Nir Hasson, Josh Breiner e Jack Khoury,
Haaretz, 18 luglio 2024.
La visita di Ben-Gvir al luogo più sacro di Gerusalemme ha attirato le critiche del Ministero degli Esteri giordano e di un collega del governo israeliano, che ha definito “provocazioni” le azioni del ministro di estrema destra.
Il Ministro della Sicurezza Nazionale di estrema destra, Itamar Ben-Gvir, ha visitato giovedì mattina il Monte del Tempio e il complesso di Al Aqsa, il luogo sacro più sensibile di Gerusalemme. Lì ha rilasciato una dichiarazione che è una sfida all’accordo che si sta delineando per il rilascio degli israeliani tenuti prigionieri da Hamas a Gaza.
“Sono venuto qui, nel luogo più importante per lo stato di Israele, a pregare per gli ostaggi e per il loro ritorno, ma senza un accordo avventato, senza una resa”, ha detto.
“Sto pregando e lavorando duramente, affinché il primo ministro abbia la forza di non piegarsi e di continuare a vincere, di aumentare la pressione militare, di tagliare il loro carburante, di vincere!”, ha aggiunto Ben-Gvir.
I palestinesi hanno riferito che la polizia ha impedito l’accesso al sito fino alla fine della visita di Ben-Gvir.
Il Ministro degli Interni Moshe Arbel, dello Shas, si è espresso contro la mossa di Ben-Gvir, ricordandogli che i principali rabbini e il Consiglio Rabbinico Maggiore di Israele hanno concordato e decretato all’unanimità, “con la massima urgenza”, che esiste un “severo avvertimento che nessuno deve osare entrare nell’area del Monte del Tempio fino all’arrivo del Messia”.
“Un giorno, l’era delle provocazioni di Ben-Gvir passerà. La Torah non sarà cambiata”, ha detto il ministro ultraortodosso.
Il Ministero degli Esteri giordano ha condannato la visita in un post su X, definendola un passo provocatorio che riflette l’estremismo del governo israeliano, le sue “misure unilaterali e la sua politica sistematica di violazione degli standard internazionali”.
Mercoledì sera, una fonte ha dichiarato che Ben-Gvir ha commentato durante una riunione di gabinetto le trattative sugli ostaggi, avvertendo che “fare un accordo avventato ora, non solo metterebbe in pericolo Israele, ma minerebbe anche Trump e rafforzerebbe Biden”.
Durante quella seduta di gabinetto, la ministra del Likud Gila Gamliel ha attaccato Ben-Gvir e il suo alleato di estrema destra, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, descrivendo la loro opposizione a un accordo sugli ostaggi come “un peso per questo governo” e suggerendo che “non sarebbe male se si dimettessero”.
Più tardi nella notte, durante un dibattito alla Knesset, Ben-Gvir si è scontrato con i legislatori arabi, dicendo: “Andate via, andate via. Via tutti i terroristi “.
I deputati Ayman Odeh e Youssef Atauna hanno risposto gridando a Ben-Gvir e dicendogli di lasciare il plenum. Il ministro di estrema destra ha risposto in arabo, dicendo loro di nuovo di “andarsene”. Il deputato Moshe Roth, che presiedeva la sessione, ha rimproverato gentilmente Ben-Gvir, chiedendogli di “non usare questo linguaggio”. In una successiva riunione del Comitato della Knesset, il consulente legale del Parlamento israeliano, Sagit Afik, ha dichiarato che, secondo le norme, Roth avrebbe dovuto ordinare a Ben-Gvir di lasciare il podio dopo i suoi commenti.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.
.
Esiste la possibilità di cacciare uno stato dall ONU per indegnita civile? Mi sembra che Israele sia indegno di appartenere ad ogni consesso internazionale deputato a garantire il diritto internazionale!