OMS: a Gaza i pazienti attendono mesi per poter curare un tumore.

da Alto Adige, 6 febbraio 2019

(ANSA) – Più di sei mesi prima di iniziare una radioterapia per la cura di un tumore all’utero. Ben sette mesi per operare un carcinoma al seno. Avere un tumore, a Gaza, può voler dire “spesso aspettare mesi prima di ricevere una cura” e veder passare molto prezioso tempo tra la diagnosi e l’inizio del trattamento oncologico. A segnalare la difficoltà di accesso alle terapie per questi pazienti è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che precisa come in 4 casi su 10 venga negato loro il permesso di andare a curarsi fuori dalla Striscia.

La capacità degli ospedali di Gaza a fornire un trattamento adeguato ai malati di tumore è gravemente limitata a causa della cronica mancanza di farmaci chemioterapici e attrezzature mediche per radioterapia e chirurgia. Molti pazienti, per questo, devono farsi curare altrove, nei Territorio Palestinesi o all’estero.

Ma per lasciare la Striscia devono ottenere un permesso dalle autorità israeliane e questo “può essere un processo stressante e imprevedibile”, scrive l’Oms in una nota stampa pubblicata sul portale. Può infatti, “richiedere diversi mesi e alcuni pazienti potrebbero persino non riuscire mai a ottenerlo. Nel 2018, il 39% delle richieste di permesso di uscita da Gaza per assistenza sanitaria, infatti, non ha avuto successo”.

La conseguenza la dimostrano i tassi di sopravvivenza. In condizioni di assistenza ottimali, l’80% delle donne è viva 5 anni dopo una diagnosi di cancro al seno, “a Gaza solo il 65%”.

“Ogni malato di cancro ha il diritto alla salute”, conclude l’Oms chiedendo la tutela di questo diritto anche “per tutti i palestinesi”.

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