di Kobi Niv su Sinistrainrete Archivio di documenti e articoli per la discussione politica nella sinistra
Pubblicato: 24 February 2022
Creato: 19 February 2022
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“Così è ai nostri occhi di ebrei: noi siamo esseri umani, i palestinesi no. E finché non capiremo che anche loro sono esseri umani, non lo saremo nemmeno noi”.
Kobi Niv racconta perché, a differenza che in quasi tutti i paesi del mondo, quando i poliziotti o i soldati israeliani afferrano un anziano (palesinese) di 80 anni, lo ammanettano, gli tappano la bocca e lo gettano in qualche buco gelido provocandone la morte, quello si chiama ”omicidio”, o almeno “omicidio colposo”, e in Israele invece no.
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In quasi tutti i paesi del mondo, quando poliziotti o soldati afferrano un anziano di 80 anni che non è sospettato di nulla, lo ammanettano, gli tappano la bocca e lo gettano in qualche buco gelido provocandone la morte, si chiama ” omicidio” o almeno “omicidio colposo”. Gli autori sono perseguiti. Nel nostro caso, questo è chiamato “un fallimento dei valori delle Forze di Difesa Israeliane (IDF)” e gli assassini vengono rimproverati o relegati a compiti di cucina. E in generale, se quell’anziano non fosse stato un cittadino americano, ma solo un ordinario palestinese di merda, non ci sarebbe stata neppure questa triste risposta.
Il portavoce dell’IDF ci avrebbe informato che era morto per una causa inspiegabile e la questione sarebbe finita così.
Ma a causa della cittadinanza americana di Omar ‘Abd al-Majid Assad, il capo di stato maggiore Kochavi si è preoccupato di incontrare l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele con il quale si è scusato per l’omicidio. Né il capo di stato maggiore, né nessuno nella catena di comando militare o politica israeliana si è preso la briga di esprimere dolore o scusarsi con la famiglia di Assad. E qui menzionerò solo che dopo che un soldato giordano aveva massacrato un gruppo di adolescenti israeliane, re Hussein si era turbato ed era andato a casa di ciascuna delle famiglie in lutto, si era inginocchiato davanti a loro e aveva chiesto il loro perdono. Un altro arabo di merda.
Il nostro auto-perdono per le atrocità commesse dai nostri soldati nei territori è così profondo che il quotidiano Haaretz, che apparentemente si oppone all’occupazione, si è preso la briga di pubblicare un articolo importante in cui si suggerisce che il battaglione Netzach Yehuda è una milizia pirata che si è sviluppata sotto il naso dell’IDF. No. L’IDF posiziona brigate, battaglioni e unità composte da soldati della più bassa scala socio-economica (Kfir, Polizia di frontiera, Netzach Yehuda) nelle posizioni di fanti nei Territori Occupati. Etiopi, drusi, circassi, mizrahim di grado inferiore, haredim, nuovi immigrati e simili. Questo metodo di governo su quelli indicati come “nativi” non è stato inventato in Israele. Fa parte di un secolare dominio coloniale, in cui “tribù svantaggiate” sono incaricate di prevaricare e opprimere i sudditi occupati senza che i padroni bianchi debbano sporcare, Dio non voglia, le loro mani delicate nella merda e nel sangue. Questo è anche ciò che fa l’IDF.
Circa due settimane fa, due ufficiali dell’IDF sono stati uccisi da un ufficiale della loro unità. Un grave disastro. La scorsa settimana, due lavoratori palestinesi sono stati uccisi nel crollo di un’impalcatura al 42° piano di un edificio a Tel Aviv. Anche questo è un grave disastro, vero?
Ma la differenza tra la copertura mediatica di questi due terribili incidenti prevenibili è stata come tra il cielo e la terra. Nel caso della morte degli ebrei, i media ci hanno raccontato ogni dettaglio della loro vita e hanno accompagnato per molti giorni le famiglie in lutto nel loro lutto. Nel caso della morte dei palestinesi, i media hanno riferito solo che era successo, forse hanno menzionato i loro nomi, dicendo che era sbagliato che accadano cose del genere, e basta. Non ci hanno raccontato nulla delle loro vite e di certo non hanno seguito le loro famiglie. E perché? Qual è la differenza? Questi sono soldati e quelli sono operai edili? Dopotutto, quando una gru è crollata a Yavne circa due anni e mezzo fa e quattro lavoratori ebrei sono stati uccisi, anche allora la copertura è stata completamente diversa.
La differenza rispetto ai morti non è nella professione, ma nella nazionalità. Perché è così che è ai nostri occhi di ebrei: noi siamo esseri umani, i palestinesi no. E finché non capiremo che anche loro sono esseri umani, non lo saremo nemmeno noi.
Fonte originale: The Palestine Project (traduzione dall’ebraico di Sol Salbe)
Traduzione per Invicta Palestina di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” –
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