Il Dubbio, 21 ottobre, 2023.
Il direttore del Palestinian Center for Human Rights era stato intervistato dal Dubbio pochi giorni fa.
Il conflitto in corso tra Hamas e Israele non ha risparmiato neanche il noto avvocato di Gaza City, Raji Sourani, direttore del Palestinian Center for Human Rights. La sua abitazione, situata nel quartiere Rimal, è stata colpita (non è ancora chiaro se da un missile) ed è crollata. Sourani è stato estratto dalle macerie con alcuni familiari. L’avvocato palestinese, da quanto si apprende da fonti qualificate di Gaza City, è vivo e cosciente. La notizia del ferimento di Sourani è stata data dall’AOI, Associazione delle ONG Italiane. In una nota l’organizzazione evidenzia la preoccupazione per i continui rischi che corre la popolazione civile residente nella Striscia di Gaza: «Raji Sourani è il più conosciuto difensore dei diritti umani della Striscia di Gaza. È parte del team legale che rappresenta le vittime di Gaza presso la Corte Penale Internazionale e il ruolo suo e della organizzazione che dirige sono, senza ombra di dubbio, orientati alla difesa dei diritti umani. In nessun modo l’abitazione di un difensore dei diritti umani può essere considerata un obiettivo militare. Questo è un crimine di guerra».
Meri Calvelli, cooperante che lavora a Gaza (al momento, però, non si trova nella Striscia), conosce l’avvocato Sourani. «Siamo – commenta – di fronte ad una tragedia immensa, che nessuno ha voluto ascoltare, guerra annunciata e fondata sulla manipolazione mediatica. Massacro di innocenti da tutte le parti, ma la parte più vulnerabile sta subendo un genocidio pari all’idea di una soluzione finale. I palestinesi sono la parte sacrificale della violenza e della colonizzazione».
Il 9 ottobre scorso, il Dubbio ha intervistato Raji Sourani.
Durante la nostra conversazione, siamo stati interrotti diverse volte dai missili che esplodevano nelle vicinanze dell’abitazione dell’avvocato palestinese. «Quanto sta accadendo – ha detto Sourani al Dubbio – non ha precedenti. Questa volta si rischia che anche quanto è stato costruito con fatica negli anni passati venga cancellato definitivamente. A Gaza sono stati realizzati programmi internazionali per la distribuzione di cibo e di altri aiuti internazionali. In passato siamo riusciti a mettere in piedi, nonostante mille difficoltà, un tessuto produttivo che poteva contare su una serie di attività economiche e una comunità finanziaria locale in grado di far vivere il territorio. Gli israeliani hanno deciso di disconnetterci dal mondo. Hanno deciso di relegarci al medioevo. Gaza è stata distrutta e tante persone sono morte con il crollo di edifici, ospedali, scuole e moschee».
Alla settima bomba, esplosa in neanche venti minuti di intervista, Raji ha commentato così quanto stava accadendo: «È il nostro party notturno con il suono delle bombe, con le case che ballano e i vetri che sembrano frantumarsi da un momento all’altro. Non oso immaginare cosa potrà succedere nelle prossime ore». Forse, uno dei quei missili rischia di silenziare per sempre la voce dell’esponente del Palestinian Center for Human Rights.
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