La Tomba di Giuseppe è il futuro di Israele

Apr 17, 2023 | Notizie

di Gideon Levy,

Haaretz, 16 aprile 2023. 

Un fedele ebreo prega nel complesso della ‘Tomba di Giuseppe’ vicino a Nablus, lo scorso novembre. Emil Salman

La Tomba di Giuseppe è la tomba di Israele. Questo bizzarro sito nella città palestinese di Nablus, in Cisgiordania, è il nuovo “Mini Israele”. Se il parco originale di questo nome, vicino a Latrun, ha 385 miniature che dovrebbero mostrare il bel volto di Israele, nel quartiere orientale di Nablus c’è un esempio che mostra dove siamo diretti. Il futuro è già qui, in questa tomba.

C’è tutto, in questa tomba maledetta: il messianismo, il fondamentalismo, la violenza, le truppe d’assalto, il calpestare la dignità dell’altra nazione, l’altezzosità, il marciume morale, l’imperiosità ultranazionalista e la corruzione.

In un articolo magistrale – peccato che non ci sia un Premio Pulitzer israeliano – Hagar Shezaf e Deiaa Haj Yahia (Haaretz in ebraico, 13 aprile), rivelano la scena in tutta la sua bruttezza. La maggior parte dei mali di Israele, soprattutto quelli dell’occupazione, visibili con un unico biglietto. Vai alla Tomba di Giuseppe e vedrai il nostro ritratto.

Meno di due mesi fa, il fotografo Alex Levac ed io abbiamo visitato Yazid Amer, un giovane palestinese affetto da epilessia, nella sua casa del quartiere Ein Sirin di Nablus, che si affaccia sulla Tomba. La notte del 15 gennaio, c’è stata un’altra invasione ebraica; il cagionevole Amer, 24 anni, è stato oggetto dell’attenzione dei soldati incaricati della sicurezza di questi pellegrinaggi pagani. Fragile e tremante, è stato legato e lasciato all’aperto per tutta la notte, finché gli invasori non hanno lasciato la città. Da allora, le sue condizioni mediche sono peggiorate. Amer è la facile vittima di questi folli pellegrinaggi. Sette Palestinesi sono stati uccisi l’anno scorso, affinché Rivka [Ravitz, una nota attivista ultraortodossa] con il suo copricapo, potesse prostrarsi sulla tomba. Essendo una visitatrice abituale, sa che “qui le preghiere vengono davvero esaudite”.

Ecco come vengono esaudite le preghiere: Ogni invasione significa una notte di terrore per i residenti e una notte inquieta per le centinaia di soldati che sono dispiegati in città per sorvegliare gli autobus blindati che trasportano il gruppo sacro, che è separato per sesso, ovviamente: gli uomini davanti e le donne dietro.

Chi guarda dai finestrini dell’autobus non ha idea del prezzo che i residenti della città pagano per permetter loro di prostrarsi su questa sciagurata struttura. Una struttura per la quale non esiste alcuna prova – archeologica o di altro tipo – che questo sia effettivamente il luogo in cui fu sepolto il biblico Giuseppe. Ma anche se così fosse? I pellegrini ebrei non vedono nemmeno il vicino campo profughi di Balata, non vogliono vederlo. Per loro, non ci sono persone che vivono a Balata o a Nablus.

La tomba deve essere preservata e ristrutturata. I subappaltatori della sicurezza israeliana, noti come polizia palestinese, sorvegliano la tomba quando non ci sono ebrei. Quando arrivano gli ebrei, la polizia palestinese deve ritirarsi senza onore. La tomba è gestita da un’associazione religiosa senza scopo di lucro, la Fondazione per il patrimonio della Tomba di Giuseppe. Che cos’è, esattamente, il “patrimonio della Tomba”? È una società appaltatrice, Har Kabir, fondata da un colono di un avamposto illegale, che trae profitto dai lavori di ristrutturazione. Gli ebrei non permettono ai residenti della città di ristrutturare la tomba, che pure si trova nel cuore di un quartiere palestinese, per evitare che la profanino.

Ogni “visita” è accompagnata da spari, distruzione e a volte anche dalla morte. Il giorno in cui un giornalista di Haaretz si è unito al viaggio, due palestinesi sono stati uccisi perché il rituale si compiesse, ma chi li conta? E a chi importa? Ogni visita trasforma la zona in un campo di battaglia, e i residenti si chiudono in casa e aspettano terrorizzati l’alba, mentre i giovani cercano invano di scacciare gli intrusi con i sassi.

Yossi Dagan, un colono dalle molteplici attività, guadagna consenso politico da ogni visita. Il Consiglio Regionale della Samaria, di cui è a capo, gestisce l’organizzazione e il trasporto; Dagan, come sua abitudine, si assicura di scattare selfie con le celebrità. Questa follia va al di là del tipo di governo in carica. Come per ogni questione legata all’Occupazione, in Israele non esiste una vera differenza tra i governi, di destra o di sinistra. Nessuno osa porre fine a questa follia.

È così nella terra dei coloni che hanno in mano uno stato. Quando Hagar Shezaf ha partecipato alla visita, ha visto una donna anziana che lanciava caramelle mou alla folla. Si è sentito un grido dalla sezione maschile: “Sono in uno dei posti più felici della mia vita, amici, davvero un posto felice”. Forse un simile grido di esaltazione è stato udito anche [il 22 novembre 2022] quando Ahmed Shahada, 16 anni, giaceva morente all’esterno, dopo che i soldati gli avevano sparato.

https://www.haaretz.com/opinion/2023-04-16/ty-article/.premium/josephs-tomb-is-israels-future/00000187-86fa-dc6c-a5ff-effb87ab0000

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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