di: Gideon Levy,
Haaretz, 18 febbraio 2021.
Ecco il sionismo del 2021: ‘Riscattare’ la terra da parte del Fondo Nazionale Ebraico in Cisgiordania, ‘riscattare la terra’ anche in Galilea, altrimenti le terre sante potrebbero cadere nelle mani degli Israeliani impuri, quelli che non sono Ebrei.
Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul carattere nazionalista e razzista – sì, razzista – del sionismo, anche nella sua veste moderna, allora è arrivato il presidente del JNF, Avraham Duvdevani, e ha eliminato l’ultimo di questi dubbi.
Come molti altri testi sionisti, la sua intervista con Kalman Liebskind sull’emittente pubblica Kan 11 di questa settimana ha bisogno di essere tradotta in una lingua europea: basta sostituire la parola Arabi con Ebrei – e rimanere scioccati. Quando il testo è in ebraico e si riferisce agli Arabi, sembra che non scandalizzi nessuno in Israele. ‘Aiuto, il mio vicino sta per vendere la terra a un Ebreo’, dirà lo spregevole antisemita europeo. ‘Aiuto, il mio vicino sta per vendere la terra a un Arabo’, dirà il sionista puro e morale. Il sionismo è così, come ci ha detto uno dei suoi leader.
L’anno è il 2021, non il 1921, lo stato è sorto ed è diventato una superpotenza, ma nulla è cambiato nell’ingordigia immobiliare del movimento desantificato. Mettiamo da parte l’uso grottesco del termine ‘riscattare la terra’ –siamo cresciuti su di esso e sulla Blue Box, e già allora ci era stato fatto un completo lavaggio del cervello– e non chiediamoci da chi viene riscattata la terra e per cosa. Ma come può un rappresentante eletto delle istituzioni sioniste parlare dell’acquisto di terre nella Galilea israeliana, la Galilea arabo-ebraica, in un paese che si suppone democratico, per salvarle, per non farle cadere nelle mani dei cittadini arabi del paese.
La Galilea, Duvdevani, non è vostra: appartiene ai suoi abitanti, non tutti espulsi dai padri del sionismo nel 1948, quindi rimane l’ultima regione a maggioranza araba. Cosa c’è di sbagliato in questo? C’è di buono. È la loro terra, esattamente allo stesso modo in cui è la vostra terra, forse anche un po’ di più, perché a differenza di voi sono i suoi abitanti nativi da generazioni.
Il venerdì ci vestivamo di blu e bianco e mettevamo una moneta nella Blue Box. Era destinata già allora a scroccare donazioni per comprare la terra dai suoi proprietari arabi. Credevamo che quella fosse la redenzione. Eravamo così stupidi e così ingenui. Anche oggi la maggior parte degli Ebrei israeliani la pensa così. Il fatto è che è possibile parlare di riscatto della terra e non essere considerati come Itamar Ben Gvir, ma piuttosto la corrente principale del sionismo.
Duvdevani ha raccontato come è stato chiamato in azione: Qualcuno in Galilea aveva recentemente informato che il suo vicino stava per vendere la terra agli Arabi. Qui è entrato in scena lui e ha riscattato la terra martoriata. ‘Così domani mattina non dovremo comprare la terra dagli Arabi’, ha detto Duvdevani descrivendo, senza battere ciglio, i passi della prossima redenzione. Dopo di che, gli edificatori ebrei costruiranno un centro commerciale o un parcheggio sulla terra – e il redentore verrà a Sion.
Il marcio nella JNF può essere annusato da lontano. Il fatto che il Partito Laburista e Meretz siano partner in questa impresa nazionalista puzzolente testimonia quanto 1000 testimoni sulla sinistra sionista. Una ‘corporazione di pubblica utilità’, la cui maggior parte della terra è terra che è stata rubata ai suoi proprietari nella Nakba e che non è mai stata loro restituita; che ha coperto di foreste le rovine di centinaia di villaggi, solo per cancellare la loro memoria dalla faccia della terra e bloccare la possibilità che i loro proprietari ritornino. Un ente che, durante tutti gli anni, ha venduto in pratica terre solo agli Ebrei, e dal 2009 ha persino legalizzato questa pratica in una decisione ufficiale; un ente per il quale non esiste un’occupazione e una Linea Verde – solo uno stato tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo, in cui si comprano terre solo per i membri di un solo popolo; e che ora ha dichiarato ufficialmente la sua partecipazione anche al crimine di guerra chiamato insediamento, dopo averlo fatto per anni attraverso una società di facciata. Sui tavoli di questa società si fanno tutti i nostri picnic nel cuore della natura, una società verde a beneficio del pubblico, che non è altro che un’abominevole società razziale. Avrebbe dovuto essere liquidata molto tempo fa. Fino ad allora, dovrebbe essere boicottata.
Chiunque abbia ancora dei dubbi, apartheid sì o apartheid no, deve conoscere il JNF. Con membri di destra e di sinistra nei suoi posti più alti e posizioni anche per il Meretz, qui avete il fondo nazionale ebraico per l’apartheid, il consenso israeliano.
Traduzione di Umberto De Giovannangeli – Globalist Syndication