dello Stato di Palestina
alle Nazioni Unite
Rif. SGC.50/16
A S.E. Rafael Dario Ramirez Carreño
Presidente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU
Le Nazioni Unite, New York
Eccellenza,
La situazione nei territori occupati dello Stato di Palestina, compresa Gerusalemme Est, continua a deteriorarsi come risultato delle irremovibili politiche illegali e delle pratiche distruttive da parte di Israele, la forza occupante, che stanno causando enormi sofferenze alle popolazioni civili palestinesi sotto occupazione e che riducono gravemente le prospettive per una soluzione pacifica. Senza protezione, nonostante le chiare disposizioni della legge internazionale relativamente alla protezione dei civili sotto occupazione straniera, i Palestinesi continuano a sopportare innumerevoli violazioni dei diritti umani e crimini di guerra per mano delle forze occupanti israeliane e dei coloni terroristi. Le tensioni sono conseguentemente rimaste alte e la rabbia, la paura e la disperazione fra la nostra gente stanno crescendo, dato che le speranze e le opportunità per la pace vengono erose sempre più.
Dalla nostra ultima lettera, le azioni criminali da parte delle forze di occupazione israeliane e dei coloni si sono considerevolmente intensificate, senza dubbio sostenute dalla cultura dell’impunità e dell’illegalità che continua a prevalere, perché non si vuole considerare Israele responsabile per ogni violazione e crimine nei confronti delle popolazioni palestinesi nei territori occupati, compresa Gerusalemme Est. Una tale impunità non ha solo sollevato Israele dai suoi obblighi legali in qualità di forza occupante, ma lo ha incoraggiato a perpetrare altri crimini senza timore di venire punito. Tutto ciò a danno delle popolazioni palestinesi, che stanno sopportando crescenti perdite umane, vessazioni, umiliazioni e distruzioni delle loro proprietà e delle loro terre, dato che la forza occupante continua ad opprimere la popolazione e ad imporre il progetto delle sue colonie illegali, in completa inosservanza e violazione di tutte le norme e regolamenti del diritto internazionale, aggravando questa già grave ingiustizia.
È con dispiacere che La informo che con il passare dei giorni, sempre più, si sono perse vite di Palestinesi innocenti, fra loro molti bambini e donne. Proprio ieri, un altro bambino palestinese ha perso la vita a causa di questa brutale occupazione. Omar Jawbara (16 anni) è stato colpito al petto e ucciso dalle forze di occupazione israeliane ad Al-Khalil. Il Ministero della Sanità palestinese ha documentato che dall’inizio dell’ottobre 2015 le forze di occupazione israeliane hanno ucciso 171 Palestinesi, fra cui 35 bambini e 8 donne, e hanno ferito almeno 16.000 Palestinesi. Tra i 16.000 civili feriti, centinaia sono stati gravemente colpiti e obbligati a vivere per il resto della loro vita con lesioni permanenti e debilitanti che si ripercuoteranno per sempre sul loro futuro, sul futuro delle loro famiglie, delle loro comunità e sulla società nel suo complesso.
Allo stesso tempo, Israele, la forza occupante, continua a compiere incursioni con arresti e detenzioni da un capo all’altro dei territori occupati, compresa Gerusalemme Est. I civili palestinesi vengono quotidianamente arrestati, giovani uomini e ragazzi in particolare sono l’obiettivo delle forze di occupazione israeliane, che regolarmente assaltano, umiliano e abusano in modo grave, anche con la tortura, civili palestinesi che arrestano o che trattengono arbitrariamente. È inoltre scioccante che dall’ottobre 2015 più di 2700 Palestinesi siano stati arrestati dalle forze di occupazione e che quasi la metà di questo numero siano bambini. A questo proposito, devo attirare la Sua attenzione sulla critica situazione di uno dei 527 Palestinesi che sono tenuti sotto detenzione amministrativa da Israele. Il giornalista palestinese Muhammad Al-Qiq, 33 anni, continua uno sciopero della fame da 79 giorni come protesta alla sua detenzione amministrativa senza accusa; il suo stato di salute si è drammaticamente aggravato e la sua vita è in pericolo. Vogliamo attirare l’attenzione della comunità internazionale su questo caso e raccomandiamo che venga fatto ogni sforzo per costringere Israele a rilasciare il Sig. Al-Qiq e a rispettare per intero gli obblighi del diritto umanitario internazionale su questo tema. Sottolineiamo anche l’ininterrotto disagio degli oltre 6.000 prigionieri e detenuti palestinesi, fra cui bambini e donne, tenuti prigionieri da Israele, la forza occupante, e rinnoviamo la nostra richiesta per il loro rilascio ed il rispetto dei diritti umanitari.
In aggiunta, come ampiamente riportato nelle recenti settimane, la forza occupante ha continuato con la sua distruttiva campagna di insediamenti coloniali da un capo all’altro della Palestina occupata, compreso, in particolar modo, il territorio occupato di Gerusalemme Est e i suoi dintorni. La costruzione e l’espansione degli insediamenti continua, così come la confisca delle terre e la demolizione delle case, deprivando senza tregua i civili palestinesi delle loro proprietà e strutture agricole, rendendo dozzine di famiglie senza tetto, violando numerosi altri diritti internazionali e, ancora, minando la contiguità del nostro territorio e la fattibilità dei due Stati in base alla risoluzione dei confini del 1967. Il diritto umanitario internazionale è assolutamente esplicito: il trasferimento da parte della forza occupante della sua popolazione civile nei territori occupati è rigorosamente proibito e costituisce una grave violazione. Ugualmente, la arbitraria e deliberata distruzione delle proprietà dei civili e ogni altro simile atto di punizione collettiva e di rappresaglia sono proibiti e costituiscono delle violazioni alla 4a Convenzione di Ginevra. Eppure, Israele continua a calpestare la legge e continua ad eludere completamente qualsiasi responsabilità per questi crimini.
A questo proposito, in aggiunta all’afflizione per la perdita di un proprio caro, innumerevoli famiglie palestinesi hanno dovuto sopportare la punizione collettiva della distruzione delle loro case da parte delle forze di occupazione. Nonostante gli appelli internazionali a cessare tali rappresaglie e a rispettare il diritto umanitario internazionale, Israele persiste con la demolizione punitiva delle case dei Palestinesi, adducendo che abbiano compiuto atti di violenza contro gli Israeliani. Numerose famiglie, fra cui bambini, sono perciò diventati, nell’ultimo periodo, dei senza tetto, le loro dimore e proprietà sono state completamente distrutte dalle forze di occupazione con eclatanti azioni di punizione collettiva. Di sicuro, tali violazioni non possono che provocare maggiore rabbia verso l’occupazione ed infiammare ulteriormente le tensioni e l’odio.
Riportiamo qui solo alcuni degli innumerevoli crimini perpetrati dalle forze di occupazione nel periodo trascorso dall’ultima lettera che Le abbiamo inviato:
23 gennaio 2016
- Una ragazza palestinese, Ruqayya Abu ‘Eid (13 anni) viene colpita a morte dalle forze di occupazione israeliane fuori dall’insediamento illegale “Anatot” a nord-est del territorio occupato di Gerusalemme Est.
25 gennaio 2016
- Aerei da guerra israeliani compiono incursioni aeree multiple, contro località nella zona sud della Striscia di Gaza.
- Le forze di occupazione israeliane trattengono 10 Palestinesi provenienti dalla Cisgiordania.
- Le forze di occupazione assaltano quattro Palestinesi dopo il loro rilascio dal centro di detenzione israeliano vicino al complesso militare di “Salem”, a nord-ovest di Jenin, causando loro seri danni fisici, fra cui bruciature su tutto il corpo.
- Ibrahim Allan (23 anni) e Hussein Abu Ghosh (17 anni) vengono colpiti a morte dalle forze di occupazione israeliane fuori dall’insediamento illegale di “Beit Horon”, a nord-est di Ramallah.
26 gennaio 2016
- Le forze di occupazione israeliane detengono quattro palestinesi di Gerusalemme, Jenin e Qalqiliya.
27 gennaio 2016
- Le forze di occupazione demoliscono una casa palestinese e le fondazioni di un’altra abitazione nel territorio occupato di Gerusalemme Est, con il pretesto che si tratta di una “costruzione senza permesso”
28 gennaio 2016
- Le forze di occupazione emettono ordini di sfratto da Ein Al-Rushrash, a sud di Nablus, per parecchie famiglie palestinesi. Ci sono circa 85 Palestinesi che vivono in 30 strutture residenziali in questa località.
- Le forze di occupazione detengono 20 Palestinesi, fra cui un parlamentare e quattro bambini, durante incursioni prima dell’alba in Cisgiordania.
29 gennaio 2016
- Centinaia di forze di occupazione israeliane prendono d’assalto la Al-Quds Open University di Abu Dis e confiscano apparecchiature e documenti che appartengono alla sua associazione studentesca.
30 gennaio 2016
- Le forze di occupazione israeliane fanno fuoco su contadini palestinesi che accudivano alle loro terre situate lungo il confine a sud e a nord della Striscia di Gaza.
31 gennaio 2016
- Le forze di occupazione detengono 10 Palestinesi di Al-Khalil e Betlemme.
- La forza occupante emette ordini di detenzione amministrativa, senza accusa o processo, contro 32 detenuti palestinesi, mentre 23 Palestinesi vedono rinnovate le loro sentenze.
- Amjad Sukkari (29 anni) viene colpito a morte dalle forze di occupazione israeliane presso il checkpoint militare di Beit El, a nord-est di Ramallah.
1 febbraio 2016
- Un giovane palestinese, Ahmad Toba (19 anni), viene colpito a morte dalle forze di occupazione vicino all’insediamento illegale di “Salit”, a sud di Tulkarem.
- Le forze di occupazione israeliane trattengono sette Palestinesi, tra cui dei bambini, durante incidenti isolati da un capo all’altro della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.
- Le forze di occupazione trattengono 10 lavoratori palestinesi al checkpoint militare di Tarqomia, a ovest di Al-Khalil.
- Le forze di occupazione detengono tre Palestinesi, fra cui un minore disabile, a Al-Khalil.
2 febbraio 2016
- Bulldozer israeliani demoliscono due case palestinesi nel territorio occupato di Gerusalemme Est.
- Coloni israeliani illegali assaltano e feriscono un giovane palestinese fuori dall’insediamento illegale di “Kiryat Arba”, situato nella periferia est di “Al-Khalil”.
- Le forze di occupazione demoliscono diverse case palestinesi a Janba e Al-Halawa, a sud di Al-Khalil.
- Le forze di occupazione israeliane detengono almeno 34 Palestinesi all’interno della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, generalmente durante incursioni notturne e prima dell’alba.
3 febbraio 2016
- Le forze di occupazione trattengono 20 Palestinesi della Cisgiordania, in aggiunta a quattro pescatori della Striscia di Gaza.
- Bulldozer dell’occupazione israeliana si infiltrano all’interno dei confini di Gaza dalla parte est del villaggio di Al-Fakhari, a est di Khan Younis.
- Coloni israeliani entrano nel complesso della moschea di Al-Aqsa nel territorio occupato di Gerusalemme Est, istigando e provocando tensione con i fedeli palestinesi.
- Le forze di occupazione israeliane demoliscono un’officina di riparazioni d’auto nella città di Issawiya, nella periferia nord del territorio occupato di Gerusalemme Est.
- Ahmed Rajeh Zakarneh, Mohammed Ahmed Kmail e Ahmed Najeh Abu Al-Rab vengono colpiti e uccisi dalle forze di occupazione israeliane fuori dalla barriera di Bab Al-Amoud nel territorio occupato di Gerusalemme Est.
4 febbraio 2016
- Le forze di occupazione israeliane demoliscono un salone privato palestinese, a est di Gerusalemme, con il pretesto che si tratta di una “costruzione senza permesso”.
- Un bambino palestinese, Mohammad Abbas Zakarneh (16 anni), viene investito e seriamente ferito alla testa da un carro armato israeliano durante una incursione militare nella città di Qabatia, a sud di Jenin.
- Le forze di occupazione demoliscono tende stanziali e baracche per animali nel villaggio di Mekassar, nella zona a nord della Valle del Giordano e demoliscono tre strutture agricole nel villaggio di Bil’in, vicino a Ramallah.
- Le forze di occupazione israeliane trattengono per una notte 29 Palestinesi, generalmente durante incursioni prima dell’alba all’interno della Cisgiordania.
5 febbraio 2016
- Un bambino palestinese, Haitham Ismail Al-Baw (14 anni) viene ferito a morte dalle forze di occupazione israeliane ad Halhul, a nord di Al-Khalil. Suo cugino, Wajdi Yusif Al-Baw (12 anni) si riferisce sia stato ferito e detenuto durante l’incidente.
- Le forze di occupazione israeliane emettono un ordine di demolizione per la casa della famiglia di Mourad Adais (15 anni), che è stato arrestato a gennaio nel villaggio di Beit Amra a Yatta.
6 febbraio 2016
- Le forze israeliane detengono due Palestinesi di Jenin e Gerusalemme Est durante un’incursione militare compiuta nella notte.
7 febbraio 2016
- Le forze di occupazione israeliane detengono sette Palestinesi, di cui tre bambini, ed emettono un ordine di comparizione per altri quattro provenienti dalla Cisgiordania.
8 febbraio 2016
- Le forze di occupazione israeliane bersagliano contadini palestinesi a est del campo rifugiati Al-Bureij nella Striscia di Gaza e pescatori al largo di Gaza City con una bordata di spari.
- Le forze di occupazione israeliane detengono almeno 22 Palestinesi durante incursioni notturne in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.
9 febbraio 2016
- Le forze di occupazione israeliane demoliscono e rimuovono tende stanziali palestinesi private e baracche per animali a Khirbet Tana, un piccolo villaggio a est di Nablus.
- Coloni israeliani assaltano e feriscono un pastore palestinese, Khader Hamad (65 anni), a Masafer Yatta, un’area beduina a sud di Al-Khalil, mentre stava pascolando le pecore.
10 febbraio 2016
- Le forze di occupazione israeliane detengono 17 Palestinesi, fra cui un bambino, durante delle incursioni militari prima dell’alba in Cisgiordania.
- Un bambino palestinese, Omar Jawabra (16 anni) viene colpito e ucciso nel campo rifugiati di Al-Arroub, a nord di Al-Khalil.
- Coloni israeliani attaccano con un’ascia l’auto di un autista palestinese, Saeed Abu Haniaw, mentre sta guidando sulla strada da Qalqilia a Nablus.
- Le forze di occupazione israeliane demoliscono tre abitazioni e una baracca per animali e distruggono anche l’acquedotto nel villaggio di Al-Jiftlek, nel nord della Valle del Giordano.
Per tutte queste ingiustizie che vengono perpetrate ogni giorno contro le popolazioni palestinesi, rinnoviamo il nostro appello per un immediato intervento internazionale. Ci appelliamo alla comunità internazionale perché condanni e respinga un uso eccessivo ed indiscriminato della forza da parte di Israele contro le popolazioni civili palestinesi e perché affronti senza indugio questa situazione di crisi con l’obiettivo di sostenere il diritto internazionale, compresi il diritto umanitario e i diritti umani, prevenendo così il continuo deterioramento di questa pericolosa situazione. A tal proposito, rinnoviamo il nostro appello per la protezione della popolazione palestinese, in accordo con il diritto umanitario internazionale. Inoltre, ribadiamo che Israele, la forza occupante, deve essere ritenuto completamente responsabile, in accordo con il diritto internazionale ed i princìpi di giustizia, per tutte le sue violazioni e il suo continuo ostacolo al processo di pace. Un primo passo in questa direzione è una azione da parte del Consiglio di Sicurezza. Il Consiglio deve agire immediatamente per tener fede ai doveri del suo Statuto e deve rendere effettive le proprie risoluzioni al fine di alleviare questa crisi e costringere ad una cessazione delle aggressioni e dei crimini compiuti da Israele, contribuendo quindi concretamente alla decennale ricerca di una sola, durevole e globale soluzione del conflitto israelo-palestinese prima che esca fuori dal suo controllo.
Questa lettera fa seguito alle nostre 573 precedenti lettere relative all’andamento della crisi nei territori occupati palestinesi, compresa Gerusalemme Est, che costituiscono il territorio dello Stato di Palestina. Queste lettere, con data dal 29 settembre 2000 (A/55/432-S/2000/921) al 22 gennaio 2016 (A/ES-10/710-S/2016/65) costituiscono una documentazione fondamentale sui crimini commessi da Israele, la forza occupante, contro le popolazioni palestinesi a partire dal settembre 2000. Per tutti questi crimini di guerra, che sono atti di uno Stato terrorista e sistematiche violazioni dei diritti umani contro la popolazione palestinese, Israele, la forza occupante, deve essere ritenuto responsabile e gli esecutori consegnati alla giustizia.
Le sarei grato se potesse fare in modo che il testo di questa lettera sia reso disponibile ai membri del Consiglio di Sicurezza perché venga sottoposto alla loro immediata e preziosa considerazione.
Voglia gradire, Eccellenza, la certezza della mia più alta considerazione.
Dr. Riyad Mansour
Ambasciatore, Osservatore Permanente
dello Stato di Palestina alle Nazioni Unite
(Traduzione di Gigliola Albertano)