Comunicato di Youth Against Settlements,
8 febbraio 2021.
(Hebron, Cisgiordania occupata) Lunedì mattina (8 febbraio) il procuratore di un tribunale militare israeliano ha chiesto la sospensione della pena detentiva per il difensore palestinese dei diritti umani dell’ONU Issa Amro, che è detenuto per 6 condanne per protesta pacifica e disobbedienza civile. Il giudice militare ha informato l’avvocata di Amro che la decisione sulla sentenza sarà presa nelle prossime settimane. Rappresentanti dell’UE e dei consolati di Germania, Irlanda, Canada, Olanda, Norvegia e Regno Unito erano presenti all’udienza. L’avvocata israeliana di Amro, Gaby Lasky, ricorrerà in appello contro la condanna.
La difesa aveva presentato quattro testimoni per deporre sul carattere di Amro: Hagit Ofran di Peace Now, l’ex parlamentare della Knesset Avrum Burg, il professor Hillel Cohen e Yehuda Shaul di Breaking the Silence. “Il giudice ha rifiutato di dare ai testimoni l’opportunità di parlare di qualsiasi contesto o sfondo riferito all’occupazione e all’apartheid per il mio lavoro come difensore dei diritti umani, sebbene questo sia lo scopo della disobbedienza civile”, ha dichiarato Issa Amro. “L’occupazione ha paura della resistenza nonviolenta. Il ‘tribunale’ militare è parte di un sistema militare ed esiste per prolungare l’occupazione”. Il rappresentante dell’Unione Europea, in coordinamento con i Capi Missione UE, ha chiesto a Israele e alle autorità palestinesi di far cadere le accuse, mentre esperti indipendenti ONU hanno dichiarato che la condanna israeliana di Amro mostra “sprezzo per gli obblighi internazionali”. Amnesty International ha ripetutamente chiesto di far cadere le “infondate” e “politicamente motivate” accuse contro Amro.
Il 6 gennaio, il giudice militare ha condannato Amro per 6 delle 18 accuse relative all’organizzazione della comunità da parte di Amro. Queste includevano tre accuse di “partecipazione a una manifestazione non autorizzata” e due di “aver bloccato un soldato” e riguardavano le partecipazioni di Amro alla pacifica dimostrazione “Open Shuhada Street” nel 2016, alla manifestazione nonviolenta “I Have a Dream” nel 2013 (nella quale i partecipanti indossavano maschere di Obama e Martin Luther King), e a un sit-in nonviolento nel 2012 che chiedeva di riaprire il vecchio edificio comunale di Hebron. Amro è stato inoltre condannato per “aggressione” mediante “spinta” di un colono israeliano, collegata a un caso del 2010 chiuso in precedenza, quando Amro era un volontario dell’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem. Amro afferma di essere stato lui l’aggredito dal colono in questione.
Nel 2017, trentacinque deputati e quattro senatori statunitensi, tra cui Bernie Sanders, inviarono lettere che evidenziavano come alcune accuse non erano infrazioni riconoscibili sul piano internazionale. Issa Amro è il cofondatore e l’ex coordinatore di Youth Against Settlements di Hebron. Nel 2010 è stato dichiarato “Difensore dei Diritti Umani dell’anno in Palestina” dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (UN OHCHR) ed è formalmente riconosciuto dall’Unione Europea. Ha vinto il One World Media Award nel 2009 per il suo coinvolgimento nel progetto di B’Tselem di distribuzione di telecamere. È stato ospite del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti nel 2011.
Traduzione di Elisabetta Valento – AssoPacePalestina