La continua negazione della realtà dell’occupazione da parte di Israele sarà la sua rovina

Editoriale di Haaretz,

Haaretz, 21 luglio 2024. 

Una foto di insieme mostra l’insediamento israeliano di Efrat, nella Cisgiordania occupata da Israele, nel 2020. Ronen Zvulun / Reuters

Il parere emesso venerdì 19 dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) dell’Aia, in cui si afferma che gli insediamenti israeliani in Cisgiordania violano il diritto internazionale e che Israele deve porre fine alla sua occupazione in Cisgiordania e a Gerusalemme Est il prima possibile, non ha rivelato agli israeliani nulla che non sapessero già.

Il parere manda in frantumi la menzogna secondo cui l’occupazione è solo temporanea e destinata esclusivamente a scopi di sicurezza. Questa è la bugia che gli israeliani si sono raccontati durante decenni di occupazione, mentre si appropriavano sempre più di territorio palestinese, espropriavano i palestinesi delle loro terre e vi costruivano insediamenti, il tutto sotto il patrocinio dei governi israeliani che si sono succeduti, grazie all’azione dei coloni e con l’appoggio delle Forze di Difesa Israeliane e della magistratura. Il parere dell’ICJ fa esplodere questa bolla di menzogne e considera vari atti del governo israeliano come annessioni del territorio.

Tuttavia, non c’è nemmeno un briciolo di speranza che, dopo 57 anni, questo parere possa spingere lo stato di Israele a ravvedersi e a soddisfare le richieste di evacuazione degli insediamenti, a porre fine all’occupazione e al controllo militare sui palestinesi e addirittura a risarcirli. Si tratta di una mera illusione, come si può dedurre dalle preoccupanti reazioni in Israele al parere. Tutte, da quelle del primo ministro e dei suoi colleghi di gabinetto fino agli oppositori Benny Gantz e Yair Lapid, possono essere collocate entro l’arco del sionismo religioso.

Dopotutto, che differenza c’è tra gli appelli dell’estrema destra alla “sovranità ora”, i balbettii di Benjamin Netanyahu sull’impossibilità di negare “il diritto legale degli israeliani a vivere nelle nostre comunità nella nostra casa ancestrale”, le sciocchezze di Gantz sulla “riduzione al livello giudiziario di un conflitto politico-diplomatico” e l’oltraggiosa predica moralista di Lapid, che ha dichiarato il parere dell’ICJ “distaccato, unilaterale, contaminato dall’antisemitismo e privo di comprensione della realtà sul campo”?

Ma da tutto ciò non si deve dedurre che il parere non avrà conseguenze politiche ed economiche tali da indurre Israele – a causa dei costi che sarà costretto a pagare – a ripensare la propria linea di condotta in materia di occupazione e insediamenti. Non si tratta solo di sanzioni ai coloni violenti o alle organizzazioni affiliate agli insediamenti.

Il punto più importante del parere, da un punto di vista pratico, è l’obbligo che impone alle organizzazioni internazionali e agli stati membri delle Nazioni Unite di non riconoscere come legale o contribuire a mantenere la situazione derivante dalla presenza illegale di Israele nei territori. Gli Stati membri sono in effetti obbligati, sulla scia del parere, a condurre una revisione preliminare di qualsiasi interazione con Israele, sia nei territori che in Israele stesso, per verificare che tale interazione non favorisca la presenza di Israele nei territori.

L’ipotesi di lavoro di Israele – che il mondo continuerà a ignorare l’occupazione – è andata in frantumi negli ultimi mesi. Se Israele continuerà a ignorare ciò che il mondo gli dice, potrebbe svegliarsi in una realtà in cui è boicottato e ostracizzato come il Sudafrica all’epoca dell’apartheid.

https://www.haaretz.com/opinion/editorial/2024-07-21/ty-article-opinion/israels-continued-denial-of-the-reality-of-the-occupation-will-be-its-ruin/00000190-d1d9-decf-a7b2-d5ff5c180000?utm_source=App_Share&utm_medium=iOS_Native

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

.

Lascia un commento