Riace, tutti con Mimmo Lucano

di Luisa Morgantini,

Diari di Cineclub, Settembre 2022
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Riace il 2/3/4 Giugno 2022 l’incontro “Contro la criminalizzazione della solidarietà”. Erano presenti a fianco di Mimmo Lucano, rappresentanti del Parlamento Europeo: Rosa d’Amato, Damien Carême, Cornelia Ernst; ResQ – People Saving People; SOS Méditerrannée; Amnesty Interna￾tional Italia; Comitato 11 giugno; FICC – Federazione Italiana Circoli del Cinema; Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli; Associazione Culturale Enrico Berlinguer di Roma; Diari di Cineclub – periodico di cultura e informazione cinematografica e molte altre associazioni e personalità del mondo politico, società civile e artisti. Ce ne parla con questo articolo Luisa Morgantini, già Vice Presidente del Parlamento Europeo, testimone di questi tre giorni fondamentali.

Neppure la curiosità per il ritrovamento dei due bronzi mi avevano fatto raggiungere Riace.
Solo il bisogno di essere solidale con Mimmo Lucano e i migranti me lo hanno fatto fare, e cosi il 2-3-4 Giugno 2022, con i Parlamentari Europei solidali con Mimmo Lucano e contro la criminalizzazione della solidarietà, sono finalmente arrivata a Riace.
Lo avrei voluto fare fin da quando sono apparse le notizie di Mimmo Lucano nel lontano 1998, quando incrociando, casualmente sulla strada, una fila di migranti curdi sbarcati a Marina di Riace, aveva deciso di accoglierli e successivamente fondare il “Villaggio Globale” dove i migranti di diverse nazionalità trovavano accoglienza, umanità, casa, cibo e lavoro.
Nel passato ero stata a Soverato e Badolato, quando l’inserimento dei profughi pareva funzionare, facendo rivivere ed essere
abitati paesi abbandonati, dove potevi trovare cibo nel nuovo ristorante curdo buonissimo.
Proprio lì avevo incontrato alcuni curdi che avevo conosciuto a Dyarbakir, dove, il giorno prima dei festeggiamenti del Newroz, avevo condiviso con loro e alcuni ex-prigionieri curdi, segnati da lunghi anni di carcere e di torture nelle orride carceri turche, il pranzo a base di di pane, formaggio e anguria.
Negli anni tra il 1989 e il 1994 andavo spesso in Turchia, in solidarietà con il popolo curdo.
Anni in cui non potevo compiere i miei viaggi in Palestina, visto che Israele, una volta che arrivai all’areoporto Ben Gurion, mi aveva dato il denied entry, caricandomi di forza su un areo di ritorno a Fiumicino. In Turchia mi sono recata specialmente durante il Newroz, quando il popolo curdo, ogni anno, malgrado i divieti, gli arresti, e la repressione, festeggiava con orgoglio l’anno nuovo durante il solstizio d’estate, sventolando bandiere e colori curdi, vietati dal governo turco, cosi come il parlare la loro lingua.

Non andavo da sola, organizzavo delegazioni di donne in nero contro la guerra e la violenza, per incontrare le madri per la pace e partecipare alla manifestazioni per la libertà dei prigionieri curdi in piazza Galataserray a Istanbul. A Roma ero nell’organizzazione dell’accoglienza quando migliaia di curdi vi giungevano per salutare Ocalan, arrivato in Italia, per portare il suo messaggio di pace.

La piazza che abbiamo dedicato all’attivista, politico e giornalista italiano Dino Frisullo (eravamo insieme quando venne arrestato dalla polizia turca a Dyarbakir in uno dei Newroz), è stata la mia casa fino a quando Ocalan è stato dimesso dall’ ospedale e trasferito in una casa al quartiere Infernetto di Roma.

L’impegno per la Palestina era ripreso, ma la lotta del popolo curdo mi è rimasta non solo nel cuore ma anche nell’azione. Da parlamentare europea ho seguito il processo contro Leina Zana e come osservatrice le elezioni che hanno visto la vittoria di Erdogan, elezione in quella fase vista positivamente dai curdi, quando invece oggi è diventato il loro nemico principale.
Era il tempo in cui venivo segnalata sui giornali turchi con tanto di fotografia, come una terrorista amica del Pkk e di Ocalan, per via delle iniziative che portavo avanti nel Parlamento Europeo per i diritti violati del popolo curdo.

Anche i curdi mi legavano a Mimmo Lucano che ammiravo ed ammiro immensamente senza che ne faccia un mito, perchè anche lui,
come tutte e tutti noi, ha i suoi limiti, senza che ciò possa offuscare la sua dignità, generosità e forza, vista la persecuzione nei suoi confronti volta a colpire attraverso lui tutto il mondo della solidarietà e dell’accoglienza.
A Riace, quindi, pur avendone molto desiderio non ero mai riuscita ad andare.
Maria Ripamonti di Milano, che era stata volontaria con me a Teora, dopo il terremoto in Irpinia, mi aveva più volte sollecitato ad andarci, cosi come lo faceva una figura storica della sinistra italiana Franco Calamida, che ci ha lasciato appena un anno fa (una perdita immensa), un grande amico e compagno con il quale avevamo vissuto appieno la stagione sindacale dell’autunno caldo.
Ogni volta che mi proponevano la partecipazione ad iniziative comuni, ero sempre già impegnata per eventi legati alla Palestina.

Ma finalmente ci sono stata a Riace, grazie alla segnalazione di Maurizio Del Bufalo, direttore artistico del Festival del cinema per i diritti umani di Napoli, che mi portava a conoscenza dell’ incontro proprio a Riace per discutere e programmare iniziative contro la criminalizzazione della solidarietà, insieme a parlamentari europei e rappresentanti della società civile.
Naturalmente, avevo già seguito l’incredibile creativo impegno sull’accoglienza realizzato per anni da Mimmo Lucano con l’associazione Città Futura, ed anche per me, come per altre migliaia di persone, l’esempio di Riace risultava il volano per far sì che la politica del nostro paese fosse rivolta all’accoglienza e al sostegno verso i migranti per trovare un lavoro, una casa, e non invece per i respingimenti e i campi di detenzione.

Nell’ottobre del 2017 a Riace vi erano circa 600 stranieri di 26 nazionalità diverse; il paese era vivo, i bambini giocavano per le strade e riempivano le scuole, praticamente chiuse da anni.
Le vecchie case abbandonate dai loro proprietari, sparsi nel mondo, perché anche loro migranti, sono state restaurate e riabitate. Così come si sono riattivate le vecchie botteghe artigiane in cui africani, afghani e altri migranti portavano le loro esperienze, saperi e
creazioni, portando ad inaugurare asili multietnici, anche un ambulatorio medico e in cui nuovi residenti lavoravano i campi per poi andare a produrre olio.

Ma nel 2018 il modello esemplare di Riace, che era ormai conosciuto ed apprezzato a livello internazionale, con Mimmo che girava
il mondo, dall’Università di Cambridge all’ Argentina, con la rivista Fortune che gli dedicava la prima pagina e lo designava tra le 50 personalità più importanti nel mondo, viene stroncato.
Inizia in quell’istante il calvario di Mimmo e della comunità di profughi e migranti che si trovavano a Riace, che hanno dovuto andarsene perché abbandonati a se stessi. Tutto parte con la prefettura di Reggio Calabria, che spesso si rivolgeva nel passato al comune di Riace dove Mimmo era Sindaco per sistemare nuovi immigrati, che segnala in due rapporti, dopo una ispezione, anomalie e abusi nella gestione dell’accoglienza.
Marco Minniti, allora Ministro dell’Interno nel governo Gentiloni, fa sospendere i fondi erogati a Riace per presunte irregolarità, mentre la procura di Locri iscrive Mimmo Lucano nel registro degli indagati.

Parte cosi l’operazione Xenia condotta dalla guardia di Finanza, che si concludeva il 2 ottobre 2018 con la richiesta di inviare Lucano agli arresti domiciliari, successivamente modificata in esilio. La vicenda surreale che riguarda Mimmo è oggi abbastanza conosciuta: allonanato da Riace, costretto a dimettersi da Sindaco, condannato dal Tribunale di Locri con una sentenza aberrante, più di tredici anni di carcere, il doppio degli anni richiesti dal pubblico ministero Michele Permunian durante la sua requisitoria, oltre al pagamento insieme d altri imputati di 750.000 euro di multa. Giustamente Mimmo dice che sarà una multa che non pagherà, non solo perché è nullatenente, ma perchè è una multa ingiusta in quanto già dalla sentenza risulta chiaro che Lucano non si è
appropriato indebitamente di nulla.

Attaccato politicamente e pubblicamente, criminalizzato e deriso dalla destra e in primis da Matteo Salvini, che aveva le funzioni delicate di Ministro dell’interno, purtroppo per i migranti e per l’Italia.
In tale contesto, Domenico Lucano trovava sostegno e solidarietà da parte della società civile, anche dalle forze politiche di sinistra, compreso il Pd, che manifestavano il loro sostegno a Mimmo Lucano per una sentenza cosi’ paradossale.

Da che Mimmo è tornato a Riace, certo, amareggiato, arrabbiato per l’ingiustizia subita e che continua a subire, il Villaggio Globale ha
ripreso a vivere, provando a continuare a praticare l’utopia come principio di lotta per una fratellanza e sorellanza universale.
Arrivata a Riace ho visto ciò che ancora rimaneva del Villaggio Globale e ciò che con il ritorno di Mimmo era ripreso, facendo rivivere il paese, riaprendo i laboratori, accogliendo vecchi e nuovi migranti.
Altri profughi sono arrivati di recente, spontaneamente nuove famiglie afghane sono riuscite a sfuggire alla politica criminale dei talebani ed altri arriveranno. Ho parlato con un giovane ragazzo che ricordava con nostalgia i tempi in cui nel parco giocava insieme ad altri bambini “di tutti i colori”.
Era felice della nostra presenza, 89 persone rappresentanti di ONG e di tre parlamentari europei, Rosa D’Amato, Damien Careme
del gruppo Verdi/Ale e Cornelia Ernst della sinistra Gue. Proprio i parlamentari europei, in un affolato incontro, hanno presentato un dossier sulla “criminalizzazione della solidarietà”, che non avviene solo in Italia, ma in tutta Europa, dove cresce la “pericolosa tendenza di reprimere chi accoglie profughi e migranti”.

Tra Gennaio 2021 e Marzo 2022 sono un centinaio i casi registrati di persone criminalizzate perché hanno assistito immigrati; a questi si sommano le quasi 300 persone che tra Agosto e Settembre 2021 sono state arrestate per aver aiutato i migranti che attraversavano le frontiere tra Bielorussia e Polonia.
La Parlamentare tedesca Cornelia Ernst cita i dati del Border Violence Monitoring Network, che in un dossier di 1.500 pagine mette in luce la violenza subita, da oltre 12.000 persone per mano delle autorità alle frontiere esterne dell’ Unione Europea.
Ma la criminalizzazione verso la solidarietà non si ferma solo contro chi aiuta i migranti, lo ha affermato Laura Renzi di Amnesty International: “Sono in aumento anche le vessazioni contro chi difende i diritti Lgbt o contro chi si batte sulle questioni ambientali”.
E si continua con la criminalizzazione delle ONG, come hanno raccontato i rappresentanti di SOS Méditerranée e di ResQ, Viviana di Bartolo e Corrado Mandreoli che fanno soccorso in mare.
Tutti gli interventi sono stati unanimi nel condannare l’ostracismo e la repressione messa in atto verso i migranti che sfuggono dalla devastazione provocata dalle nostre guerre, in Afghanistan, in Libia, in Iraq, e nel mettere in luce come i valori che l’Unione Europea declama e scrive sui documenti non rappresentano la realtà delle loro politiche. I parlamentari Europei si sono impegnati a sostenere una politica di accoglienza e ad operare in un network europeo per impedire la criminalizzazione dei fenomeni di solidarietà e umanità.

Il mio auspicio è che si dia davvero continuità a questa iniziativa che vede coinvolti rappresentanti delle istituzioni e della società civile.
E intanto Riace rinasce, ad Agosto si sono realizzate decine di iniziative culturali straordinariamente popolate che hanno visto il coinvolgimento di volontari, di personalità culturali e politiche, rappresentanti di ONG e artisti affermati, mentre è cresciuta la presenza di immigrati o profughi con famiglia che sono arrivati spontaneamente in questo luogo che hanno saputo essere accolti
senza discriminazioni, a Riace, dove tutti i colori del mondo si incontrano, dove un mescolamento di culture arricchisce tutte e tutti.

Ma serve ancora solidarietà concreta se vogliamo che il modello di Riace viva ancora come esempio nel mondo, per la realizzazione
di una autentica alternativa all’esclusione e alla criminalizzazione dei migranti e dei profughi.

Nel frattempo migranti e profughi devono mangiare, vestirsi, trovare lavoro. I fondi dei premi in denaro che sono stati offerti a
Mimmo Lucano, e che generosamente ha messo a disposizione per l’accoglienza, non sono sufficienti. Lo Stato italiano avrebbe dovuto versare i fondi che erano destinati per l’accoglienza a Riace e che invece ha bloccato, creando problemi immensi alla comunità.

La somma raccolta di 380.000 euro con l’appello lanciato da Luigi Manconi ed altre personalità per il pagamento della multa di 750.000 euro comminata nella sentenza, potrebbero essere devoluti per l’assistenza a Riace, visto che Lucano si rifiuta di pagare qualsiasi multa per reato di solidarietà.

Ma bisognerà aspettare la sentenza definitiva prevista per metà Ottobre, prima di poter decidere.
Così abbiamo lanciato sempre con Manconi, Zanotelli, Lerner e diversi altri, un nuovo appello per poter essere di aiuto alle spese di sostegno per i nuovi arrivi di migranti a Riace. (A Buon Diritto Onlus, Banco di Sardegna IT73H0101503200000070779827, causale «Per Mimmo»).

Per quel che più mi riguarda personalmente, non abbandonerò Riace, sebbene non possa che seguirla ora solo da lontano. Ma quando incontri un luogo e persone come Mimmo Lucano e tutti quelli che operano con lui, non puoi mai lasciarli, perché il loro sogno è anche il tuo ed il nostro, di chi pensa che praticare la solidarietà sia anche un affermare nei fatti che la nostra dignità e la nostra umanità siano un modo di agire e un modo di essere; in perfetta sintonia con Bertlod Brecht secondo il quale “ciascuno deve essere di aiuto all’altro”; e con Gioconda Belli, la straordinaria poetessa nicaraguense, che ribadiva che “la solidarietà è la tenerezza dei popoli”.


Luisa Morgantini

Già VicePresidente Parlamento Europeo, presidente di
AssoPacePalestina www.assopacepalestina.org

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