di Gideon Levy,
Haaretz, 28 maggio 2023.
Uno dei maggiori successi che Benjamin Netanyahu può vantare è la rimozione definitiva della soluzione dei due Stati dal tavolo. Inoltre, nei suoi anni da Primo Ministro, è riuscito a rimuovere l’intera questione palestinese dall’agenda pubblica.
In Israele e all’estero, nessuno è più interessato alla questione, se non a parole, almeno per ora. Agli occhi della destra, questo è un risultato straordinario. Agli occhi di chiunque altro, questo dovrebbe essere considerato uno sviluppo disastroso; solo l’indifferenza nei suoi confronti è ancora più disastrosa.
Netanyahu ci lascia solo due soluzioni a lungo termine, e nessun’altra: una seconda Nakba, o uno Stato democratico tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Qualsiasi altra soluzione è insostenibile: non è altro che un’illusione, come tutte le altre che l’hanno preceduta, destinata a guadagnare tempo per il consolidamento dell’occupazione. Non che ci sia molto altro da consolidare: l’occupazione è già profonda, consolidata, forte e irreversibile. Ma se si può consolidare ancora di più, perché non farlo? Rimuovere la questione dall’agenda consentirà di dichiarare ufficialmente la morte della soluzione dei due Stati, decenni dopo la sua morte de facto.
Netanyahu desiderava sopprimere qualsiasi discorso sui due Stati, e ci è riuscito facilmente. Non c’è da stupirsi che entrambe le parti sappiano bene che non è stata proposta alcuna soluzione seria e completa da quando i primi coloni occuparono il Park Hotel di Hebron nel 1968. In ogni caso, non c’è spazio tra il Giordano e il Mediterraneo per due veri Stati-nazione, con tutti gli orpelli degli stati indipendenti, compreso un esercito. Al massimo c’è spazio, se tutto andasse bene, per una superpotenza regionale ebraica e uno stato palestinese fantoccio. Bisogna rispettare le persone che ancora lottano per due Stati nelle loro previsioni, progetti, tabelle e mappe; ma nessun database può cambiare il fatto evidente che non verrà istituito nessun vero stato palestinese. Senza di esso, non esiste una soluzione a due Stati.
Uccidendo questa soluzione, Netanyahu ci ha lasciato solo due soluzioni possibili. La stragrande maggioranza degli israeliani, compreso lo stesso Netanyahu, confida nella perpetuazione dell’apartheid per l’eternità. A quanto pare, questo sembra essere lo scenario più ragionevole. Ma la crescente forza della destra israeliana e lo spirito di resistenza dei palestinesi, che non si è del tutto dissipato, non permetteranno che questo continui per sempre. L’apartheid è una soluzione provvisoria, forse a lungo termine – è già in vigore da oltre 50 anni e potrebbe persistere per altri 50 – ma la sua fine arriverà. Come si svolgerà? Ci sono solo due scenari possibili. Uno è preferito dall’estrema destra e, cosa terribile, forse da quasi tutti gli israeliani: una seconda Nakba. Se le cose dovessero precipitare e Israele dovesse trovarsi di fronte alla scelta di uno Stato democratico per due popoli, o di un’espulsione in massa dei Palestinesi per mantenere l’esistenza di uno Stato ebraico, la scelta sarà chiara per quasi tutti gli ebrei israeliani. Nel momento in cui la soluzione dei due Stati è stata tolta dal tavolo, non è rimasta altra scelta.
È un bene che la soluzione dei due Stati sia stata tolta dall’agenda, poiché il continuo e sterile coinvolgimento con essa ha causato solo danni. Ecco una soluzione pronta per l’uso, quindi la adotteremo al momento giusto. Questo ha fornito consolazione al mondo e ai campi di sinistra e di centro in Israele, ignorando le centinaia di migliaia di coloni violenti che esercitano un potere politico significativo, avendo dato il colpo di grazia a questa soluzione molto tempo fa. In una Cisgiordania priva di ebrei, questa soluzione aveva qualche debole possibilità, ma non in una regione in cui i coloni dominano. Il problema è che i cinque milioni di Palestinesi che vivono tra il Giordano e il Mediterraneo non andranno da nessuna parte nel frattempo.
Arriverà il giorno, anche se solo in un lontano futuro, in cui ci verrà puntata una pistola alla testa: una seconda Nakba, compresa l’espulsione degli arabi israeliani, oppure un unico Stato democratico, con un Primo Ministro o un Ministro della Difesa palestinese, un esercito comune, due bandiere, due inni e due lingue. Non c’è altra soluzione all’infuori di queste. Quale scegliereste?
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.
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