Le sparatorie israeliane uccidono altri due adolescenti palestinesi

di Tamara Nassar,

The Electronic Intifada, 26 luglio 2021.

Palestinesi che trasportano il corpo di Muhammad Munir Tamimi durante il funerale a Deir Nizam, a ovest della città occupata di Ramallah, in Cisgiordania, il 24 luglio. Ibrahim Attaia APA Images

Venerdì le forze di occupazione israeliane hanno sparato mortalmente alla schiena a un ragazzo palestinese di 17 anni. Quel pomeriggio le truppe israeliane avevano invaso il villaggio occupato di Nabi Saleh, in Cisgiordania, ed erano state affrontate dai Palestinesi che difendevano la loro terra dalla colonizzazione israeliana.

Secondo Defense for Children International Palestine (DCPI), l’esercito israeliano ha usato gas lacrimogeni, granate stordenti e armi da fuoco per attaccare i giovani palestinesi che stavano rispondendo con i sassi all’invasione militare.  

Muhammad Munir Tamimi si trovava a meno di 3 metri di distanza quando un soldato israeliano seduto in un veicolo militare ha sparato all’adolescente nella schiena con proiettili veri, lasciando una grande ferita d’uscita nell’addome ed esponendo il suo intestino.

Muhammad Munir Tamimi

I soldati israeliani hanno guardato ma non hanno prestato assistenza, mentre Tamimi ha tentato di trasferirsi in una casa vicina, ma è crollato sulle scale, secondo DCIP. I Palestinesi, in risposta all’attacco contro il ragazzo, hanno lanciato pietre contro il veicolo militare finché questo non ha lasciato l’area e sono riusciti a raggiungere Tamimi.

Un chackpoint militare bloccava la strada per Ramallah, per cui il giovane ferito è stato portato in un ospedale nella vicina Salfit con un veicolo privato.

Tamimi è morto per le ferite nel corso della notte.

Uccidere minori impunemente

L’esercito israeliano ha detto che “un sospetto palestinese ha lanciato pietre in un modo che minacciava la vita di uno dei soldati”, secondo il Times of Israel.   

Non è chiaro come un soldato possa essere “minacciato a morte” da un presunto lancio di sassi mentre è seduto in un veicolo militare.

Come osserva Defence for Children International Palestine, “secondo il diritto internazionale, la forza letale intenzionale è giustificata solo in circostanze in cui è presente una minaccia diretta di morte o di lesioni gravi”.

Pertanto, la dichiarazione dell’esercito israeliano sembra essere un tentativo di giustificare retroattivamente l’uccisione gratuita di un adolescente, che verosimilmente non rappresentava una minaccia plausibile per soldati pesantemente armati, che in genere indossano elmetti e giubbotti antiproiettile.

In un’ammissione indiretta che il ragazzo non rappresentava alcuna minaccia, l’esercito israeliano ha anche affermato che “il soldato aveva avviato una procedura di arresto che includeva la possibilità di sparare contro il sospetto”.

Se il soldato intendeva arrestare Tamimi, non è chiaro come abbia potuto avvertire contemporaneamente un pericolo così grave da dover sparare all’adolescente. D’altra parte, sparare con proiettili veri alla schiena di un ragazzo disarmato a distanza relativamente ravvicinata non fa parte di alcuna “procedura di arresto” che sia lontanamente lecita o appropriata.

Un portavoce dell’esercito citato in The Times of Israel ha affermato che le truppe israeliane stavano usando “proiettili Ruger” contro i Palestinesi.  

Israele sostiene che i proiettili calibro 22, sparati da fucili Ruger di fabbricazione statunitense, sono meno letali di altri tipi di munizioni vere. 

Questa affermazione è palesemente falsa, considerando che Israele ha gravemente ferito e persino ucciso Palestinesi, minori inclusi, usando lo stesso tipo di proiettile.     

“L’uso eccessivo della forza è la norma”, ha affermato Ayed Abu Eqtaish, direttore del programma di responsabilizzazione di Defense for Children International Palestine. Sotto un’occupazione caratterizzata da impunità sistemica, i minori palestinesi “possono essere uccisi in qualsiasi momento senza accuse e senza responsabilità”.

Venerdì scorso, Tamimi è stato il decimo bambino palestinese ucciso quest’anno dalle forze di occupazione israeliane in Cisgiordania. Nello stesso periodo, Israele ha ucciso più di 60 bambini a Gaza.

Un villaggio di resistenza

Da più di un decennio, i Palestinesi di Nabi Saleh hanno organizzato proteste settimanali contro l’occupazione israeliana e l’insediamento dei coloni nella loro terra.    

Muhammad Munir Tamimi era un membro dell’estesa famiglia Tamimi del villaggio, che da anni è oggetto di vessazioni, incarcerazioni, ferite e uccisioni israeliane.

Un altro membro della famiglia, Ahed Tamimi, è diventata una figura iconica nel 2018 quando il suo arresto e la detenzione di otto mesi hanno fatto notizia a livello internazionale.   

Allora ancora una bambina, ed era stata accusata di aver spinto e schiaffeggiato un soldato dell’occupazione pesantemente armato, dopo che le forze israeliane avevano sparato e ferito gravemente il suo cugino quindicenne Muhammad Fadel Tamimi.  

Un altro ha ceduto alle ferite

Nel frattempo, un altro adolescente palestinese è morto lunedì per le ferite riportate il 14 maggio quando era stato colpito dalle forze di occupazione israeliane nel villaggio di Sinjil.

Yousef Nawaf Muhareb è morto al Palestine Medical Complex nella città occupata di Ramallah, in Cisgiordania, secondo il ministero della salute palestinese.  

Yousef Nawaf Muhareb

Aveva 17 anni, secondo l’Associated Press.  

Lo stesso giorno in cui Muhareb è stato ferito, le forze di occupazione hanno ucciso almeno 11 palestinesi in Cisgiordania nel corso delle proteste e rivolte avvenute in tutta la Palestina storica mentre Israele bombardava Gaza.  

Muhareb è stato colpito al collo, danneggiando il midollo spinale e lasciandolo in condizioni critiche. 

Ali Abunimah ha contribuito alla segnalazione.

https://electronicintifada.net/blogs/tamara-nassar/israeli-gunfire-takes-lives-two-more-palestinian-teens

 Traduzione di Donato Cioli – AssoPacePalestina

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