European Coordination of Committees and Associations for Palestine
Oltre 60 Palestinesi, tra cui sette bambini, sono stati uccisi e più di 2000 manifestanti sono stati feriti quando i cecchini israeliani hanno fatto fuoco con veri proiettili il 14 maggio contro coloro che protestavano commemorando il 70°anniversario della Nakba e contro l’apertura della ambasciata USA a Gerusalemme est.
La striscia di Gaza continua ad essere da 50 anni sotto la legge militare di Israele e da oltre 10 anni sotto l’illegale blocco per aria, mare, terra, completamente tagliata fuori dal mondo. Dal 2007 Israele ha portato tre pesanti attacchi militari (2008-9, 2012 e di nuovo nel 2014) contro Gaza e innumerevoli raids in questo periodo, scatenando la forza dell’esercito più potente della regione – e unica potenza nucleare – su una delle aree più densamente popolata di rifugiati del mondo.
Amnesty International ha condannato l’uso aberrante di “forza eccessiva” da parte dell’esercito di Israele dicendo che può configurarsi come crimini di guerra. Zeid Ra’ad al-Hussein, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha dichiarato che i responsabili di oltraggiose violazioni dei diritti umani devono renderne conto”, mentre Human Rights Watch parla di “bagno di sangue”.
Fonti mediche nella striscia di Gaza hanno riportato che su molti dei colpiti dalle pallottole si sono riscontrate ampie lacerazioni dei tessuti e grossi buchi nelle parti ferite, che indicano che le munizioni utilizzate da Israele sono esplosive, in violazione del diritto internazionale. Organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch hanno condannato l’uso di mezzi letali ed altre forme di forza eccessiva e richiesto indagini indipendenti ed efficaci. Amnesty International ha anche lanciato una campagna per la promozione di un embargo sulle armi di Israele in conseguenza delle uccisioni e mutilazioni illegali dei manifestanti a Gaza.
Come ECCP chiediamo:
- Una indagine immediata, indipendente e internazionale sugli omicidi di Israele che possono configurarsi come crimini di guerra;
- Un completo embargo delle armi su Israele in seguito alla risposta sproporzionata del paese alle manifestazioni di massa lungo la recinzione che divide la striscia di Gaza da Israele e l’uso di armi da guerra contro civili inermi;
- Sanzioni contro Israele per le sue flagranti violazioni del diritto internazionale, inclusa l’annessione di un territorio con la forza, la negazione del diritto all’autodeterminazione e il crimine di apartheid.
17 maggio 2018