IL 27 FEBBRAIO 2016 IN PIAZZA DEI CIOMPI A FIRENZE , ore 17, PER CHIEDERE LA RIAPERTURA DI SHUHADA STREET
La popolazione palestinese chiama tutte le persone che sono per la giustizia, il rispetto dei diritti umani e per la pace a manifestare affinché la strada principale di Hebron non rimanga una strada simbolo dell’apartheid.
Raccogliamo l’appello e invitiamo tutti a manifestare
Che cosa è Shuhada Street: è la via principale di Hebron, città dove vivono 170.000 palestinesi e 500 coloni israeliani e unica località, in tutta la West Bank, oltre a Gerusalemme Est, dove gli insediamenti, o “settlements”, sono proprio all’interno del centro storico. Una volta sede principale dei commerci cittadini, Shuhada Street oggi è completamente inaccessibile: negozi e botteghe sono stati sigillati, persino le porte di accesso alle abitazioni sono state murate dall’esercito israeliano. Riaprirla è un primo passo verso la libertà e la giustizia per il popolo palestinese!
Come si è arrivati a questo punto: nel 1967, dopo la Guerra dei Sei giorni, che ha visto l’esercito israeliano occupare i territori della Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme, un gruppo di ebrei guidati dal rabbino Moshe Levinger, occupò un hotel a Hebron, rifiutando di lasciarlo. L’espansione della presenza ebraica in quella da loro definita la “città dei patriarchi” è proseguita in modo esponenziale, sia nell’interno della città che all’esterno (la colonia di Kyriat Arba). Da qui il 25 febbraio 1994, Baruch Goldstein, irruppe armato nella moschea di Abramo e fece fuoco sui musulmani in preghiera: 29 le vittime. Dopo questo episodio, i coloni si sono insediati in Shuhada Street e, per la loro “sicurezza”, è stata chiusa ad auto e pedoni palestinesi e la città divisa in due parti: H1, sotto il controllo palestinese, e H2, il centro storico con i principali edifici religiosi, sotto il controllo israeliano.
La situazione oggi: check point e telecamere sono ovunque in quella che è ormai diventata una vera e propria ‘città fantasma’. ‘Morte agli arabi’ è la scritta che si vede su molti muri, le finestre delle abitazioni palestinesi e ciò che resta del mercato sono difese da reti metalliche per evitare il lancio di sassi e di oggetti da parte dei coloni. I palestinesi sottoposti a continui controlli, le attività commerciali ridotte al minimo. Le provocazioni dei coloni, con la protezione dell’esercito israeliano, il tentativo di occupare altre case palestinesi sono continue. I ‘Giovani contro gli insediamenti’ lo sperimentano ogni giorno soprattutto nella zona di Tal al Rumeida dove coloni fanatici si sono insediati cacciando i palestinesi dalle loro case.
Cosa possiamo fare: il 25 Febbraio 2016, anniversario del massacro dei palestinesi in preghiera, contemporaneamente alle manifestazioni che si tengono in Palestina, i “Giovani contro gli insediamenti” e molte altre associazioni palestinesi hanno lanciato un appello affinché si manifesti a livello internazionale per la riapertura ai palestinesi la strada centrale della città. Abbiamo raccolto l’appello e invitiamo a manifestare, partecipare agli incontri, diffondere informazione per contribuire a porre fine all’occupazione militare da parte di Israele che lede i diritti umani e viola ogni legalità internazionale.
L’evento è organizzato dall’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese, COSPE e gruppo Firenze di Assopace Palestina