Si è concluso lo sciopero dei prigionieri politici palestinesi, uno sciopero per la dignità, per il diritto ad essere trattati come esseri umani, per protestare contro la violazione dei più elementari diritti commessi da Israele contro la popolazione e i prigionieri palestinesi. Un primo passo, un buon risultato, ma rimangono in carcere 4.700 palestinesi, non lasciamoli soli, continuiamo a parlare di loro a sostenere le loro richieste, continuiamo ad essere indignati, ad agire per la loro libertà, a far conoscere le loro ragioni ed a mettere in luce l’ignobile atteggiamento del nostro governo, che non spende una parola o un gesto per difendere i diritti e l’applicazione della legalità e delle Convenzioni firmate dall’ Italia e anche da Israele.
Oggi più sollevati di ieri, visto che almeno Bilal e Diab non moriranno.
Un abbraccio
Luisa Morgantini
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