Le forze israeliane hanno ucciso 8 palestinesi negli ultimi tre giorni

di Mariam Barghouti,  

Mondoweiss, 1 dicembre 2022.  

Negli ultimi tre giorni, Israele ha ucciso 8 palestinesi in Cisgiordania e nel Negev, tra cui i combattenti della resistenza palestinese Muhammad Al-Saadi e Naim Zubeidi, nonché il 13enne Issa Hani Talaqat.

Il funerale di due combattenti della resistenza palestinese, Muhammad Al-Saadi e Naim Zubeidi, uccisi dalle forze israeliane a Jenin, 1 dicembre 2022. (foto: Ahmed Ibrahim/Apa Images)

Giovedì 1 dicembre, le forze speciali israeliane hanno fatto irruzione nel campo profughi di Jenin e hanno ucciso i combattenti della resistenza palestinese della Brigata Jenin, Muhammad Al-Saadi e Naim Zubeidi.

L’uccisione di Al-Saadi e di Zubeidi, quest’ultimo cugino dell’ex evaso dalla prigione di Gilboa Zakariah Zubeidi, porta a otto il numero totale di palestinesi uccisi da Israele nelle ultime 72 ore. In totale, 214 Palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane dall’inizio del 2022, 54 dei quali provenienti da Jenin.

I gruppi di resistenza in tutta la Palestina, tra cui Fatah, il movimento della Jihad Islamica, Hamas e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP), hanno tutti salutato i martiri come eroi, invitando a continuare la resistenza e la rivolta. Il Comitato Palestinese per la Resistenza, una coalizione popolare di gruppi di resistenza in tutta la Cisgiordania, ha sottolineato che “la politica dell’assassinio non frenerà i resistenti”.

La mattanza continua

Al-Saadi e Zubeidi sono stati uccisi 48 ore dopo che Israele aveva sparato e ucciso quattro Palestinesi in altre parti della Cisgiordania.

Martedì mattina, 30 novembre, le forze israeliane hanno invaso il villaggio di Kufr Ein, a nord-ovest di Ramallah, sparando e uccidendo due fratelli, Jawad Rimawi, 22 anni, e Thafer Rimawi, 19 anni. La stessa mattina, le forze israeliane hanno anche sparato e ucciso Mufid Ikhlayel, 44 anni, a Hebron.

Il gruppo di resistenza armata di Nablus, la Tana dei Leoni, ha indetto uno sciopero generale in segno di lutto per la morte dei Rimawi e di Ikhlayel. In una dichiarazione diffusa dal suo account Telegram, il gruppo di resistenza ha invitato la popolazione a non essere inerte “nonostante l’asprezza delle condizioni economiche”.

“Nessun giorno potrà dirsi normale finché il nostro sangue continuerà ad essere versato”, si legge nella dichiarazione.

Meno di 24 ore dopo aver ucciso tre Palestinesi a Ramallah e Hebron, le forze israeliane hanno anche sparato e ucciso Raed Ghazi Naasan. Naasan è stato ucciso con un proiettile al petto mentre l’esercito israeliano invadeva il suo villaggio natale di al-Mughayyir, a nord-est di Ramallah.

In precedenza, a luglio, le forze israeliane e i coloni armati avevano fatto irruzione a Mughayyir e avevano attaccato i residenti, uccidendo il quindicenne Amjad Abu Alia. Secondo i testimoni oculari, l’adolescente è stato colpito dai coloni e non dai militari.

Quella sera, dopo che Naasan era stato portato al suo luogo di riposo finale, una colona israeliana è uscita dalla sua auto e ha sparato tre proiettili contro un’auto palestinese vicino a Mughayyir. L’attacco è stato un’ulteriore dimostrazione della crescente impunità dei coloni nel contesto della continua espansione illegale degli insediamenti per soli ebrei, in ciò che rimane in Cisgiordania della terra palestinese.

Il martire del Negev

La mattina di mercoledì 7 novembre, Issa Hani Talaqat, 13 anni, è stato dichiarato morto nell’ospedale Soroka di Beer Sheva, a sud di Ramallah. Il ragazzo, palestinese con cittadinanza israeliana, era stato colpito dalla polizia israeliana nella notte delle elezioni israeliane, il 1° novembre. È morto per le ferite un mese dopo. Talaqat è di Arara, una delle ultime comunità beduine palestinesi rimaste nel Negev.

L’agente di polizia responsabile di aver sparato al ragazzo ha riferito di essersi sentito “in pericolo”, secondo i media israeliani.

Talaqat è uno dei 54 minori palestinesi che sono stati colpiti e uccisi dalle forze israeliane quest’anno, mentre l’anno scorso Israele ha sparato e ucciso 78 minori. Questo è stato l’anno più letale per i minori dall’assalto militare su larga scala a Gaza nel 2014, l’Operazione Protective Edge.

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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