Mentre Israele spara ai manifestanti, l’Egitto aiuta a stringere il cappio a Gaza

di Tamara Nassar,  

The Electronic Intifada, 26 agosto 2021. 

Palestinesi protestano contro l’ininterrotto assedio israeliano di Gaza vicino alla recinzione del confine a est di Kahn Younis, sud di Gaza, 25 agosto. (Mohammed DahmanAPA)

Le forze di occupazione israeliana mercoledì hanno ferito 14 Palestinesi nella Striscia di Gaza. Questo dopo che l’esercito israeliano ha ordinato alle sue forze di essere “più aggressive” con i Palestinesi che tentavano di fuggire dal territorio assediato o di resistere ai suoi soldati.

Centinaia di uomini, donne e bambini palestinesi si sono pacificamente riuniti vicino al campo profughi al-Awda, a est di Khan Younis nel sud della Striscia di Gaza, per protestare contro l’ininterrotto assedio di Gaza da parte di Israele e le recenti aggressioni nella Gerusalemme occupata.

I 14 anni di assedio di Israele a Gaza sono un’implacabile aggressione all’intera popolazione civile di oltre 2 milioni di abitanti, metà dei quali bambini.

Insieme agli attacchi militari israeliani, l’assedio ha distrutto l’economia, degradato le infrastrutture di base, impedito alle persone di ottenere cure mediche essenziali e isolato Gaza dal resto della Palestina e dal mondo in generale.

I cecchini israeliani schierati su terrapieni di sabbia alla barriera con Gaza hanno impiegato contro i dimostranti armi da fuoco, proiettili d’acciaio rivestiti di gomma e candelotti di gas lacrimogeni.  

Secondo quanto dichiarato da Al Mezan, un gruppo per i diritti umani con sede a Gaza, tra i feriti il giornalista Taha Raafat Baker, 32 anni, che è stato colpito da un candelotto di gas lacrimogeni a una gamba; stessa sorte è toccata anche a un bambino.

Cinque dei feriti sono stati colpiti con armi da fuoco.

Gli attacchi israeliani su manifestanti pacifici sono arrivati anche se “il livello di violenza è stato ampiamente tenuto sotto controllo” dai membri di Hamas, ha riferito The Times of Israel.

Soccombere alle ferite

I colpi di armi da fuoco israeliane hanno reclamato la vita di un Palestinese ferito sabato durante le proteste nella Striscia di Gaza.

Osama Khaled Dueij, 31 anni, è morto mercoledì a seguito delle ferite riportate quando i cecchini israeliani gli hanno sparato a una gamba.

L’esercito israeliano ha ferito più di 40 Palestinesi, compresi almeno 24 bambini, durante le proteste di quel giorno.

Dueij era un membro delle Brigate Qassam, l’ala armata di Hamas.

La sua foto ha circolato sui media locali dopo la sua morte.

Osama Khaled Dueij

La complicità dell’Egitto

L’Egitto ha risposto alle proteste di sabato decidendo di aumentare l’assistenza a Israele nel punire collettivamente l’intera popolazione di Gaza.

Da lunedì, le autorità egiziane hanno chiuso a tempo indeterminato il valico di Rafah, l’unico collegamento per i viaggiatori della Striscia di Gaza con il mondo esterno non controllato direttamente da Israele.

L’accesso Salah al-Din, attraverso il quale l’Egitto consente a merci limitate di entrare a Gaza, è anch’esso chiuso.

A causa dell’attuale chiusura, centinaia di Palestinesi sono ora bloccati in Egitto, alcuni in condizioni disastrose perché non hanno i fondi necessari per trovare un alloggio sino alla riapertura del confine, ha dichiarato il Consiglio delle Organizzazioni Palestinesi per i Diritti Umani. [NdT, Lo stesso 26 agosto l’Egitto ha consentito la riapertura del valico in una sola direzione per 3 giorni proprio al fine di consentire il rientro dei Palestinesi bloccati in territorio egiziano.] 

Migliaia di altri Palestinesi, che sono attualmente in visita alle loro famiglie a Gaza, sono impossibilitati a partire e riprendere gli studi o il lavoro all’estero. Tra questi intrappolati a Gaza a causa della chiusura di Rafah ci sono anche pazienti che ricevono trattamenti medici fuori dal territorio.

L’esercito israeliano ha distrutto l’aeroporto di Gaza durante la Seconda Intifada e impedisce ai Palestinesi dell’enclave costiera di costruire un porto.

A eccezione di Rafah, Israele controlla ogni entrata e uscita con Gaza, ma negli ultimi anni il regime militare egiziano sostenuto dagli Stati Uniti e alleato di Israele ha adottato severe misure per rafforzare l’assedio israeliano di Gaza, compresa la demolizione seriale lungo il confine di migliaia di case appartenenti a famiglie egiziane.

Gisha, un gruppo israeliano per i diritti umani che controlla l’assedio di Israele all’enclave costiera, ha dichiarato che anche quando Rafah è aperto l’attraversamento può essere difficile e pericoloso.

L’apertura di Rafah non è una soluzione, dicono i gruppi palestinesi per i diritti umani, aggiungendo che i residenti di Gaza dovrebbero poter “uscire e rientrare quando vogliono”.

Le restrizioni israeliane all’entrata di merci a Gaza sono state specialmente dure dopo gli 11 giorni di attacco israeliano della Striscia a maggio.

COGAT, la divisione burocratica dell’occupazione militare di Israele, ha annunciato che allenterà le restrizioni su alcune importazioni a Gaza, tra cui nuovi automezzi e attrezzature, e che rilascerà più permessi di entrata in Israele per i commercianti.

Ma l’autorità d’occupazione ha ripetuto precedenti affermazioni che qualsiasi facilitazione sarà vincolata al fatto che le fazioni palestinesi non oppongano resistenza alla continua violenza israeliana, un esplicito riconoscimento di una punizione collettiva, una violazione della Quarta Convenzione di Ginevra.

COGAT ha anche dichiarato che i permessi saranno rilasciati solo a persone guarite da un’infezione da coronavirus o che sono state vaccinate.

Solo il 7 percento circa dei 2,1 milioni di abitanti di Gaza ha ricevuto il vaccino contro il Covid-19, poiché Israele rifiuta di fornire vaccini ai Palestinesi in violazione dei suoi obblighi legali in quanto potenza occupante.

Gli Stati Uniti hanno donato 500.000 dosi di vaccino alla Cisgiordania e a Gaza dove le infezioni di coronavirus sono dilaganti.

Queste donazioni, senz’altro ben accette da parte dei destinatari, seguono lo schema adottato da lunga data dalla cosiddetta comunità internazionale per sollevare Israele dalle sue responsabilità piuttosto che ritenerlo responsabile.

L’aiuto al contagocce del Qatar

Nel frattempo, la scorsa settimana è stato raggiunto un accordo tra il Qatar e le Nazioni Unite per trasferire aiuti qatariani a Gaza.

Circa 100.000 famiglie palestinesi di Gaza riceveranno 100 dollari al mese a partire da settembre.

Precedentemente consegnati come trasferimenti in contanti, questa modalità “cesserà del tutto”, ha riferito il quotidiano di Tel Aviv Haaretz.

I fondi saranno trasferiti dal Qatar a un conto bancario delle Nazioni Unite a New York, poi alle banche della città di Ramallah nella Cisgiordania occupata e infine alle loro filiali nella Striscia di Gaza.

I Palestinesi della Striscia riceveranno delle tessere dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite per accedere ai fondi. I funzionari israeliani approveranno la lista di coloro che hanno i requisisti per gli aiuti, rafforzando il veto effettivo da parte della potenza occupante su chi può ricevere assistenza umanitaria di base.

Questo sembra essere un altro caso di collusione dell’ONU nel blocco illegale di Israele e nella punizione collettiva della popolazione di Gaza, come dal 2014 l’organismo mondiale fa nel contesto del cosiddetto Gaza Reconstruction Mechanism [NdT, Il Meccanismo di ricostruzione di Gaza (GRM), è un accordo temporaneo creato dalle Nazioni Unite e concordato tra l’Autorità Nazionale Palestinese e Israele nel settembre 2014. Il GRM è fondamentalmente volto a garantire la sicurezza di Israele e quindi Israele definisce il tipo di materiali per le costruzioni, necessari per la ricostruzione su larga scala dopo la guerra israeliana del 2014, che possono entrare nella Striscia di Gaza].

Il ministro della difesa israeliano Benny Gantz ha ringraziato i funzionari del Qatar per aver accettato le nuove regole di Israele riguardo ai trasferimenti di denaro a Gaza.

Insieme all’ONU, anche il Qatar sta sollevando Israele dalle sue responsabilità come potenza occupante, alimentando con il contagocce le famiglie indigenti di Gaza e contribuendo a mantenere lo stretto controllo di Israele sulle vite palestinesi.

https://electronicintifada.net/blogs/tamara-nassar/israel-shoots-protesters-egypt-helps-tighten-gaza-noose?fbclid=IwAR1izfg3d9yY35ZNtT3ytn0S4o4090opcetr9-Q1EMerrQdy9qAm04ChZxE

Traduzione di Elisabetta Valento – AssoPacePalestina

.

Lascia un commento