Rapporto OCHA 5 – 18 settembre 2023

Ott 3, 2023 | Notizie, Rapporti Palestina OCHA

Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi occupati

per il periodo  5 – 18 settembre 2023

La versione in italiano dei rapporti ONU OCHA è a cura dell’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli: https://sites.google.com/site/assopacerivoli/materiali/rapporti-onu/rapporti-settimanali-integrali

  di seguito il testo completo del Rapporto 2.134parole)

SINTESI 348

– Cisgiordania: in scontri con forze israeliane, uccisi 3 palestinesi; feriti 173.

– 181 i palestinesi uccisi da inizio anno (38 minori).

– Gaza, scontri presso recinzione perimetrale israeliana: feriti 33 palestinesi; attacchi aerei e missili su avamposti di gruppi armati. 5 palestinesi uccisi da un proprio ordigno; feriti 10.

 “Fuoco di avvertimento” su palestinesi in 22 casi. 4 pescatori feriti, 2 arrestati, barca confiscata.

– Città Vecchia di Gerusalemme: per Capodanno ebraico, limitati gli spostamenti dei palestinesi per garantire l’ingresso degli israeliani. Per 3 giorni, chiusura generale sui Territori palestinesi occupati.

– Da coloni israeliani feriti 5 palestinesi e 2 attivisti israeliani.

– Da palestinesi feriti 3 israeliani e un cittadino straniero.

– Gerusalemme Est e Area C della Cisgiordania, da autorità israeliane demolite 23 strutture, 17 palestinesi sfollati, colpiti 100 altri. ​

Dal 2022, sfollati oltre 1.100 pastori palestinesi di 28 Comunità, per violenza dei coloni e riduzione di accesso ai pascoli

di seguito il testo completo del Rapporto (2.134 parole)

1). A Tulkarem e Gerico, nel corso di due operazioni che hanno comportato uno scontro a fuoco, le forze israeliane hanno ucciso due palestinesi, tra cui un minore (seguono dettagli). Il 5 settembre, le forze israeliane hanno fatto irruzione nel Campo profughi di Nur Shams (Tulkarm), ne è seguito uno scontro a fuoco durante il quale un palestinese è stato ucciso, a colpi di arma da fuoco, e un altro è rimasto ferito. Quest’ultimo aveva lanciato ordigni esplosivi, danneggiando, secondo quanto riferito, un veicolo militare israeliano. Le forze israeliane hanno smantellato tre tratti della strada principale che collega il Campo alla città di Nablus, impedendo gli spostamenti dei residenti, distruggendo sette negozi e danneggiando diverse strutture residenziali. Secondo fonti ufficiali israeliane le strade sono state smantellate a causa della presenza di ordigni esplosivi. Secondo fonti mediche, durante l’operazione, le forze israeliane hanno impedito il lavoro dei paramedici. Quello stesso giorno, le forze israeliane hanno circondato una casa nel villaggio di Az Zubeidat (Gerico), dove ha avuto luogo uno scontro a fuoco, durante il quale è stato ucciso un ragazzo palestinese di 17 anni. Secondo l’esercito israeliano, il ragazzo avrebbe effettuato un attacco con armi da fuoco nei pressi dell’insediamento di Argaman (Gerico) e, successivamente, sarebbe stato colpito con arma da fuoco dopo aver aperto il fuoco contro le forze israeliane. L’esercito israeliano ha inoltre affermato che, durante lo scontro a fuoco, un membro delle forze israeliane è rimasto ferito. Le forze israeliane hanno arrestato anche il padre e il fratello del ragazzo. Ad oggi, nel 2023, in Cisgiordania o in Israele, le forze israeliane hanno ucciso 181 palestinesi, superando il bilancio annuale delle vittime delle forze israeliane in Cisgiordania, a partire dal 2005.

2). A Hebron, le forze israeliane hanno ucciso un minore palestinese (seguono dettagli). Il 9 settembre, all’ingresso del Campo profughi di Al ‘Arrub (Hebron), le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un ragazzo palestinese: i palestinesi hanno lanciato pietre e bottiglie incendiarie contro una torretta di osservazione militare e le forze israeliane hanno sparato con proiettili veri. Il giorno successivo, durante il corteo funebre, tre palestinesi, di cui due minori, sono stati feriti dalle forze israeliane; due sono stati colpiti con proiettili veri. Il numero di minori palestinesi uccisi dalle forze israeliane in Cisgiordania nel 2023 è pari a 38, rispetto ai 35 dell’intero 2022.

3). Nella Striscia di Gaza, nei pressi della recinzione perimetrale di Israele, cinque palestinesi sono stati uccisi dall’esplosione di un ordigno (seguono dettagli). Il 13 settembre, i palestinesi hanno manifestato, vicino alla recinzione a est della città di Gaza, per celebrare il 18° anniversario del ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza. I manifestanti hanno bruciato pneumatici ed hanno lanciato pietre contro le postazioni di osservazione delle forze israeliane; queste hanno sparato proiettili veri e lacrimogeni, ferendo 15 palestinesi, tra cui sei minori. Durante la manifestazione, un gruppo di palestinesi si è avvicinato alla recinzione portando con sé un ordigno, la cui esplosione ha ucciso cinque di loro, tra cui due minori, e ferito altri dieci.

4). Durante le manifestazioni vicino alla recinzione perimetrale israeliana di Gaza (di cui sopra), altri palestinesi sono rimasti feriti (seguono dettagli).Il 15, 17 e 18 settembre, mentre centinaia di palestinesi protestavano vicino alla recinzione perimetrale israeliana attorno a Gaza, alcuni di loro hanno bruciato pneumatici, hanno lanciato pietre e ordigni esplosivi contro le postazioni di osservazione israeliani; le forze israeliane hanno sparato proiettili veri, proiettili di gomma e gas lacrimogeno, ferendo 33 palestinesi, tra cui sei minori. Il 15 settembre, le forze israeliane hanno condotto attacchi aerei e lanciato missili su Gaza, prendendo di mira, secondo quanto riferito, avamposti militari prossimi alla recinzione e appartenenti a gruppi armati, ferendo un palestinese.

5). Sempre nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale di Israele o al largo della costa, le forze israeliane hanno aperto il “fuoco di avvertimento” in almeno 22 casi. Durante questi episodi, quattro pescatori sono rimasti feriti, altri due sono stati arrestati e un peschereccio è stato confiscato.

6). In Cisgiordania, durante il periodo in esame, 173 palestinesi, tra cui almeno 58 minori, sono stati feriti dalle forze israeliane; 11 colpiti da proiettili veri (seguono dettagli). La maggior parte dei feriti (111) sono stati segnalati nel corso di dodici operazioni di ricerca-arresto ed operazioni di altro tipo condotte dalle forze israeliane in Cisgiordania; quattro di queste sono state segnalate nel villaggio di Beita (Nablus) e sono durate quattro giorni consecutivi, come parte di un’operazione di ricerca di sospetti attentatori di una sparatoria avvenuta il 12 settembre a Huwwara, dove erano rimasti feriti due coloni israeliani. Durante una di queste operazioni, un’ambulanza è stata colpita da proiettili di gomma sparati dalle forze israeliane e un paramedico è rimasto ferito. Le forze israeliane hanno ferito 24 palestinesi in seguito all’ingresso di coloni israeliani, accompagnati da forze israeliane, nel villaggio di Qaryut (Nablus). Altri 31 feriti sono stati segnalati in due manifestazioni contro le restrizioni all’accesso e l’espansione degli insediamenti a Kafr Qaddum (Qalqilya). Quattro palestinesi, tra cui tre minori, sono stati colpiti e feriti da proiettili veri, sparati dalle forze israeliane quando alcuni palestinesi hanno lanciato pietre contro le forze posizionate presso una torretta militare all’ingresso di Beit Ummar e nel Campo profughi di Al ‘Arrub (entrambi a Hebron). Un altro palestinese è stato ferito e arrestato dalle forze israeliane al checkpoint di An Nu’man (Betlemme), mentre presumibilmente tentava di accoltellare un membro delle forze israeliane. I restanti due feriti sono stati segnalati a Gerusalemme Est: un minore palestinese aggredito fisicamente e ammanettato dalle forze israeliane vicino alla Porta di Damasco, e un anziano palestinese nella Città Vecchia (vedi dettagli sotto). Complessivamente, 141 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeno, 11 sono stati colpiti da proiettili veri, 13 sono stati feriti da proiettili di gomma, cinque sono stati colpiti da schegge o bombolette di gas lacrimogeno e tre sono stati aggrediti fisicamente. Dall’inizio dell’anno, in Cisgiordania, 769 palestinesi sono stati feriti da proiettili veri sparati dalle forze israeliane; quasi il doppio del numero registrato nello stesso periodo del 2022 (460).

 7). Il 16 e 17 settembre, durante il Capodanno ebraico, folti gruppi di israeliani, compresi coloni, sono entrati nella Città Vecchia di Gerusalemme. Le autorità israeliane hanno schierato agenti di polizia, limitando gli spostamenti dei palestinesi dentro e fuori la Città Vecchia: un anziano palestinese è stato aggredito fisicamente e ferito, almeno altri due sono stati arrestati. Il 17 settembre, le forze israeliane hanno limitato l’accesso dei palestinesi alla moschea di Al Aqsa per le preghiere dell’alba, nella Città Vecchia di Gerusalemme, consentendo l’ingresso solo a chi avesse più di 50 anni. Quella mattina, circa 400 israeliani, compresi coloni, sono entrati nel Complesso accompagnati dalla polizia israeliana che ha evacuato i fedeli palestinesi per garantire l’ingresso degli israeliani.

8). In Cisgiordania cinque palestinesi e due attivisti israeliani sono stati feriti da coloni israeliani, e persone conosciute come coloni, o ritenute tali, hanno danneggiato proprietà palestinesi in altri 18 casi. Ciò si aggiunge ai palestinesi riportati sopra, vittime delle forze israeliane nell’episodio collegato a coloni, avvenuto a Qaryut (Nablus) (seguono dettagli). Il 9 settembre nella parte settentrionale della Valle del Giordano, un pastore palestinese è rimasto ferito ad opera di israeliani, secondo quanto riferito, provenienti dall’insediamento di Shadmot Mehola, che lo hanno aggredito con bastoni e pietre, cercando di rubargli il bestiame. Quello stesso giorno, due contadini palestinesi sono stati feriti da israeliani armati, presumibilmente provenienti dall’insediamento di Neve Daniel, che li hanno aggrediti fisicamente mentre stavano lavorando la propria terra ad Al Khadr (Betlemme). Il 15 settembre, vicino a Burqa (Nablus), coloni israeliani hanno spruzzato con spray al peperoncino un palestinese ed hanno danneggiato il suo veicolo con pietre. Il 16 settembre, nel quartiere Tel Rumeida della città di Hebron, nell’area H2 controllata da Israele, coloni hanno pugnalato alla schiena un palestinese ed hanno lanciato pietre e bottiglie contro le case palestinesi. Il 9 settembre, durante una protesta contro gli insediamenti nella Comunità di Karma (Hebron), coloni hanno aggredito fisicamente e ferito due attivisti israeliani. In cinque casi, secondo fonti delle Comunità, più di 400 alberi e alberelli sono stati vandalizzati su terreni palestinesi prossimi agli insediamenti israeliani, a Khallet al Maiyya e Khirbet a Tawamin (entrambi a Hebron), Sinjil (Ramallah) e Madama e Al Mas’udiya (entrambi a Nablus). Otto episodi registrati a Hebron, Jenin, Gerico, Nablus, Qalqiliya, Ramallah e Salfit hanno coinvolto coloni che sconfinavano nelle Comunità, ferendo il bestiame e danneggiando ricoveri per animali, locali agricoli e parti di due reti idriche. In cinque casi, coloni israeliani hanno lanciato pietre e hanno danneggiato cinque veicoli palestinesi.

9). In Cisgiordania tre israeliani e un cittadino straniero sono rimasti feriti in due distinti episodi (seguono dettagli). Il 6 settembre, nei pressi della Porta di Giaffa, nella Città Vecchia di Gerusalemme, un ragazzo palestinese ha accoltellato e ferito un israeliano. Secondo la polizia israeliana, nella stessa circostanza è rimasta ferita anche un’altra persona, presumibilmente di nazionalità straniera. Successivamente, le forze israeliane hanno arrestato il ragazzo. Il 12 settembre, due coloni israeliani sono rimasti feriti da spari mentre viaggiavano vicino all’incrocio di Beita (Nablus); si ritiene che gli autori siano palestinesi. Dopo l’attacco, le forze israeliane hanno condotto perquisizioni nelle vicinanze, hanno fatto irruzione nei villaggi di Madama, Aqraba e Beita e hanno accresciuto le restrizioni ai movimenti (vedi maggiori dettagli di seguito).

10). A Gerusalemme Est e nell’Area C della Cisgiordania, citando la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, che sono quasi impossibili da ottenere, le autorità israeliane hanno demolito, confiscato o costretto le persone a demolire 23 strutture, tra cui sette case. Di conseguenza, 17 palestinesi, tra cui otto minori, sono stati sfollati e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di oltre 100 altri. Una delle strutture colpite era stata fornita da donatori come assistenza umanitaria. Sedici strutture sono state demolite in Area C, di cui 12 demolite in un unico episodio nella città di Anata (Gerusalemme). Le restanti sette strutture sono state demolite a Gerusalemme Est, provocando lo sfollamento di tre nuclei familiari, comprendenti 12 persone, tra cui cinque minori. A Gerusalemme Est quattro delle sette strutture sono state demolite dai proprietari per evitare il pagamento di multe alle autorità israeliane.

11). In varie località della Cisgiordania le forze israeliane hanno limitato gli spostamenti dei palestinesi (seguono dettagli). L’11 settembre, le forze israeliane hanno bloccato con cumuli di terra due ingressi del villaggio di Sinjil (Ramallah), impedendo l’accesso di circa 8.000 palestinesi ai mezzi di sussistenza e ai servizi e costringendoli a lunghe deviazioni. Secondo fonti israeliane, questa chiusura sarebbe collegata al lancio di pietre palestinesi contro veicoli israeliani. Il 12 settembre, vicino a Beita (Nablus), in seguito ad un attacco con armi da fuoco in cui sono rimasti feriti due israeliani, le forze israeliane hanno imposto restrizioni all’accesso e al movimento intorno a Nablus per tre giorni consecutivi, compresi tutti gli ingressi a Beita. A Beita ciò ha impedito lo spostamento dei 16.000 residenti, compreso l’accesso ai servizi: circa 3.000 scolari e insegnanti non sono riusciti a raggiungere le scuole. inoltre è stata ostacolata la circolazione delle merci in entrata e in uscita dal villaggio, colpendo almeno 21 commercianti palestinesi e le loro famiglie. Il 18 settembre, a seguito di un attacco con armi da fuoco vicino al checkpoint di Deir Sharaf (Nablus), le forze israeliane hanno chiuso tutti i checkpoint attorno a Nablus per circa cinque ore.

12). Nel periodo in esame, in occasione del Capodanno ebraico, per tre giorni, le autorità israeliane hanno imposto una chiusura generale sui Territori palestinesi occupati. A tutti i titolari di documenti di identità della Cisgiordania e di Gaza, compresi lavoratori e commercianti con permessi validi, è stato impedito di entrare in Israele e Gerusalemme Est attraverso qualsiasi checkpoint; facevano eccezione i medici di emergenza, gli studenti e di dipendenti palestinesi di ONG internazionali e Agenzie delle Nazioni Unite. Il 18 settembre, data in cui era prevista la riapertura di tutti i valichi controllati da Israele, adducendo ragioni di sicurezza, le autorità israeliane hanno mantenuto la chiusura del valico di Erez con la Striscia di Gaza, non consentendo ai palestinesi l’uscita per motivi di lavoro; alla fine del periodo di riferimento perdurava ancora tale situazione. Questa chiusura colpisce migliaia di lavoratori palestinesi e le loro famiglie che non possono raggiungere i posti di lavoro in Israele.

13). Dal 2022, a causa della violenza dei coloni e della riduzione dell’accesso ai pascoli, sono stati sfollati oltre 1.100 pastori palestinesi provenienti da 28 Comunità. Le informazioni sono state raccolte, nel mese di agosto, in tutto il Territorio palestinese occupato, durante una valutazione dei bisogni umanitari condotta dalle Nazioni Unite, con Organizzazioni partner, in decine di Comunità di pastori, e pubblicate in una scheda informativa. Dal 2022 quattro Comunità sono state completamente sfollate e ora sono vuote, mentre in altre sei Comunità il 50% dei residenti se n’è andato.

Ultimi sviluppi (dopo il periodo di riferimento)

Questa sezione si basa sulle informazioni iniziali provenienti da diverse fonti. Ulteriori dettagli confermati saranno forniti nel prossimo rapporto.

• Il 19 settembre, durante una manifestazione tenuta vicino alla recinzione perimetrale israeliana attorno alla Striscia di Gaza, a est di Khan Younis, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un palestinese.

• Il 19 e 20 settembre, in due operazioni condotte nei Campi profughi di Jenin e Aqbat Jabr (Gerico), le forze israeliane hanno sparato, uccidendo cinque palestinesi.

• Il 22 settembre, le forze israeliane hanno fatto irruzione a Kafr Dan (Jenin) e, in uno scontro a fuoco, hanno ucciso un palestinese.

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Note a piè di pagina

1- Vengono conteggiati separatamente i palestinesi uccisi o feriti da persone che non sono membri delle forze israeliane; ad esempio da civili israeliani o da lanci di razzi palestinesi non riusciti; così come coloro la cui causa immediata di morte o l’identità dell’autore del reato rimangono controverse, poco chiare o sconosciute. In questo periodo di riferimento, un palestinese ucciso da un colono israeliano viene conteggiato separatamente.

2- Le vittime israeliane in questi rapporti includono persone ferite mentre correvano verso i rifugi durante gli attacchi missilistici palestinesi. I cittadini stranieri uccisi negli attacchi palestinesi e le persone la cui causa immediata di morte o l’identità dell’autore rimane controversa, poco chiara o sconosciuta, vengono conteggiati separatamente.

La protezione dei dati dei civili da parte di OCHA include gli episodi avvenuti al di fuori dei territori palestinesi occupati (oPt) solo se hanno coinvolto i residenti dei territori occupati come vittime o autori.

note
I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informazioni, corredate da dati numerici e grafici statistici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati. Sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians

Sullo stesso sito sono reperibili mappe della Striscia di Gaza e della Cisgiordania:
Striscia di Gaza: https://www.ochaopt.org/content/gaza-strip-access-and-movement-october-2020
Cisgiordania: https://www.ochaopt.org/content/west-bank-access-restrictions-june-2020

La scrivente “Associazione per la pace – gruppo territoriale di Rivoli”, stante l’imparzialità dell’Organo che li redige, utilizza i Rapporti per diffondere un’informazione affidabile sugli eventi che accadono in Palestina. Pertanto, traduce i Rapporti in italiano (escludendo i dati statistici ed i grafici) e li invia agli interessati. Talvolta, i traduttori dell’Associazione, per esplicitare informazioni che gli estensori dei Rapporti sottintendono considerandole già note ai lettori abituali, aggiungono nel corpo del testo brevi note [in corsivo tra parentesi quadre]. Il neretto nel testo del Rapporto è di OCHAoPt.
In caso di discrepanze, fa testo la versione originale in lingua inglese.

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