31 ottobre 2019
La mattina del 26 ottobre i movimenti di Resistenza Popolare palestinesi hanno organizzato un’azione nonviolenta nell’avamposto vicino Khirbet Tell El-Himma, situato a nord della Valle del Giordano. Circa 150 attivisti palestinesi e internazionali hanno fatto sentire la loro voce a fronte di questo insediamento illegale, contro l’occupazione israeliana.
Questo avamposto è considerato illegale dalla legge israeliana essendo stato costruito dopo gli Accordi di Oslo del 1993. Tuttavia, lo Stato di Israele non sta applicando la legge e lascia che i coloni rimangano, fornendo loro l’acqua dai vicini insediamenti e dai campi militari. Questo insediamento illegale, inizialmente costruito su una terra di proprietà privata palestinese, fu successivamente trasferito in un altro sito, registrato come proprietà del governo israeliano. Il fatto che l’insediamento sia stato trasferito in una proprietà statale suggerisce che il suo trasferimento sia stato coordinato con le autorità israeliane dopo la sua istituzione.
L’avamposto illegale copre approssimativamente 5 ettari con circa 10 abitanti. Questi coloni stanno usando diverse strategie, come impedire ai pastori di accedere ai loro campi, con l’obiettivo di deportare la comunità palestinese di Khirbet Tell El-Himma. Stanno anche implementando tattiche di intimidazione usando armi e violenza per tenere lontani i pastori palestinesi. Rashed Khudairy, Coordinatore della Valle del Giordano, afferma che “I coloni stavano progettando di trasformare il loro avamposto in una colonia”. Due giorni prima dell’azione –aggiunge – stavano scavando e lavorando parte del terreno per costruire ufficialmente un’enorme casa fatta di cemento, il che avrebbe significato l’inizio di una nuova colonia in terra palestinese.”
Essendo totalmente consapevole di queste violazioni, la Resistenza Popolare ha deciso di agire subito, al termine dei due giorni della Conferenza Nazionale “United in Struggle”. Questa conferenza è stata organizzata per riunire le diverse forze e i gruppi del movimento Palestinese e per connettersi con la rete internazionale. L’obiettivo principale era creare nuove strategie di resistenza basate sul coinvolgimento di donne e giovani, i collegamenti della lotta con la solidarietà internazionale e uno sforzo globale per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza.
Durante l’azione del 26 ottobre gli attivisti hanno raggiunto il loro obiettivo e le bandiere palestinesi sono state issate sulle residenze illegali dei coloni. All’arrivo degli attivisti erano presenti solo sette coloni ma ben presto altri sono sopraggiunti, così come i soldati israeliani.
I coloni e l’esercito israeliano hanno attaccato gli attivisti che cantavano slogan contro l’occupazione, per liberare la loro terra. Queste forze di occupazione hanno represso l’azione arrestando 20 attivisti, sia internazionali che palestinesi. Dopo alcune ore di arresto, secondo le ultime notizie, tutti gli attivisti sono stati liberati. Tuttavia, gli internazionali saranno espulsi, deportati nei propri paesi di provenienza e sarà loro impedito di rientrare in Israele almeno per 10 anni.
Scopo dell’azione è stato quello di opporsi alle forze di occupazione e inviare un messaggio alla popolazione della Jordan Valley per far sapere loro che non sono soli. La Resistenza Popolare rappresenta la libertà del nostro popolo: continueremo fino alla fine dell’occupazione.
Rashed Khudairy – Coordinator of Jordan Valley Solidarity Campaign
Traduzione di Daniela Patrucco