Biden ha consentito un genocidio?

di Mohammed Zain Shafi Khan, 

Al Jazeera, 28 dicembre 2024.  

Gli ex funzionari di Biden riflettono sull’eredità del presidente americano.

Il presidente Joe Biden è stato criticato per il suo continuo sostegno alla guerra di Israele a Gaza, nonostante il crescente numero di vittime civili. [Ben Curtis/AP Photo].

A luglio, il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato di aver “fatto più di chiunque altro per la comunità palestinese “. Maryam Hassanein, un’incaricata politica che si è dimessa dalla sua amministrazione, non è affatto d’accordo.

“Penso che la sua eredità sia l’opposto”, ha detto Hassanein, ex membro del Dipartimento degli Interni. “È il presidente che ha fatto più male ai palestinesi”.

Il 20 gennaio Biden lascerà l’incarico, unendosi a una breve lista di presidenti che hanno svolto un solo mandato alla Casa Bianca.

Ma al tramonto del mandato presidenziale, alcuni ex membri del suo governo affermano che l’approccio di Biden alla guerra di Israele contro Gaza potrebbe rivelarsi una macchia duratura sulla sua eredità.

La guerra a Gaza ha suscitato ampie preoccupazioni umanitarie, che vanno dalla carestia alla pulizia etnica. Una commissione speciale delle Nazioni Unite ha persino avvertito che le tattiche di Israele nell’enclave palestinese sono “coerenti con il genocidio“.

Circa 45.000 palestinesi sono stati uccisi e più di 100.000 feriti. Ben 1,9 milioni di persone sono state sfollate dalle loro case.

Ma da quando la guerra è stata lanciata, nell’ottobre del 2023, gli Stati Uniti hanno sostenuto incrollabilmente la campagna di Israele.

L’amministrazione Biden ha fornito almeno 17,9 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele nel primo anno di guerra – una somma record per il paese mediorientale. Inoltre, all’inizio di quest’anno, gli Stati Uniti hanno dispiegato circa 100 soldati per assistere nella gestione di un avanzato sistema di difesa missilistica inviato a Israele.

La Hassanein è stata una della dozzina di funzionari di Biden che si sono dimessi a causa di queste politiche. La Hassanein incolpa Biden di aver contribuito a creare una cultura di accettazione della violenza anti-palestinese.

“Le sue politiche hanno causato un danno immenso ai palestinesi, non solo in Palestina ma anche qui negli Stati Uniti, dove i crimini d’odio contro i palestinesi sono aumentati”, ha detto Hassanein.

Negli ultimi giorni della presidenza Biden, Al Jazeera ha parlato con ex collaboratori governativi e funzionari come Hassanein, che hanno riflettuto sulla controversa eredità del presidente e sul motivo per cui si sono sentiti costretti a lasciare i loro incarichi.

Josh Paul. Si è dimesso il 18 ottobre 2023

Manifestanti si riuniscono per un cessate il fuoco a Gaza mentre il presidente Joe Biden visita Warren, Michigan, il 1° febbraio 2024. [Rebecca Cook/Reuters].

Josh Paul, ex direttore degli affari pubblici e congressuali presso l’Ufficio Affari Politico-Militari del Dipartimento di Stato, è stato uno dei primi a lasciare l’amministrazione Biden.

Aveva trascorso più di un decennio al Dipartimento di Stato. Ma quel mandato è terminato nell’ottobre 2023, poco dopo l’inizio della guerra di Israele.

Si è opposto a quelle che ha definito le uccisioni indiscriminate di palestinesi da parte di Israele e alla decisione degli Stati Uniti di fornire un sostegno incondizionato a Israele.

“Era del tutto evidente che non solo non potevo fare nulla nel contesto di Gaza per migliorare la situazione, ma che in realtà qualsiasi cosa facessi l’avrebbe solo peggiorata”, ha detto dei suoi ultimi giorni al Dipartimento di Stato.

Paul ha lasciato l’amministrazione Biden nell’ottobre 2023, poco dopo l’inizio della guerra di Israele a Gaza [Cortesia di Josh Paul].

Al momento delle sue dimissioni, almeno 8.000 palestinesi erano stati uccisi da Israele. Paul incolpa l’acquiescenza degli Stati Uniti per le migliaia di morti palestinesi durante il conflitto.

“L’eredità di Biden su Gaza sarà la complicità americana nel genocidio e la demolizione americana dell’ordine internazionale basato sulle regole – o almeno i primi e più significativi passi verso questo”, ha detto Paul. “Né l’una né l’altra sono un’eredità di cui qualcuno dovrebbe essere orgoglioso”.

Paul ha aggiunto di non avere rimpianti per la sua decisione di lasciare l’amministrazione Biden. Ha sottolineato che Biden ha ripetutamente stabilito “linee rosse” che Israele ha superato senza conseguenze significative.

Ad esempio, a marzo, Biden ha definito l’invasione della città meridionale di Rafah una “linea rossa“. Ma a maggio Israele aveva bombardato la città e portato le truppe nei suoi quartieri densamente popolati.

“Quando gli altri paesi vedono che il Presidente degli Stati Uniti fissa delle linee rosse e non fa nulla per farle rispettare, questo ci indebolisce a livello globale”, ha dichiarato Paul.

Votare alle elezioni presidenziali del 2024 è stata una sfida per lui. La corsa ha visto contrapporsi la vicepresidente di Biden, Kamala Harris, all’ex presidente Donald Trump. Entrambi i candidati hanno rifiutato di impegnarsi a contenere l’offensiva militare di Israele.

Paul ha detto di aver consultato diversi amici palestinesi prima di votare. Ha votato per Harris.

“Per quanto orribile sia stata l’amministrazione Biden-Harris, c’erano più possibilità di cambiare la politica americana con un’amministrazione Harris che con un’amministrazione Trump”, ha dichiarato. Trump, tuttavia, alla fine ha vinto la sua candidatura per la rielezione.

Paul è ora presidente di A New Policy, un’organizzazione che ha fondato con un altro ex funzionario di Biden, Tariq Habash, con l’obiettivo di rafforzare le relazioni tra Stati Uniti e Medio Oriente.

Lily Greenberg-Cole. Si è dimessa il 15 maggio 2024

Manifestanti pro-palestinesi manifestano all’esterno della cena annuale dell’Associazione dei Corrispondenti della Casa Bianca a Washington, DC, il 27 aprile 2024. [Nathan Howard/Reuters].

Si ritiene che Lily Greenberg-Cole sia la prima persona ebrea dell’amministrazione Biden a dimettersi pubblicamente per la guerra a Gaza.

Le sue ragioni – simili a quelle di Paul – sono state “sgomento” e “delusione” per le politiche di Biden, che ha descritto come “devastanti per i palestinesi”.

Greenberg-Cole ha prestato servizio presso il Dipartimento degli Interni come assistente speciale del capo del personale. In quanto incaricata politica, assunta per servire a piacimento del presidente, si è sentita in dovere di prendere posizione contro le politiche di Biden.

“Mi sono sentita privilegiata nel poter parlare all’interno dell’amministrazione in un modo in cui altri miei colleghi, soprattutto se non bianchi o musulmani, si sono opposti e si sono sentiti molto più censurati”, ha detto Greenberg-Cole.

Quattro anni fa, Greenberg-Cole ammetteva di essere entusiasta della vittoria di Biden alle elezioni del 2020. Si considera una democratica da sempre e ha persino fatto campagna per Biden in Pennsylvania.

All’inizio si è detta orgogliosa di aver servito nell’amministrazione Biden. Ha indicato l’Inflation Reduction Act (IRA) del 2022 come un punto di forza particolare.

Quell’atto ha prodotto un importante investimento nelle politiche per l’energia pulita e il cambiamento climatico, e lo stesso Biden lo ha definito “il più grande passo avanti sul clima di sempre”. Ma Greenberg-Cole ritiene che questo risultato sarà oscurato dalle politiche di Biden nei confronti di Gaza.

“Ci sono state cose che l’amministrazione ha fatto davvero bene per noi in termini di politica interna, come l’approvazione della legislazione sul cambiamento climatico e l’IRA”, ha detto Greenberg-Cole. “Ma credo che nessuno se ne ricorderà”.

I critici di Biden sottolineano che le leggi nazionali sui diritti umani, compresa la legge Leahy, impediscono agli Stati Uniti di trasferire aiuti a forze straniere che si trovano di fronte ad accuse “credibili” di violazione dei diritti umani.

Greenberg-Cole è tra coloro che ritengono che gli Stati Uniti abbiano violato i propri standard.

“Gli Stati Uniti hanno infranto molte delle nostre stesse leggi per continuare a fornire armi a Israele, nonostante l’enorme quantità di prove dei crimini di guerra commessi”, ha dichiarato.

A suo avviso, Biden sarà ricordato come un “criminale di guerra” che non ha mostrato quasi alcuna empatia o attenzione per le sofferenze dei palestinesi – e ha permesso la “completa disumanizzazione dei palestinesi, del popolo libanese e degli arabi in generale”.

Alex Smith. Si è dimesso il 27 maggio 2024

Manifestanti a Boston, Massachusetts, hanno protestato durante la visita del presidente Joe Biden il 21 maggio. [Steven Senne/AP Photo].

Mentre lavorava come appaltatore e consulente senior per l’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID), Alex Smith aveva un ampio mandato.

Gli era stato affidato il compito di approfondire questioni riguardanti il genere, le malattie infettive, la nutrizione e la salute di madri e bambini.

Tutti questi problemi si sono presentati a Gaza, mentre si svolgeva l‘assedio di Israele. L’assedio ha limitato l’accesso a cibo, acqua e medicine, costringendo alla chiusura di ospedali e unità mediche. Le Nazioni Unite hanno anche ripetutamente avvertito che il nord di Gaza è a rischio “imminente” di carestia.

Secondo l’organizzazione no-profit Save the Children, a ottobre 2024 erano stati uccisi a Gaza almeno 3.100 bambini sotto i cinque anni. In un’indagine condotta sui bambini di questa fascia d’età, l’organizzazione ha rilevato che quasi il 20% soffriva di malnutrizione acuta. Un altro 4% soffriva di malnutrizione acuta grave.

Le Nazioni Unite hanno anche scoperto che circa 46.300 donne incinte a Gaza erano alle prese con “livelli di crisi” di fame.

Smith ha lavorato come professionista, fornendo consulenza su questioni quali la salute materna e infantile [Cortesia di Alex Smith].

Smith decise di dare l’allarme su Gaza all’interno della sua agenzia. Ha detto di aver scritto e-mail ai suoi superiori, tra cui Samantha Power, l’amministratrice dell’USAID, senza alcun risultato.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, ha raccontato Smith, è stata quando la dirigenza ha annullato una sua presentazione orale sulla mortalità materna e infantile tra i palestinesi, nonostante avesse inizialmente accettato di lasciarlo parlare.

Nel periodo precedente la presentazione, ha raccontato che le sue diapositive sono state esaminate e che gli sono state date istruzioni dettagliate sul linguaggio da usare.

Ha ricordato che gli è stato detto di non riferirsi ai cittadini arabi israeliani come “palestinesi”, anche se si identificavano come tali, e di evitare frasi come “al confine di Gaza”. Anche una mappa di Gaza era considerata “inaccettabile”.

“Era tutto molto orwelliano”, ha detto Smith, riferendosi al romanziere distopico britannico George Orwell. “Era praticamente uscito dalle pagine di 1984”.

Dopo l’annullamento della presentazione, Smith ha dichiarato di essere stato messo di fronte a una scelta: dimettersi o essere licenziato. Ha scelto la prima.

Attualmente lavora per un think tank, il Carnegie Endowment for International Peace, raccogliendo prove per i tribunali.

Riflettendo sul periodo trascorso nel governo Biden, Smith nota un netto contrasto tra il sostegno di Biden all’Ucraina devastata dalla guerra e la sua mancanza di sostegno a Gaza, dove interi quartieri sono stati rasi al suolo.

“Quando parliamo di Ucraina, possiamo condannare il bombardamento degli ospedali. Possiamo parlare della resistenza delle persone che vengono attaccate. Possiamo parlare degli autori degli attacchi”, ha detto Smith.

“Ma quando si tratta di Gaza, non parliamo di queste persone. Non pianifichiamo la ricostruzione dei sistemi sanitari”.

Quando ha votato per le presidenziali del 2024, Smith sapeva di non poter sostenere la vicepresidente di Biden, Harris, temendo una continuazione delle politiche del presidente.

Il suo stato d’origine, il Maine, utilizza un sistema di scelta classificata, che consente ai residenti di offrire il proprio sostegno a più candidati. Smith ha usato la sua scheda per classificare Harris come ultima scelta, dietro ai candidati terzi Cornel West e Jill Stein.

Smith ha spiegato di avere una visione cupa dell’eredità di Biden che verrà percepita negli anni a venire. “Sarà ricordato come il presidente degli Stati Uniti che ha prodotto un genocidio contro i bambini di Gaza”.

https://www.aljazeera.com/news/longform/2024/12/28/enabling-genocide-former-biden-officials-reflect-on-the-presidents-legacy

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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