Oggetto: Rapporto OCHA-OPT – 2 settembre 2024
Rapporto OCHA dai Territori Palestinesi occupati
Cisgiordania: dal 27 agosto al 2 settembre 2024
Sintesi dei punti salienti
• Per oltre una settimana, nella Cisgiordania settentrionale, le forze israeliane hanno utilizzato tattiche letali e belliche aggravando le esigenze umanitarie della popolazione e sollevando preoccupazioni sull’uso eccessivo della forza.
• Tra il 27 agosto e il 2 settembre, in Cisgiordania, le forze israeliane hanno ucciso 30 palestinesi, tra cui sette minori, segnando il più alto numero di morti settimanali da novembre 2023.
• Nei governatorati di Hebron e Jenin, quattro membri delle forze israeliane sono stati uccisi da palestinesi.
– Dieci delle vittime palestinesi sono state colpite da attacchi aerei. Ad agosto, in Cisgiordania, gli attacchi aerei israeliani sono aumentati drasticamente, uccidendo 41 palestinesi, pari al 44 percento delle vittime totali (95) degli attacchi aerei nel 2024.
– Dal 7 ottobre 2023, le forze israeliane hanno intensificato le restrizioni di movimento nell’area H2 della città di Hebron controllata da Israele. Queste restrizioni hanno interrotto l’accesso ai mezzi di sostentamento e ai servizi per migliaia di palestinesi. Inoltre, si sono verificati molteplici episodi di detenzione presso questi posti di blocco, insieme ad accuse di molestie sessuali.
Sviluppi umanitari (27 agosto – 2 settembre)
• Nel periodo di riferimento, le forze israeliane hanno ucciso 30 palestinesi, tra cui sette minori. Le forze israeliane e i coloni hanno ferito 79 palestinesi, tra cui 11 minori. Si tratta del più alto numero settimanale di vittime da novembre 2023. Nello stesso periodo, i palestinesi hanno ucciso quattro membri delle forze israeliane e ferito tre soldati israeliani.
• Nella notte tra il 27 e il 28 agosto, le forze israeliane hanno avviato un’operazione su vasta scala nella Cisgiordania settentrionale, concentrandosi su Jenin, Tulkarm e Tubas. Sono stati segnalati attacchi aerei e terrestri israeliani, scambi a fuoco e detonazioni di ordigni esplosivi, con conseguenti uccisioni di massa; inoltre distruzione delle infrastrutture in tutti i governatorati, in particolare con l’uso di bulldozer. Ventisette (27) dei 30 palestinesi uccisi durante il periodo di riferimento erano coinvolti in queste operazioni, tra cui 10 colpiti durante attacchi aerei. Il 31 agosto, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati (OHCHR) ha condannato “l’uso illegale della forza, da parte delle forze israeliane, durante le operazioni militarizzate nella Cisgiordania occupata e chiede la fine immediata dell’attuale attacco al Campo profughi di Jenin”.
Governatorato di Jenin
– Il 28 agosto, nel Campo profughi di Jenin, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo due palestinesi. Secondo fonti locali e l’UNRWA, forze israeliane sotto copertura hanno fatto irruzione nel Campo, uccidendo i due palestinesi. Successivamente, palestinesi hanno utilizzato munizioni vere e dispositivi esplosivi contro le forze israeliane, che hanno sparato munizioni vere contro i palestinesi. L’UNRWA e fonti mediche hanno riferito che le forze israeliane avevano circondato e limitato l’accesso all’ospedale governativo di Jenin e all’ospedale Ibn Sina, anche perquisendo le ambulanze. Inoltre, è stato danneggiato un generatore elettrico, causando l’interruzione di corrente in tutto il Campo.
– Il 28 agosto, secondo il Ministero della Salute (MoH), tre palestinesi sono stati uccisi da un attacco aereo israeliano mentre viaggiavano tra Jenin e il villaggio di Sir, a sud-est di Jenin. L’esercito israeliano ha dichiarato che le persone uccise erano responsabili di attacchi alle città israeliane e che sono state trovate armi sui loro corpi e nel veicolo. Il 29 e 31 agosto, nella città di Jenin, le forze israeliane hanno ucciso quattro palestinesi. Il 30 agosto, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un palestinese di 82 anni; secondo la famiglia, mentre l’uomo cercava di comprare del pane. Inoltre, secondo PRCS (Croce rossa palestinese), nella parte orientale della città di Jenin, le forze israeliane hanno aperto il fuoco su un’ambulanza, ferendo un medico e danneggiando il veicolo. Il governatore di Jenin stima che circa il 70 percento delle strade e delle infrastrutture di Jenin siano state danneggiate. Durante l’operazione, un soldato israeliano è stato ucciso da munizioni vere sparate da palestinesi.
– Il 30 agosto, un attacco aereo israeliano ha ucciso due palestinesi e le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un terzo palestinese nel villaggio di Az Zababida. Secondo una testimonianza oculare fornita all’OCHA, le forze israeliane sotto copertura hanno fatto irruzione nella città, hanno circondato un veicolo palestinese e hanno sparato contro i tre uomini palestinesi all’interno del veicolo. Due degli uomini hanno tentato di fuggire, ma dall’alto un drone li ha colpiti e uccisi. Il terzo uomo ha cercato di allontanarsi, ma le forze israeliane hanno sparato contro il veicolo, che si è bloccato. Secondo testimoni oculari, le forze israeliane sono poi avanzate verso il veicolo e hanno sparato all’uomo; hanno preso i tre corpi e hanno fatto saltare in aria il veicolo.
– Il 1° settembre, nel villaggio di Silat al Harithiya, un attacco aereo israeliano ha ucciso un ragazzo palestinese di 16 anni. Le forze israeliane hanno fatto irruzione nel villaggio, dove i palestinesi hanno lanciato ordigni esplosivi contro le forze israeliane, che li hanno colpiti con munizioni vere.
– Il 1° settembre, all’ingresso di Kafr Dan, le forze israeliane hanno sparato contro due ragazzi palestinesi, di 13 e 16 anni, che guidavano una motocicletta, uccidendoli. Secondo fonti locali, i due ragazzi sono stati inseguiti dalle forze israeliane mentre tentavano di distribuire pane alle famiglie assediate vicino al quartiere orientale della città di Jenin.
– Il 2 settembre, un palestinese è morto mentre era sotto custodia israeliana al checkpoint di Salem. Secondo fonti locali, era stato arrestato nel villaggio di Kafr Dan. Quando è stata chiamata una squadra medica per prelevare l’uomo, hanno ricevuto il suo cadavere con segni di ammanettamento e gravi contusioni.
– Il 3 settembre, dopo il periodo di riferimento, diverse organizzazioni mobilitate dall’OCHA avrebbero dovuto svolgere una missione di valutazione a Jenin, ma le forze di sicurezza israeliane hanno negato loro l’accesso. L’OCHA ha avvertito che gli impedimenti all’accesso stanno influenzando la capacità di fornire una risposta umanitaria significativa.
Governatorato di Tubas
– Il 28 agosto, nel campo profughi di Al Far’a, un attacco aereo israeliano ha ucciso quattro palestinesi, tra cui due minori, e ne ha feriti altri otto. L’attacco aereo ha colpito una casa, causando danni significativi; i due minori erano all’interno. Secondo l’UNRWA, l’accesso del personale medico all’area è stato limitato e il PRCS (Croce Rossa palestinese) ha riferito che le forze israeliane hanno aggredito fisicamente il personale medico nelle vicinanze. Le forze israeliane hanno anche danneggiato un generatore elettrico, che ha portato a un’interruzione temporanea di corrente in tutto il Campo. La valutazione interagenzia dell’OCHA segnala una significativa distruzione della strada principale attorno al Campo e che l’elettricità è stata ripristinata nella maggior parte delle case. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver preso di mira palestinesi armati.
Governatorato di Tulkarm
– Il 28 agosto, le forze israeliane, nel corso di una operazione condotta, per 48 ore, nella città di Tulkarm e nel Campo profughi di Nur Shams, hanno sparato uccidendo un palestinese con disabilità mentale e ferendone altri tre. Un attacco aereo israeliano ha colpito una struttura residenziale, ferendo due palestinesi, che sono stati trasportati in un ospedale vicino. Successivamente, palestinesi hanno sparato proiettili veri contro le forze israeliane, che hanno sparato proiettili veri e proiettili esplosivi a spalla contro i palestinesi. L’uomo con disabilità mentale, di 64 anni, era nella sua casa quando è stato ucciso e il suo corpo è stato scoperto dopo la fine dell’operazione. Le forze israeliane hanno distrutto 22 strutture residenziali usando attacchi aerei ed esplosivi, sfollando 32 famiglie, composte da 111 persone, tra cui 43 minori e 38 donne. Secondo l’UNRWA, almeno 350 strutture residenziali e di sostentamento sono state distrutte o danneggiate. Durante il raid, gli spostamenti all’interno del Campo sono stati fortemente limitati, rendendo difficile per i team del personale medico raggiungere le vittime.
– Il 29 agosto, nel Campo profughi di Tulkarm, le forze israeliane hanno sparato uccidendo tre palestinesi. Inizialmente, le forze israeliane hanno circondato una casa con tre palestinesi all’interno, hanno sparato un proiettile esplosivo a spalla, dopodiché due dei palestinesi sono fuggiti in strada e, dopo uno scambio a fuoco con le forze israeliane, sono stati uccisi. Il terzo uomo palestinese è saltato, dal tetto della casa, su un edificio adiacente. Secondo il proprietario della casa adiacente, le forze israeliane lo hanno chiamato, minacciando che, se il palestinese ferito non si fosse consegnato, la casa sarebbe stata colpita da un attacco aereo. Il palestinese alla fine si è consegnato ed è stato arrestato. Nel Campo dove si sono verificati tali scambi a fuoco tra palestinesi e forze israeliane sono scoppiati scontri, durante i quali le forze israeliane hanno sparato a un altro palestinese. Le forze israeliane hanno quindi trattenuto i corpi dei tre palestinesi uccisi. La casa che è stata colpita da un proiettile esplosivo ha subito gravi danni, provocando un incendio che ha distrutto un edificio di due piani e ha costretto allo sfollamento due famiglie, composte da nove persone, tra cui due minori. Secondo l’UNRWA, all’interno del Campo, sono state danneggiate almeno 35 strutture residenziali e di sostentamento.
– Il 2 settembre, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un ragazzo di 14 anni e ferendo sei palestinesi, tra cui una ragazza di 12 anni. In totale, durante l’operazione nel Campo profughi di Tulkarm, un attacco aereo ha ferito tre persone, tra cui una paramedica. In tutto il Campo, i palestinesi hanno sparato e utilizzato ordigni esplosivi contro le forze israeliane, che hanno sparato proiettili veri. Secondo l’UNRWA e un vicino, durante questi scontri, un padre e suo figlio, credendo che le forze israeliane si fossero ritirate, hanno tentato di uscire di casa e sono stati colpiti dalle forze israeliane al momento di aprire la porta. Il ragazzo è stato ucciso e il padre è rimasto ferito. Inoltre, gli operatori sanitari hanno affermato che un palestinese è stato curato per le ferite riportate a causa di un’aggressione fisica.
– Il 31 agosto, l’OCHA ha mobilitato organizzazioni umanitarie delle Nazioni Unite (e non solo), in coordinamento con l’UNRWA, e insieme hanno visitato località a Tubas e Tulkarm, dove hanno valutato i danni e le esigenze delle persone, per fornire risposte adeguate.
Governatorato di Hebron
– Durante il periodo di riferimento, nel governatorato di Hebron, tre membri delle forze israeliane e tre palestinesi sono stati uccisi in tre attacchi palestinesi contro israeliani.
Il 30 agosto, due attacchi palestinesi hanno avuto luogo durante la notte in stretta prossimità l’uno con l’altro; un palestinese ha fatto esplodere un veicolo con trappola esplosiva in una stazione di servizio vicino all’insediamento di Gush Etzion Junction, a nord della città di Hebron. Le forze israeliane hanno sparato e ucciso l’uomo palestinese, che, secondo fonti israeliane, ha tentato di attaccarli dopo l’esplosione. Secondo i media israeliani, l’esplosione ha ferito un soldato israeliano, mentre un altro è stato ferito per errore da altri membri delle forze israeliane. Nell’altro episodio, un palestinese ha guidato un veicolo contenente un ordigno esplosivo all’interno dell’insediamento di Karmei Tzur, sempre a nord della città di Hebron, prima di essere colpito e ucciso dall’agente di sicurezza dell’insediamento. L’ordigno esplosivo è detonato, causando lievi ferite all’agente di sicurezza.
– Il 1° settembre, sulla Strada 35 vicino al checkpoint di Tarqumiya, un palestinese ha sparato contro un’auto, uccidendo tre agenti di polizia israeliani. È fuggito, abbandonando il veicolo. Più tardi, quello stesso giorno, le forze israeliane hanno ucciso il presunto autore durante uno scontro a fuoco, colpendo la casa in cui si trovava con un proiettile esplosivo sparato a spalla. La casa è stata danneggiata.
– Dopo i tre episodi, per tre giorni, le forze israeliane hanno condotto estese operazioni di ricerca-arresto intorno al governatorato di Hebron, imponendo restrizioni di accesso intensificate e limitando il movimento dei veicoli. Ciò ha impedito e ritardato il movimento di ambulanze e team medici. Ha inoltre impedito al Comune di raccogliere rifiuti solidi e interrotto le forniture di carburante alle stazioni di servizio, condizionando i mezzi di sostentamento dei residenti palestinesi.
– Da ottobre 2023, le forze israeliane hanno imposto un nuovo sistema che regola il movimento dei residenti palestinesi dentro e fuori l’area di H2 di Hebron (la parte chiusa della città di Hebron controllata da Israele) attraverso checkpoint. Ciò ha peggiorato l’accesso dei residenti ai servizi di base, esacerbando ulteriormente le già difficili condizioni di vita. Dal 7 ottobre, almeno 290 palestinesi, tra cui 37 minori, sono stati arrestati ai checkpoint in H2 , durante operazioni di ricerca-arresto o tramite detenzioni temporanee da parte delle forze israeliane. Questa cifra è più del doppio della media settimanale di arresti registrati tra il 1° gennaio e il 6 ottobre 2023.
– Dal 7 ottobre 2023, i residenti palestinesi hanno notato un aumento dei trattamenti umilianti. Un recente rapporto dei media israeliani ha rivelato molteplici accuse, da parte di donne palestinesi, di molestie sessuali da parte di soldati israeliani, avvenute in agosto, ai checkpoint di Hebron. Le accuse di molestie hanno incluso l’esposizione di parti del corpo da parte dei soldati, avances indesiderate, perquisizioni intrusive, commenti sessuali, riprese indesiderate delle donne mediante telefoni e abusi verbali. Le autorità israeliane hanno avviato un’indagine su queste accuse di molestie.
Riepilogo delle vittime
Tra il 7 ottobre 2023 e il 2 settembre 2024, in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, sono stati uccisi 652 palestinesi, oltre a due che sono morti per ferite riportate prima del 7 ottobre. Di questi, 146 palestinesi sono stati uccisi e 54 feriti in 55 attacchi aerei. Per contro, nel 2023 (fino a ottobre), in attacchi aerei sono stati uccisi 6 palestinesi e nessuno nei 3 anni precedenti. Le vittime palestinesi dal 7 ottobre 2023 includono 634 uccisi dalle forze israeliane, 11 dai coloni israeliani e 7, di cui non si sa se gli autori fossero forze israeliane o coloni. Nello stesso periodo, in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, sono stati uccisi dai palestinesi 18 israeliani, di cui 13 membri delle forze israeliane e cinque coloni.
In Israele, gli attacchi di palestinesi dalla Cisgiordania hanno causato l’uccisione di dieci israeliani e sette autori palestinesi.
Violenza dei coloni
– Durante il periodo di riferimento, i coloni israeliani hanno perpetrato 16 attacchi contro palestinesi, con conseguenti 11 feriti e danni alla proprietà. Nello stesso periodo i palestinesi hanno perpetrato un attacco contro coloni, con nessun ferito segnalato. Tra il 7 ottobre 2023 e il 2 settembre 2024, l’OCHA ha registrato circa 1.300 attacchi da parte di coloni israeliani contro palestinesi, di cui oltre 120 hanno causato vittime e feriti tra i palestinesi, circa 1.050 hanno causato danni a proprietà palestinesi e oltre 140 hanno causato sia vittime che danni a proprietà.
Di seguito sono riportati alcuni degli episodi chiave documentati dall’OCHA durante il periodo di riferimento.
– Il 31 agosto, coloni israeliani mascherati, presumibilmente provenienti dall’insediamento di Migdalim, accompagnati dalle forze israeliane, hanno fatto irruzione nel villaggio di Qusra a Nablus. Hanno lanciato pietre contro le case palestinesi e vandalizzato i contatori dell’acqua. I residenti palestinesi hanno lanciato pietre e le forze israeliane hanno sparato proiettili veri e lanciato lacrimogeni contro i palestinesi. Dieci di loro, tra cui un ragazzo, sono rimasti feriti. Tre dei feriti sono stati colpiti da proiettili veri, altri sei hanno dovuto ricevere cure dopo aver inalato gas lacrimogeni e un palestinese è rimasto ferito dal lancio di pietre da parte dei coloni.
– Il 2 settembre, nella Comunità di pastori di Tell al Khashaba, a Nablus coloni israeliani, presumibilmente provenienti dall’insediamento di Itamar Kahan, hanno aggredito fisicamente un pastore palestinese e rubato 230 pecore dal suo gregge.
Demolizioni
Tra il 27 agosto e il 2 settembre 2024, le autorità israeliane hanno demolito, distrutto o ordinato la demolizione di 26 strutture di proprietà palestinese. Circa 23 di queste sono state distrutte durante l’operazione su larga scala condotta dalle forze israeliane a Tulkarem, e le restanti tre, tutte a Gerusalemme Est, sono state demolite a causa della mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, che sono quasi impossibili da ottenere.
– Due demolizioni hanno avuto luogo a Silwan, a Gerusalemme Est, il 27 e il 28 agosto, sfollando 13 palestinesi, tra cui sei minori. Le autorità israeliane hanno eseguito una delle demolizioni, mentre la seconda è stata eseguita dal proprietario, dopo aver ricevuto un ordine di demolizione dalle autorità israeliane. Le demolizioni sono avvenute nelle aree di Al Bustan e Wadi Qaddum. Ad Al Bustan, dove è stata sfollata una famiglia di quattro persone, la casa è stata demolita in un luogo che rientra in un piano finalizzato alla costruzione ed espansione di un insediamento israeliano, con spazi pubblici prevalentemente destinati a turisti e israeliani. Le forze israeliane non hanno permesso alla famiglia di raccogliere i propri beni prima dell’inizio della demolizione e, di conseguenza, questi sono stati distrutti. A Wadi Qaddum, i proprietari sono stati costretti a effettuare la autodemolizione dopo che la loro petizione presso i tribunali israeliani era stata respinta. Di conseguenza, nove persone, tra cui quattro minori, sono state sfollate.
– Tra il 7 ottobre 2023 e il 2 settembre 2024, in Cisgiordania, le autorità israeliane hanno distrutto, demolito, confiscato o forzato la autodemolizione di 1.478 strutture palestinesi, sfollando più di 3.477 palestinesi, tra cui circa 1.485 minori. Questa cifra è più del doppio dello sfollamento registrato durante il periodo equivalente prima del 7 ottobre, quando sono stati sfollati 1.363 palestinesi, tra cui 637 minori. Le demolizioni dopo il 7 ottobre includono oltre 500 strutture abitate, oltre 300 strutture agricole, oltre 100 strutture idriche, igienico-sanitarie e 200 strutture di sostentamento. Circa 28 casi di demolizioni e distruzione di infrastrutture, per lo più a Tulkarem e Jenin, fanno riferimento alle persone colpite, poiché le infrastrutture idriche, fognarie ed elettriche sono state danneggiate ripetutamente durante le operazioni israeliane, colpendo interi quartieri e oltre.
Finanziamenti
– Al 28 agosto, gli Stati membri hanno erogato circa 1,6 miliardi di dollari USA su 3,42 miliardi di dollari (47%) richiesti per soddisfare le esigenze più critiche di 2,3 milioni* di persone a Gaza e 800.000 persone in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, tra gennaio e dicembre 2024. Per l’analisi dei finanziamenti, consultare la dashboard di monitoraggio finanziario del Flash Appeal. (*2,3 milioni riguardano la popolazione prevista nella Striscia di Gaza al momento dell’emissione del Flash Appeal nell’aprile 2024. A luglio 2024, l’ONU stima che circa 2,1 milioni di persone rimangano nella Striscia di Gaza e questo numero aggiornato è ora utilizzato per scopi programmatici.)
– Ad agosto 2024, il Fondo umanitario per i territori palestinesi occupati (oPt HF) ha gestito un totale di 93 progetti in corso, per un totale di 79,7 milioni di dollari USA. Questi progetti miravano a soddisfare le esigenze urgenti nella Striscia di Gaza (89%) e nella Cisgiordania (11%). I progetti erano strategicamente focalizzati su istruzione, sicurezza alimentare, salute, protezione, rifugi di emergenza e articoli non alimentari, acqua, servizi igienico-sanitari e igiene, servizi di coordinamento e supporto, assistenza finanziaria multiuso e nutrizione.
– Di questi progetti, 52 progetti sono implementati da organizzazioni non governative internazionali, 29 da ONG nazionali e 12 da agenzie delle Nazioni Unite. In particolare, 32 dei 64 progetti implementati da ONG internazionali o dalle Nazioni Unite sono implementati in collaborazione con ONG nazionali.
– Aggiornamenti mensili, relazioni annuali e un elenco di tutti i progetti finanziati ogni anno sono disponibili sulla pagina web dell’oPt Humanitarian Fund, nella sezione finanziamenti.
Ultimi sviluppi (dopo il 2 settembre)
– Il 3 settembre, i primi rapporti indicano che le forze israeliane hanno sparato, uccidendo una ragazza di 16 anni a Kafr Dan, Jenin. Anche a Tulkarm, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo due palestinesi.
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I Rapporti ONU OCHAoPt Sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
La scrivente “Associazione per la pace – gruppo territoriale di Rivoli”, stante l’imparzialità dell’Organo che li redige, utilizza i Rapporti per diffondere un’informazione affidabile sugli eventi che accadono in Palestina. Pertanto, traduce i Rapporti in italiano (escludendo i dati statistici ed i grafici) e li invia agli interessati. Talvolta, i traduttori dell’Associazione, per esplicitare informazioni che gli estensori dei Rapporti sottintendono considerandole già note ai lettori abituali, aggiungono nel corpo del testo brevi note [in corsivo tra parentesi quadre]. Il neretto nel testo del Rapporto è di OCHAoPt.
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