di Hamada Faraoni,
Ad-Dustour, 7 giugno 2022.
Nel 1948, Israele riuscì a espellere dalla Palestina 700.000 palestinesi, e le conseguenze di questo atto divennero responsabilità dei tre paesi ospitanti: Libano, Siria e Giordania. Gli USA riuscirono anche a mettere in secondo piano le Risoluzioni 181 e 194 dell’ONU: la prima riguardava il diritto dei palestinesi a stabilire il loro Stato sulla loro terra, e la seconda riguardava il diritto dei rifugiati a ritornare nella loro patria. Entrambe furono oscurate dalla risoluzione 302, che includeva la formazione dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei rifugiati palestinesi), trasformando così l’attenzione internazionale nei confronti della Palestina da una questione politica rappresentata dalle risoluzioni 181 e 194, a una questione umanitaria per un popolo bisognoso, incarnata nella Risoluzione 302.
I profughi palestinesi degli anni Cinquanta e Sessanta, trasformarono ben presto i loro luoghi di raccolta da campi di profughi, sfollati e bisognosi, a campi che lanciavano slogan di lotta e richieste di ritorno e che divennero portabandiera e agenti della rivoluzione. Da lì emersero fazioni, movimenti e alleanze speciali che vanificarono gli sforzi di USA e Israele che cercavano di minimizzare il problema dei rifugiati, cancellare la loro identità palestinese e frenare le loro aspirazioni nazionali al ritorno e al ripristino delle loro proprietà e case nel paese occupato, la Palestina.
Nel 1967, l’occupazione di quel che restava della Palestina da parte dei colonizzatori, secondo il loro programma di espansione graduale, ha trasformato la causa palestinese in due obiettivi inseparabili: 1- La liberazione e l’indipendenza della Palestina, 2- Il diritto al ritorno dei profughi. L’intesa USA-Europa-Israele ha cercato di contrastare i due obiettivi della Palestina: indipendenza e ritorno, e questo spiega i suoi sforzi per indebolire l’UNRWA, ridurla in una condizione di declino e prosciugare le sue risorse finanziarie. Tanto che il presidente degli Stati Uniti Trump ha cercato apertamente di sopprimerla, a beneficio dei progetti israeliani; ma i suoi sforzi sono stati vanificati, perché la decisione se continuare o eliminare l’Agenzia deve essere presa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ne ha il potere perché l’UNRWA è stata costituita a seguito di una sua decisione.
L’UNRWA è diventata un capitolo della questione dei profughi palestinesi, ed è diventata uno degli strumenti con cui essi possono esprimere i loro diritti umani e i loro diritti politici. Per questo, la Giordania è in prima linea dei paesi arabi e islamici nel rifiutarsi di compromettere i poteri dell’UNRWA, apportare modifiche al suo mandato, ridurre i suoi servizi o trasferirli a un’altra istituzione.
Il defunto presidente Yasser Arafat era riuscito a trasferire la questione palestinese dall’esilio alla patria, a seguito della prima Intifada del 1987 e delle sue conseguenze, l’Accordo di Oslo del 1993. La Palestina è diventata il centro della lotta, il suo popolo e i suoi residenti sono lo strumento e l’obiettivo, mentre il ruolo dei rifugiati, la loro causa e i loro diritti si sono al confronto affievoliti. Questa è una politica programmata, volta a ridurre l’attenzione sui rifugiati fin quasi ad eliminarli, proprio perché, numericamente e demograficamente, essi rappresentano la metà del popolo palestinese.
L’incontro, l’altro ieri, domenica 5 giugno 2022, tra Ayman Safadi, vice-primo ministro giordano, e il commissario generale dell’UNRWA Philip Lazzarini, ha avuto l’obiettivo di elaborare una road map e un programma di lavoro al fine di fornire il sostegno finanziario necessario all’UNRWA per colmare il disavanzo ricorrente nel suo bilancio e consentirgli di continuare il suo lavoro e fornire i suoi servizi secondo il mandato delle Nazioni Unite. Si è anche discusso sugli sforzi da compiere per mobilitare il sostegno finanziario all’organizzazione, il contributo dei partner internazionali per la copertura delle sue necessità di bilancio e gli obblighi necessari.
L’indebolimento dell’UNRWA è un piano israeliano programmato per cancellare la questione dei rifugiati, i loro diritti al ritorno e le loro aspirazioni a recuperare le loro proprietà sulla terra dell’unica loro patria, la Palestina.
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Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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