Otto citazioni critiche di Jimmy Carter che non vedrete nella maggior parte dei necrologi dei media mainstream

di Mehdi Hasan

Zeteo, 30 dicembre 2024.  

L’ex presidente ha criticato la politica estera degli Stati Uniti, ha appoggiato Bernie Sanders e ha condannato l'”apartheid” israeliano.

Il Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter alla Casa Bianca durante un discorso sull’economia e l’inflazione, Washington, 14 marzo 1980. (Chuck Fishman/Getty Images)

Come ricordare il defunto Jimmy Carter, 39° presidente degli Stati Uniti? Gli opinionisti discuteranno sulla sua politica interna e soprattutto sui suoi risultati economici, che non sono stati brillanti: l’inflazione, i tassi di interesse e la disoccupazione sono aumentati durante il suo mandato tra il 1977 e il 1981.

Altri discuteranno il suo curriculum in politica estera, che ha registrato importanti vittorie, come i trattati di pace di Camp David e del Canale di Panama, ma anche gravi sconfitte, come la crisi degli ostaggi iraniani.

Ma è quello che Carter ha detto dopo aver lasciato il suo incarico che mi rimarrà impresso, perché non solo era forse l’ex presidente più amato, ma non aveva nemmeno paura di dire alcune schiette verità al popolo americano.

Ecco le citazioni di Jimmy Carter più sorprendenti che forse non avete mai sentito prima e che probabilmente non verranno citate nella maggior parte dei suoi necrologi.

  1. Cominciamo dal 2015. Quando l’ormai defunto presidente disse: “Penso che l’obiettivo della superpotenza americana dovrebbe essere quello di essere il campione della pace”, solo per poi seguire con l’affermazione che “siamo il Paese più bellicoso della Terra”. Carter sottolineò anche che gli Stati Uniti erano stati in pace solo per 16 degli allora 242 anni di vita della nazione, quattro dei quali sotto la sua guida.
  2. Riguardo all’invasione dell’Iraq, già nel 2004 Carter aveva dichiarato al quotidiano britannico The Independent: “non c’era alcun motivo per il nostro recente coinvolgimento in Iraq. È stata una guerra basata su bugie e interpretazioni sbagliate da parte di Londra e Washington”.
  3. Nel 2006 ha ribadito questa affermazione, chiedendo le dimissioni del Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld e affermando che lui e il Vicepresidente Dick Cheney hanno “deliberatamente ingannato il popolo americano sul pericolo in Iraq”.
  4. Il comitato del Nobel ha infatti dichiarato che le sue prime critiche alla politica estera dell’amministrazione di George W. Bush – che Carter avrebbe in seguito definito “la peggiore della storia” – sono state una delle ragioni per cui l’ex presidente ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 2002.
  5. Nel 2012, scrivendo sul New York Times a proposito della guerra dei droni di Barack Obama, Carter ha dichiarato che “gli Stati Uniti stanno abbandonando il loro ruolo di campione globale dei diritti umani. Il nostro paese non può più parlare con autorità morale su queste questioni critiche”.
  6. Ha poi citato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, aggiungendo che “le politiche antiterrorismo del nostro governo stanno ora chiaramente violando almeno 10 dei 30 articoli della Dichiarazione, tra cui il divieto di ‘trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti'”. – Queste erano le parole di un ex presidente democratico che denunciava a gran voce le campagne di bombardamento di un presidente democratico in carica. Sì, Carter non aveva paura di andare contro il suo stesso partito. Infatti, nel 2017, non solo ha elogiato Bernie Sanders, ma ha ammesso di aver votato per Sanders alle primarie democratiche del 2016, e non per Hillary Clinton. Nessuno potrebbe davvero immaginare che qualcuno come Obama o Biden potesse mettersi così contro i Democratici tradizionali.
  7. Non c’è da stupirsi quindi che tre anni prima Carter avesse rivelato che avrebbe preso in considerazione la grazia per l’informatore della National Security Agency Edward Snowden, avendo anche detto alla CNN un anno prima: “Penso che la segretezza che ha circondato questa invasione della privacy sia stata eccessiva, quindi penso che portarla a conoscenza del pubblico sia stato probabilmente, a lungo termine, benefico”.
  8. Carter non si è limitato a criticare gli Stati Uniti, ma ha anche chiamato in causa gli alleati. In un’intervista del 2006 alla televisione canadese sul suo controverso libro Palestine: Peace Not Apartheid, Carter ha affermato che “quando Israele occupa quel territorio nel profondo della Cisgiordania, e collega i circa 200 insediamenti tra loro con una strada, e poi proibisce ai palestinesi di usare quella strada, e molte volte persino di attraversarla, si perpetrano casi di apartheid ancora peggiori di quelli a cui abbiamo assistito persino in Sudafrica”.

Sì, ha usato la parola che comincia con la A.

Non si sentono molti presidenti o ex presidenti parlare in modo così critico dell’occupazione di Israele, dell’invasione dell’Iraq o del trattamento di Edward Snowden.

Non si sentono molti presidenti o ex presidenti degli Stati Uniti che sfidano apertamente le opinioni di politica estera dei falchi, né molti presidenti democratici che sostengono l’ala sinistra del loro partito.

Non si sentono molti presidenti o ex presidenti che fanno dell’espressione “fare la pace” il loro motto.

La schiettezza di Jimmy Carter ci mancherà davvero.

https://zeteo.com/p/8-critical-jimmy-carter-quotes-you

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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