di Philip Weiss,
Mondoweiss Weekly Briefing, 12 marzo 2023.
Oggi è una giornata storica: la comunità ebraica americana protesta apertamente contro la visita negli Stati Uniti del ministro israeliano fascista delle Finanze, Bezalel Smotrich. Biden ha concesso a Smotrich un visto, nel suo incessante sforzo di ingraziarsi la lobby israeliana per il 2024; ma un gran numero di ebrei ha condannato le dichiarazioni genocide di Smotrich contro i palestinesi.
Sì, molti dei manifestanti – qui in USA e in Israele – cercano di preservare la “democrazia ebraica”, qualunque cosa questo voglia dire. Ma mi fa piacere vedere che la lobby pro-Israele si sta spaccando per le provocazioni di Netanyahu, mentre il discorso progressista sta guadagnando terreno. La gran parte dei sionisti sta finalmente parlando di “apartheid“.
Si tratta di una svolta importante. Per decenni, gli ebrei pro-Israele si sono assunti il compito di influenzare la politica degli Stati Uniti; e hanno sempre privilegiato l’opinione israeliana, affermando che dobbiamo attenerci a quel che fa Israele riguardo al suo trattamento brutale dei palestinesi. “Quegli ebrei sono in prima linea, chi siamo noi per dire loro cosa fare?”. Ora invece vediamo i sionisti americani dare la priorità alle tradizioni liberali degli Stati Uniti e prenderle come modello per il comportamento di Israele, aprendo persino gli occhi sulle atrocità storiche commesse contro i palestinesi.
A questa consapevolezza bisogna aggiungere la comprensione del motivo per cui i palestinesi resistono. “Finché c’è occupazione, ci sarà resistenza. Finché ci saranno incursioni, ci sarà autodifesa”, dice un residente di Jenin – dove ogni famiglia ha un martire o un prigioniero che non ha accettato l’oppressione – a Yumna Patel nel suo ottimo reportage dalla Cisgiordania.
Infine, traggo speranza dal fatto che finalmente c’è una svolta per l’antisionismo nella politica statunitense. Il gruppo sionista liberale J Street ha fatto firmare a 92 membri liberali del Congresso una lettera in cui si dice a Biden di esprimersi contro il nuovo governo di Netanyahu in nome di “uno Stato ebraico e democratico”. Ma “la Squadra” non ha firmato. Si tratta di una mezza dozzina di deputati progressisti, per lo più donne di colore, che sono molto attente alla solidarietà dei loro elettori per i palestinesi. La sinistra progressista conosce la storia e sta usando la crisi di Israele per promuovere un’agenda di uguaglianza. Il nostro numero cresce ogni giorno.
Phil Weiss, fondatore e Senior Editor. phil@mondoweiss.net
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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