Dopo l’appello di Biden, Israele riaprirà “temporaneamente” agli aiuti il valico nord di Gaza

Apr 5, 2024 | Notizie

dallo Staff di Al Jazeera,

Al Jazeera, 5 aprile 2024. 

La Casa Bianca ha dichiarato che potrebbe cambiare il suo approccio nei confronti di Israele se gli aiuti non verranno aumentati, ma non ha detto esattamente come.

Questa foto satellitare fornita da Planet Labs PBC mostra il valico di Beit Hanoon (Erez) che separa la Striscia di Gaza dal sud di Israele, il 5 giugno 2023 [Planet Labs PBC via AP].

Israele ha dichiarato che riaprirà il valico di Beit Hanoon (Erez) con il nord della Striscia di Gaza per gli aiuti, poche ore dopo il monito del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di prendere provvedimenti per proteggere i civili e gli operatori umanitari dopo gli attacchi dell’esercito israeliano contro un’équipe di un’associazione alimentare.

Quasi sei mesi di attacchi israeliani e di assedio a Gaza hanno ucciso più di 33.000 persone e hanno provocato un allarme urgente su un’icombente carestia causata dall’uomo, in mezzo a una crisi di sfollamento e fame sempre più grave.

L’ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato venerdì che Israele aprirà “temporaneamente” il porto di Ashdod per ricevere i pacchi di aiuti umanitari che saranno trasportati al valico di Erez – che sarà aperto per la prima volta dall’inizio del conflitto il 7 ottobre.

Israele aumenterà anche la quantità di aiuti provenienti dalla vicina Giordania che passano attraverso il valico di Karem Abu Salem (Kerem Shalom) con il sud di Gaza.

Israele ha dichiarato che aprendo i valichi “l’aumento degli aiuti eviterà una crisi umanitaria ed è necessario per garantire la continuazione dei combattimenti e per raggiungere gli obiettivi della guerra”.

In seguito alla tesa telefonata di giovedì tra Biden e Netanyahu, la Casa Bianca ha dichiarato che il Presidente degli Stati Uniti ha chiesto un “cessate il fuoco immediato” e ha segnalato di essere pronto a modificare il ferreo sostegno politico e militare di Washington a Israele se gli aiuti non saranno aumentati.

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato venerdì in Belgio, insieme ai leader dell’UE: “La conferma starà nei risultati, e li vedremo nei prossimi giorni, nelle prossime settimane”, in un apparente arretramento rispetto alla richiesta di Biden di un’azione immediata.

In collegamento da Gerusalemme Est occupata, Rory Challands di Al Jazeera ha detto che l’annuncio del crocevia da superare è indicativo del livello di influenza che gli Stati Uniti possono avere -se vogliono- su Israele, ma ha sottolineato come Israele stia ancora dipingendo questo passaggio come un lavoro necessario per realizzare i suoi obiettivi di guerra.

Israele ha dovuto affrontare crescenti pressioni e l’indignazione internazionale dopo che questa settimana sette operatori umanitari della World Central Kitchen (WCK) sono stati uccisi in attacchi aerei che l’associazione alimentare ha definito “mirati”.

Un’inchiesta dell’agenzia di verifica Sanad di Al Jazeera ha concluso che gli attacchi al convoglio di aiuti erano intenzionali.

“Nonostante tutto ciò, anche la decisione di compiere questa azione viene inquadrata come un modo per completare l’obiettivo bellico di Israele”, ha detto Challands.

“Quanto modifica la situazione [la riapertura di Erez]? È completamente nelle mani degli israeliani la quantità di aiuti che lasceranno passare. Qualsiasi aumento, ovviamente, andrà a beneficio della popolazione affamata di Gaza”.

Fumo negli occhi

Le Nazioni Unite affermano che circa 1,7 milioni di persone, ovvero il 75% della popolazione di Gaza, sono state sfollate negli ultimi sei mesi a causa dei bombardamenti e degli attacchi israeliani. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel nord devastato di Gaza dei bambini sono già morti di fame.

La narrativa di un Biden che “è diventato duro” nei confronti di Netanyahu è “in realtà solo fumo negli occhi”, ha dichiarato Saul Takahashi, professore di diritti umani e studi sulla pace all’Università Jogakuin di Osaka, in Giappone.

“La mossa è apparentemente motivata dalla speranza che in qualche modo questo aumenti il disperato sostegno di Biden tra gli elettori americani”, ha dichiarato ad Al Jazeera, aggiungendo che ciò che il Presidente degli Stati Uniti deve fare davvero è fermare immediatamente il flusso di armi verso Israele.

“Le chiacchiere sono a buon mercato”, ha aggiunto, invitando anche i paesi occidentali a imporre sanzioni a Israele.

Gli Stati Uniti hanno continuato a fornire pacchetti di armi a Israele, pur spingendo per una tregua ed esprimendo preoccupazione per l’alto numero di vittime civili a Gaza.

Anche il primo ministro britannico Rishi Sunak sta affrontando crescenti pressioni politiche per interrompere la vendita di armi a Israele dopo l’attacco al convoglio della WCK.

Bloccare gli aiuti “è il modo corretto” per vincere la guerra

Le agenzie delle Nazioni Unite hanno avvertito per mesi che la quantità di aiuti umanitari che Israele sta facendo entrare nell’enclave non è neanche lontanamente sufficiente per rispondere alle urgenti necessità dei palestinesi che stanno affrontando la carestia.

Israele ha ostacolato in modo significativo l‘ingresso di rifornimenti critici a Gaza, anche dopo che alcuni bambini sono morti a causa della fame imposta ai palestinesi nel tentativo di ottenere una “vittoria totale” su Hamas.

La portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, ha dichiarato che l’amministrazione Biden è pronta a collaborare con Israele, Giordania, Egitto, Nazioni Unite e organizzazioni umanitarie “per garantire che questi importanti passi siano attuati e si traducano in un significativo aumento dell’assistenza umanitaria che deve raggiungere i civili in grave difficoltà in tutta Gaza nei prossimi giorni e settimane”.

La decisione del gabinetto di sicurezza israeliano non è stata ben accolta dal ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, che ha affermato che il governo non ha votato sulla questione e ha definito la dichiarazione dell’ufficio di Netanyahu “errata”.

Il ministro della linea dura che fa parte del governo israeliano più di destra della storia ha anche detto che gli aiuti che entrano a Gaza dovrebbero essere bloccati perché questo è il “modo corretto” per ottenere gli ostaggi presi dai palestinesi il 7 ottobre e ancora detenuti a Gaza.

“È un peccato che invece di entrare a Rafah, ci sia chi preferisce occuparsi dell’invio a Gaza di materiali che raggiungono direttamente Hamas”, ha detto Ben-Gvir citando la città più meridionale dell’enclave, dove sono rifugiati circa 1,5 milioni di sfollati palestinesi. “Dobbiamo entrare a Rafah adesso!”.

https://www.aljazeera.com/news/2024/4/5/israel-to-temporarily-reopen-north-gaza-crossing-for-aid-after-biden-call

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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