioni più difficili di un assedio soffocante durato 84 giorni, compresi i continui bombardamenti, la fame, l’oppressione e le privazioni”, si legge nella dichiarazione.
“Durante questo periodo, nostro padre ha perso il suo amato figlio, Ibrahim, ed è stato lui stesso gravemente ferito, e ancora oggi ne soffre le conseguenze. Nonostante questo, nostro padre ha continuato a compiere il suo dovere con tutta onestà. Oggi è detenuto nella prigione israeliana di Sde Teiman, nota per i suoi crimini contro i prigionieri palestinesi”.
La famiglia ha fatto appello alle organizzazioni umanitarie internazionali e all’Organizzazione Mondiale della Sanità affinché intervengano immediatamente per proteggere il medico e preservare la sua vita prima che sia troppo tardi.
“Chiediamo a tutti i medici del mondo di intraprendere un’azione urgente e immediata per fare pressione sulle autorità di occupazione affinché rilascino il dottor Hussam Abu Safiya, prima che vada incontro al destino di molti medici e operatori sanitari che sono stati uccisi sotto tortura o a causa di una deliberata negligenza medica, o che sono ancora dispersi in questo momento”, ha dichiarato la famiglia.
Come sottolineato dalla famiglia, il rapimento del dottor Abu Safiya ha riacceso i riflettori sulla prassi israeliana di fare irruzione negli ospedali di Gaza, rapire medici e personale ospedaliero, torturarli e ucciderli in prigione.
Il caso più noto è quello del medico palestinese Adnan al-Bursh, primario del reparto di ortopedia dell’ospedale al-Shifa di Gaza City. Al-Bursh sarebbe stato gravemente torturato all’interno del centro di detenzione di Sde Teiman, prima di essere trasferito in un altro carcere dove è stato lasciato morire, spogliato dei suoi vestiti, nel cortile della prigione.
A settembre 2024, gli esperti delle Nazioni Unite hanno riferito che è stata confermata la morte di almeno tre medici palestinesi di Gaza all’interno delle carceri israeliane.
Secondo le testimonianze fornite a Human Rights Watch da prigionieri rapiti durante le incursioni israeliane negli ospedali, i detenuti sono stati spogliati dei loro vestiti, picchiati, bendati e ammanettati per diverse settimane consecutive. I prigionieri sono stati anche sottoposti a pressioni affinché confessassero di essere membri del movimento di Hamas, con ufficiali israeliani che minacciavano la detenzione a tempo indeterminato, lo stupro e l’uccisione delle loro famiglie a Gaza se non avessero confessato.
Al momento della pubblicazione, una settimana dopo l’arresto del dottor Abu Safiya, non si conoscono né il suo luogo esatto di detenzione né le sue condizioni.
Tareq S. Hajjaj,è il corrispondente da Gaza di Mondoweiss, e un membro dell’Unione degli Scrittori Palestinesi. Ha studiato letteratura inglese all’Università Al-Azhar di Gaza. Ha iniziato la sua carriera nel giornalismo nel 2015 lavorando come redattore e traduttore per il giornale locale, Donia al-Watan. Ha collaborato a Elbadi, Middle East Eye, e Al Monitor.
https://mondoweiss.net/2025/01/where-is-dr-hussam-abu-safiya-and-what-is-israel-doing-to-him/
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.
Grazie dell’articolo.
Voglio che questo Medico/Eroe sia salvato!
Voglio che al Popolo palestinese venga ridata tutta la sua Terra!!