dall’ICSPR,
ICSPR, 9 maggio 2025.
COMUNICATO STAMPA
La Commissione Internazionale per il Sostegno dei Diritti dei Palestinesi (ICSPR) ha inviato una lettera urgente sui diritti umani a diversi organismi internazionali e delle Nazioni Unite, tra cui Francesca Albanese, Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi occupati dal 1967; António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite; Michael Fakhri, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul Diritto all’Alimentazione; il Procuratore della Corte Penale Internazionale (ICC); il Consiglio dei Diritti Umani; e la Commissione Internazionale Indipendente di Inchiesta delle Nazioni Unite, affinché facciano luce sul crimine in corso. Michael Fakhri, relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’alimentazione; il procuratore della Corte penale internazionale (ICC); il Consiglio per i diritti umani; e la Commissione internazionale indipendente di inchiesta delle Nazioni Unite, per far luce sul crimine in corso dell’uso della fame come arma di guerra sistematica contro la popolazione civile nella Striscia di Gaza.
Nella sua lettera, intitolata: “Lettera sull’uso della fame come arma di guerra contro i civili nella Striscia di Gaza”, l’ICSPR ha affermato che le autorità di occupazione israeliane, dal lancio della loro aggressione su larga scala contro Gaza il 7 ottobre 2023, hanno perseguito una politica organizzata e sistematica di fame, arrivando al punto di utilizzare la fame come arma per commettere uno sterminio di massa.
Primo: la fame sistematica come arma di guerra
L’ICSPR ha delineato una serie di azioni delle autorità di occupazione che costituiscono collettivamente una politica sistematica di fame, tra cui:
- Chiusura completa di tutti i valichi di frontiera e impedimento dell’approvvigionamento di cibo e medicinali dal marzo 2025.
- Sequestro, dirottamento, distruzione o consegna di convogli umanitari ad attori non neutrali.
- Attacchi mirati alle strutture agricole, demolizione dei terreni agricoli e prosciugamento delle fonti d’acqua.
- Bombardamento di panetterie e centri di distribuzione alimentare e sequestro di camion che trasportano aiuti.
- Uso di droni per impedire gli assembramenti per la distribuzione di cibo, soprattutto nel nord di Gaza.
Secondo: impatto catastrofico sui civili
La Commissione ha osservato che questa politica israeliana ha portato a una catastrofe umanitaria senza precedenti:
- 2,3 milioni di palestinesi a Gaza sono in gravi condizioni di insicurezza alimentare, con 576.000 persone già in stato di carestia totale.
- Almeno 57 civili, tra cui 26 bambini, sono morti per fame e privazione di cibo durante i mesi di marzo e aprile 2025.
- Circa 7.700 neonati sono a rischio di morte a causa della mancanza di latte in polvere, mentre oltre 60.000 bambini soffrono di malattie croniche.
- Gli avvertimenti dell’UNICEF indicano una minaccia di morte lenta per oltre 335.000 bambini.
- Si stanno diffondendo malattie come l’anemia, il rachitismo e la cecità notturna, con il 100% dei bambini sotto i cinque anni affetti da anemia.
- Circa 16.500 donne incinte o che allattano sono a rischio di carestia e malnutrizione.
- Quasi il 90% dei panifici ha cessato l’attività e oltre il 75% degli ospedali e dei centri nutrizionali ha chiuso.
Terzo: militarizzazione degli aiuti e tentativi di imporre il controllo israeliano
L’ICSPR ha messo in guardia dai tentativi delle autorità di occupazione di imporre un nuovo piano di distribuzione degli aiuti che mira a militarizzare i soccorsi umanitari attraverso la creazione di un’entità alternativa guidata dagli Stati Uniti, che si avvale di società di sicurezza private per controllare il flusso e la distribuzione degli aiuti. Questo piano prevede:
- Controllo militare sulle operazioni di soccorso e impedimento dell’accesso ai civili più colpiti.
- Distribuzione degli aiuti attraverso società non umanitarie e a scopo di lucro.
- Costrizione dei civili a trasferirsi in zone non sicure.
- Utilizzo del cibo per definire nuove mappe di sfollamento che servono gli obiettivi politici e militari israeliani.
Quarto: indebolimento delle organizzazioni umanitarie
La Commissione ha documentato attacchi diretti da parte delle forze israeliane alle strutture e al personale dell’UNRWA, interrompendo il suo ruolo di soccorso a Gaza. Sono stati presi di mira anche più di 160 altre sedi di organizzazioni umanitarie, con severe restrizioni imposte alle organizzazioni internazionali, ostacolando gravemente la consegna degli aiuti ai civili colpiti dal genocidio.
Quinto: distruzione delle infrastrutture umanitarie
L’ICSPR ha riferito che l’occupazione ha sistematicamente distrutto le infrastrutture umanitarie, tra cui:
- Bombardamento di 28 mense per i poveri, 37 centri di distribuzione di aiuti e 16 panetterie.
- Interruzione delle reti di aiuto locali e demolizione dei mercati.
- Impedimento dell’ingresso di denaro contante e di forniture mediche essenziali necessarie per il lavoro umanitario.
Sesto: quadro giuridico delle violazioni
L’ICSPR ha sottolineato che l’uso della fame come arma di guerra costituisce un crimine di guerra ai sensi dell’articolo 8 dello Statuto di Roma e una flagrante violazione delle Convenzioni di Ginevra, che vietano di prendere di mira i civili o di ostacolare gli aiuti umanitari. Tale condotta viola anche i diritti fondamentali sanciti dal Patto Internazionale sui Diritti economici, Sociali e Culturali e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e costituisce una chiara violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite e delle misure della Corte Internazionale di Giustizia.
Settimo: richieste urgenti dell’ICSPR
La lettera si conclude con diverse richieste urgenti, invitando gli organismi internazionali a:
- Dichiarare ufficialmente che Israele sta utilizzando la fame come arma contro i civili e classificarla come crimine di guerra.
- Agire dinanzi alla Corte Penale Internazionale per avviare un’indagine urgente sul crimine di fame di massa a Gaza.
- Esercitare pressioni per l’apertura di corridoi umanitari sicuri sotto la supervisione delle forze internazionali di pace per garantire la consegna di cibo e medicine.
- Riprendere immediatamente i finanziamenti all’UNRWA e alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché possano portare a termine le loro missioni di soccorso.
- Consentire alle missioni internazionali di accertamento dei fatti di entrare a Gaza e documentare gli effetti catastrofici della politica di fame.
- Imporre sanzioni internazionali allo stato di occupazione israeliano in quanto responsabile di questi crimini.
In conclusione, l’ICSPR ha affermato che il continuo ricorso alla fame come arma di guerra nella Striscia di Gaza riflette un livello senza precedenti di sfida al diritto internazionale e costituisce parte integrante di una politica di genocidio volta a sfollare con la forza e sterminare la popolazione. L’ICSPR esorta urgentemente la comunità internazionale ad agire per porre fine a questi crimini e salvare ciò che resta dei valori umani.
Traduzione a cura di AssopacePalestina
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