Un ex-comandante dell’esercito israeliano dice che la “ingiusta” guerra in Palestina alimenta antisemitismo nel mondo.

di Philip Weiss

Mondoweiss, 5 novembre 2019.

Amy Ayalon alla conferenza di J Street, 26 ottobre 2019, Washington.

La settimana scorsa, un ex-ufficiale della sicurezza israeliana ha esortato gli Ebrei americani a frenare la “ingiusta” guerra di Israele in Palestina perché questa alimenta l’antisemitismo nel mondo. Questa dichiarazione è significativa perché un’opinione di questo genere è vista in generale come un anatema: guai a dire che le azioni di Israele hanno qualcosa a che fare con la crescita dell’antisemitismo.

Amy Ayalon, un comandante della Marina ed ex-capo dello Shin Bet, la settimana scorsa ha preso la parola alla conferenza di J Street [associazione americana pro-israeliana, NdT] e ha detto che gli Israeliani credono di combattere una guerra giusta per difendere la loro esistenza, e che invece il mondo si rifiuta di condividere il loro punto di vista. Ma in realtà l’esistenza di Israele è ben consolidata e gli Ebrei americani possono rendersi conto facilmente che Israele sta combattendo una guerra ingiusta (sottolineatura dell’autore).

“Quello che si vede dall’esterno è una battaglia che noi combattiamo su due fronti separati e totalmente diversi. Il primo fronte è davvero una guerra giusta, una guerra per consolidare Israele all’interno dei confini del 1967 in base alle decisioni internazionali. Si può ben dire che questa guerra l’abbiamo vinta…

Ma continuiamo a combattere una seconda guerra, tesa ad espandere i nostri confini verso est, a costruire nuovi insediamenti, a impedire la formazione di uno stato palestinese a fianco del nostro. Questa seconda guerra non è una guerra giusta, perché nega ai Palestinesi il diritto all’autodeterminazione che è stato loro riconosciuto dalla comunità internazionale. Come ex-comandante della Marina e direttore dello Shin Bet, come uno che ha combattuto sin troppe guerre, come qualcuno che rappresenta le opinioni della vasta maggioranza dei comandi superiori –passati e presenti– dell’esercito, vi dico ora che la seconda guerra, quella ingiusta, non può essere vinta con la sola forza. Questa guerra non è il risultato di una decisione militare. Per questo motivo, se non adottiamo un approccio totalmente diverso, questa guerra continuerà per generazioni e generazioni e porterà altra violenza e altro terrore. Dopo che avremo sconfitto Hamas e la Jihad Islamica, ci troveremo di fronte l’ISIS. E dopo di questo chissà cos’altro arriverà.

Ma vi posso assicurare che sarà una guerra ancora più estrema. La seconda guerra, quella tesa ad espandere i nostri confini, isolerà ancora di più Israele e aumenterà sempre di più l’antisemitismo nel mondo; ma la cosa più importante e più pericolosa è che questa guerra sarà la fine di Israele come l’avevano previsto i padri fondatori del sionismo. Quello che vi sto dicendo è che la decisione di quale sia la guerra a cui mandiamo i nostri giovani sta lacerando la società israeliana…

Forse voi vedete qual è la realtà, ma noi in Israele ci rifiutiamo di vederla. Non possiamo vederla perché siamo troppo vicini agli eventi, soffriamo troppo per poterla vedere chiaramente. Usiamo continuamente la parola colpa, non la parola responsabilità. Abbiamo bisogno che voi siate al nostro fianco in questa strada lunga e difficile. Abbiamo bisogno che voi ci diciate la verità come voi la vedete. Così, quando diciamo … [frase ebraica], cioè che tutti gli Israeliani sono responsabili l’uno per l’altro, vogliamo in qualche modo dire che, in tempi di crisi come questi, in cui voi potete vedere cosa c’è scritto sul muro mentre noi non lo sappiamo o non lo possiamo vedere, ebbene in questo caso voi avete il diritto, anzi il dovere, di farvi avanti e dirci la vostra verità. Questo è il senso della reciproca responsabilità.”

Le cose dette da Ayalon sono simili a quelle dette dall’ex-cappellano vescovile a Yale, Bruce Shipman, e per le quali fu licenziato cinque anni fa. All’indomani della strage di Gaza del 2014, Shipman scrisse al New York Times dicendo che c’era “una connessione tra la politica di Israele in Cisgiordania e a Gaza e il crescente antisemitismo in Europa e altrove.”

[L’antisemitismo cresce] in parallelo con le stragi fatte a Gaza negli ultimi cinque anni, per non parlare dei colloqui di pace in eterno stallo e della perdurante occupazione della Cisgiordania.

Mentre la speranza di una soluzione a due stati svanisce e le morti di Palestinesi continuano ad aumentare, il miglior antidoto all’antisemitismo sarebbe che i protettori esteri di Israele facessero pressioni sul governo del primo ministro Netanyahu per una risoluzione sull’assetto definitivo della questione palestinese.

Shipman è stato rimproverato di aver incolpato quelli che erano le vittime e di aver imputato agli Ebrei le azioni di Israele. “Se, come sostiene il Rev. Shipman, l’antidoto contro l’antisemitismo è la soluzione della questione palestinese, allora ci dovrebbe spiegare qual era l’antidoto contro l’inquisizione spagnola, i pogrom dell’Europa dell’est e la Germania di Hitler, ha scritto il diplomato di Yale Michael Katz sul giornale studentesco. E Mark Oppenheimer ha scritto su Tablet che Shipman dava prova di bigotteria nel rimproverare gli Ebrei americani. “La prossima volta che un ebreo innocente, uomo o donna, viene ucciso a Bruxelles, chiamerò al telefono il primo ministro Netanyahu e me la prenderò con lui per la sua politica di guerra. E la prossima volta che 1.400 bambini saranno rapiti, picchiati, violentati e usati per traffici sessuali in Inghilterra, invece di condannare il traffico sessuale e la violenza sui minori, chiederò che tu [Shipman] chiami al telefono la regina.”

Ayalon ha detto proprio questo: che nello spirito di unità del popolo ebraico, gli Ebrei americani dicano a Israele di smettere di fare la guerra.

Former Israel commander says Israel’s ‘unjust’ war in Palestine fuels ‘anti-Semitism around the world’

Ringraziamenti ad Adam Horowitz e James North

Traduzione di Donato Cioli

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