3- 21 Ottobre 2023 Ostilità nella Striscia di Gaza e in Israele

Ott 22, 2023 | Notizie, Rapporti Palestina OCHA

Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi occupati

per il periodo  3 – 21 ottobre 2023

La versione in italiano dei rapporti ONU OCHA è a cura dell’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli: https://sites.google.com/site/assopacerivoli/materiali/rapporti-onu/rapporti-settimanali-integrali

Due interventi straordinari relativi alla situazione a Gaza:

1- Testimonianza di un civile in fuga

2- Dichiarazione di Martin Griffiths, Sottosegretario generale per gli Affari umanitari e Coordinatore degli aiuti di emergenza, sulla consegna degli aiuti a Gaza. 

   1) Da un civile palestinese nella Striscia di Gaza

A Gaza né il nord né il sud sono al sicuro

La mia famiglia è una delle centinaia di migliaia di persone fuggite da Gaza il 13 ottobre, dopo che l’esercito israeliano aveva annunciato che avremmo dovuto spostarci a sud per la nostra sicurezza.

Molti di noi temevano che stesse per avvenire un’invasione di terra, e lo temiamo ancora ancora.

Quando siamo arrivati a Khan Younis non abbiamo trovato riparo, elettricità, cibo, acqua o assistenza medica. L’igiene è inesistente. Anche il sud è bombardato, non solo il nord. Lì ci siamo resi conto che non c’è davvero posto sicuro dove andare a Gaza.

Migliaia di persone sono rimaste nella città di Gaza dopo l’annuncio israeliano. Non avevano carburante per guidare verso sud, nessun posto dove andare una volta arrivati lì, o volevano semplicemente restare nelle loro case. Altri sono rimasti perché temevano che non sarebbero mai stati in grado di farli ritornare, o avrebbero perso i loro mezzi di sussistenza, o perché pensavano che ciò avrebbe potuto impedire agli israeliani di distruggere la loro città.

Le persone che si trasferivano nel sud pensavano che ci sarebbero stati aiuti, ma la mia famiglia ha trascorso la prima notte a Khan Younis, in una scuola dell’UNRWA con circa altre 23.000 persone. La struttura non era attrezzata per essere un rifugio, quindi non aveva abbastanza acqua, cibo, spazio o materassi.

Il giorno successivo ci siamo trasferiti in un edificio privato organizzato come rifugio. Qui condividiamo uno spazio con 120 persone in due appartamenti di circa 165 metri quadrati ciascuno. Uomini e donne sono stati separati tra i due appartamenti, quindi le famiglie non stanno nemmeno insieme.

Nonostante le condizioni di vita molto ristrette e il razionamento di cibo e acqua, ci sentiamo tra i privilegiati perché un po’ d’acqua scorre ancora attraverso il rubinetto, grazie al sistema solare che consente alla pompa dell’acqua di funzionare un po’. La situazione qui è disumana , la nostra dignità è compromessa, le persone costrette a spostarsi al Sud non hanno i beni di prima necessità, per non parlare dei bombardamenti e delle morti senza sosta.

In queste condizioni, molte persone che conosco personalmente hanno preso la difficile decisione di tornare con i loro figli nella città di Gaza o nel nord di Gaza. Rimanere a sud di Wadi Gaza non ha fornito loro alcuna sicurezza.

Mia sorella ha bisogno di farmaci che non sono disponibili nel sud di Gaza, quindi ha deciso di partire con suo marito e i suoi figli e tornare a Gaza. Allo stesso modo, uno dei miei amici, il cui figlio soffre di asma e ha bisogno di inalatori, ha deciso di tornare nel quartiere Daraj.

Ogni giorno siamo torturati da questo dilemma: restiamo qui o torniamo a casa? Mia moglie vuole andare, anche se l’intero isolato intorno alla nostra casa è stato raso al suolo. In qualche modo la nostra casa era ancora in piedi quando siamo partiti. Mi dice “Almeno possiamo usare il pannello solare per accedere a un po’ di elettricità e dormire nei nostri letti.

Se torniamo a casa, potremo anche aiutare e ricevere aiuto dalla nostra famiglia e dai nostri amici. Le persone lì ci conoscono e possiamo condividere le risorse con loro.

Sono giunto alla conclusione che con la morte che incombe ovunque, potrebbe essere meglio morire a casa nostra, insieme a coloro che amiamo.

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2 – Dichiarazione di Martin Griffiths, sottosegretario generale per gli affari 
umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza, sulla consegna degli aiuti a
Gaza – Il Cairo 21 ottobre 2023

Accogliamo con favore l’annuncio odierno secondo cui un convoglio umanitario è entrato a Gaza, il primo dallo scoppio delle ostilità il 7 ottobre.

Il convoglio di 20 camion include forniture salvavita fornite dalla Mezzaluna Rossa egiziana e dalle Nazioni Unite, autorizzate ad attraversare ed essere ricevute dalla Mezzaluna Rossa palestinese, con il sostegno delle Nazioni Unite.

La consegna fa seguito a giorni di negoziati profondi e intensi con tutte le parti interessate per garantire che le operazioni di aiuto a Gaza riprendano il più rapidamente possibile e con le giuste condizioni.

Sono fiducioso ch 84 morti  —- 1653 feriti
e questa consegna sarà l’inizio di uno sforzo sostenibile per fornire beni essenziali – tra cui cibo, acqua, medicine e carburante – alla popolazione di Gaza, in modo sicuro, affidabile, incondizionato e senza ostacoli.

A due settimane dall’inizio delle ostilità, la situazione umanitaria a Gaza – già precaria – ha raggiunto livelli catastrofici. È fondamentale che gli aiuti raggiungano le persone bisognose ovunque si trovino in tutta Gaza, e nella giusta misura.

La popolazione di Gaza ha sopportato decenni di sofferenza. La Comunità internazionale non può continuare a deluderli.

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3) Ostilità nella Striscia di Gaza e in Israele

Aggiornamento flash n. 15 21 ottobre 2023

Vittime Palestinesi a Gaza           4385 morti;   13561 feriti   
Vittime Israeliane in Israele         1400 morti;     4932 feriti

Vittime Palestinesi in Cisgiordania   84 morti;   1653 feriti
Vittime Israeliane in Cisgiordania      1 morto;        9 feriti
 

PUNTI CHIAVE

• Oggi (21 ottobre), il valico di Rafah con l’Egitto è stato aperto per la prima volta dall’8 ottobre, consentendo l’ingresso di 20 camion che trasportavano cibo, acqua e forniture mediche. Come affermato dal Segretario generale delle Nazioni Unite, questi rifornimenti “fanno la differenza tra la vita e la morte per così tante persone a Gaza”.

• Il volume delle merci in entrata equivale a circa il 4% della media giornaliera delle importazioni a Gaza prima delle ostilità, e ad una frazione di quanto necessario dopo 13 giorni di assedio completo. Il Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari e Coordinatore degli Soccorsi di Emergenza ha indicato che è imperativo aumentare l’accesso agli aiuti ad almeno 100 camion al giorno.

• I bombardamenti continuano quasi senza sosta mentre le ostilità entrano nel quindicesimo giorno a Gaza, dove, secondo il Ministero della Sanità (MoH) di Gaza, nelle ultime 24 ore (alle 17:00), sono stati uccisi altri 248 palestinesi. Secondo il Ministero della Salute, ciò porta il bilancio complessivo delle vittime a 4.385 palestinesi uccisi, di cui il 62% sono minori e donne. Risultano scomparse più di 1.000 palestinesi e si presume siano intrappolate o morte sotto le macerie.

• Secondo il Ministero dell’Edilizia di Gaza, nella Striscia di Gaza sono state distrutte o danneggiate, dall’inizio delle ostilità, almeno il 42% (164.756) di tutte le unità abitative.

• Si stima che a Gaza vi siano circa 1,4 milioni di sfollati interni (IDP), di cui quasi 566.000 rifugiati nei 148 rifugi di emergenza (DES) designati dall’UNRWA, in condizioni sempre più terribili. Vi sono segnalazioni di famiglie sfollate che ritornano nel nord di Gaza a causa dei bombardamenti in corso e dell’impossibilità di soddisfare i bisogni primari al sud.

• I partner sanitari hanno rilevato casi di varicella, scabbia e diarrea, attribuibili alle cattive condizioni igienico-sanitarie e al consumo di acqua proveniente da fonti non sicure. Si prevede che l’incidenza di tali malattie aumenterà a meno che le strutture igienico-sanitarie non vengano fornite di elettricità o carburante per riprendere le operazioni.

• È continuato il lancio indiscriminato di razzi da parte dei gruppi armati palestinesi contro i centri abitati israeliani, senza che siano state segnalate nuove vittime israeliane (alle 21:00). Complessivamente, secondo le autorità israeliane, sono stati uccisi in Israele circa 1.400 israeliani e cittadini stranieri, la stragrande maggioranza il 7 ottobre. I media israeliani hanno riferito che, al 20 ottobre, sono stati rilasciati i nomi di 767 di queste vittime, 22 delle quali erano minori, per coloro di cui è stata fornita l’età. Il bilancio delle vittime segnalato è più di tre volte il numero cumulativo di israeliani uccisi da quando l’OCHA ha iniziato a registrare le vittime nel 2005 (quasi 400).

• Secondo le Autorità israeliane, almeno 210 persone sono attualmente tenute prigioniere a Gaza, tra cui israeliani e cittadini stranieri. Il Segretario generale ONU ha invitato Hamas a rilasciare gli ostaggi immediatamente e senza condizioni. Due ostaggi con cittadinanza statunitense sono stati rilasciati il 20 ottobre.

• In Cisgiordania, dal pomeriggio del 20 ottobre, le forze israeliane hanno ucciso due ragazzi palestinesi durante gli scontri, portando a 84 il numero dei palestinesi uccisi dalle forze israeliane o dai coloni dal 7 ottobre, tra cui 27 minori.

Nell’Area C della Cisgiordania, dal 7 ottobre, a causa dell’intensificarsi della violenza dei coloni e delle restrizioni di accesso, almeno 84 famiglie palestinesi (545 persone), più della metà delle quali minori, sono state sfollate da 13 Comunità di pastori/beduini.

Per chi volesse leggere gli aggiornamenti quotidiani, UPDATES sul sito OCHAOPT

https://www.ochaopt.org/publications/protection-of-civilians

La scrivente “Associazione per la pace – gruppo territoriale di Rivoli”, stante l’imparzialità dell’Organo che li redige, utilizza i Rapporti per diffondere un’informazione affidabile sugli eventi che accadono in Palestina. Pertanto, traduce i Rapporti in italiano (escludendo i dati statistici ed i grafici) e li invia agli interessati. Talvolta, i traduttori dell’Associazione, per esplicitare informazioni che gli estensori dei Rapporti sottintendono considerandole già note ai lettori abituali, aggiungono nel corpo del testo brevi note [in corsivo tra parentesi quadre]. Il neretto nel testo del Rapporto è di OCHAoPt.

In caso di discrepanze, fa testo la versione originale in lingua inglese.


Il nostro indirizzo è:

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Via Allende, 5

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assopacerivoli@yahoo.it

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