di Katie Davis,
16 feb 2025
Donald Trump ha detto che la regione potrebbe essere trasformata in una “Riviera del Medio Oriente” sotto il controllo degli Stati Uniti

Con tanto di immagini surreali in CGI (Computer-Generated Imagery), il premier israeliano aveva visto un progetto di riqualificazione di Gaza in un idilliaco insediamento urbano e rurale.
La proposta riecheggia il progetto di Trump di trasformare Gaza nella “Riviera del Medio Oriente”, annunciato la scorsa settimana in una conferenza stampa con Netanyahu al suo fianco.
Si pensa che a Trump possa essere stato mostrato questo piano per Gaza, così come un rapporto preparato dal professore della George Washington University Joseph Pelzman, inviato ai consiglieri del presidente lo scorso anno.
Nadav Shtrauchler, ex stratega di Netanyahu, ha dichiarato al The Sun: “Penso che sia stato mostrato a Trump in un modo o nell’altro.
“Trump non si è svegliato la mattina e ha avuto l’idea, ma gli è stata suggerita da qualcuno, probabilmente da Israele – ed è giunta a lui in qualche modo”.
I grandi progetti soprannominati “Gaza 2035”, che potrebbero aver ispirato Trump, mostrano la Striscia inondata di grattacieli futuristici e una ferrovia di 132 miglia verso Neom, una città saudita da 500 miliardi di dollari. Gaza, devastata dalla guerra, verrebbe trasformata da un focolaio di terrorismo a una gemma scintillante nel panorama mediorientale.
La proposta prometteva “il dominio degli Stati Uniti” e di portare Gaza “dalla crisi alla prosperità” ricostruendo l’enclave “dal nulla”.
Le bizzarre immagini ultramoderne mostrano la Striscia come una regione utopica, ricca di progetti high-tech e di collegamenti diretti con altri paesi.
L’obiettivo finale sarebbe quello di trasformare Gaza in una zona di libero scambio autogestita, con piattaforme petrolifere offshore e campi di energia solare, realizzata in tre fasi brevi ma concise.
Nella prima parte del piano, Israele impiegherebbe 12 mesi per liberare la regione da Hamas e creare una “zona sicura”, partendo dal nord e scendendo verso sud. I paesi arabi, tra cui l’Arabia Saudita, l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti, sarebbero coinvolti nella supervisione degli aiuti umanitari – gestiti dai palestinesi di Gaza.
La seconda fase – che dovrebbe durare tra i cinque e i dieci anni – vedrebbe una coalizione di paesi arabi formare un organismo multilaterale chiamato Autorità per la Riabilitazione di Gaza. Funzionari di queste nazioni “supervisionerebbero” gli sforzi di ricostruzione di Gaza e gestirebbero le finanze della Striscia. Verrebbe attuato un “Piano Marshall” che ricorda il programma americano per la ricostruzione dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Nella fase finale del progetto, i palestinesi governerebbero la Striscia in modo indipendente dopo la firma degli Accordi di Abramo.
Netanyahu ha evitato di commentare il futuro di Gaza per mesi, ma ha ricevuto la proposta alla fine del 2023. È stata redatta da un gruppo di uomini d’affari per lo più israeliani e vicini al premier. Nel maggio 2024, Netanyahu ha fatto circolare la proposta dopo che era stata esaminata dalla sua cerchia di governo.
Netanyahu ha lavorato dietro le quinte su una visione per Gaza e si ritiene che il suo contributo abbia influenzato l’annuncio di Trump.
Durante la visita di Netanyahu a Washington la scorsa settimana, Trump ha proposto che gli Stati Uniti prendano il controllo di Gaza e che i due milioni di palestinesi che vi abitano vengano reinsediati altrove.
Dove si trasferirebbero i palestinesi?
Donald Trump ha detto che due milioni di palestinesi dovranno lasciare Gaza prima che possa essere riqualificata.
Ha detto che gli sfollati andranno in “vari ambiti”, tra cui Egitto e Giordania. Entrambi i paesi e altre nazioni arabe hanno respinto questa idea. È stata anche avanzata l’ipotesi di reinsediare i palestinesi in Irlanda.
La settimana scorsa il ministro della Difesa israeliano ha presentato l’idea di portare via da Gaza decine di migliaia di palestinesi per via aerea e marittima.
Israele Katz ha dichiarato che Irlanda, Spagna e Norvegia – che l’anno scorso hanno riconosciuto uno Stato palestinese – sarebbero “legalmente obbligate” ad accogliere i residenti di Gaza sfollati. Ha affermato che: “Paesi come la Spagna, l’Irlanda, la Norvegia e altri, che hanno lanciato accuse e false rivendicazioni contro Israele per le sue azioni a Gaza, sono legalmente obbligati a permettere a qualsiasi residente di Gaza di entrare nei loro territori”.
Il dottor Kobby Barda ha dichiarato al The Sun: “Ci sono 150.00 case fantasma in Irlanda. Se hai una casa fantasma dove non vive nessuno, devi pagare le tasse al governo. Non ci saranno problemi per Israele a portarli all’aeroporto Ben Gurion, metterli su un aereo e farli volare a Dublino”.
Il ministro degli Esteri irlandese Simon Harris ha risposto alle osservazioni di Katz, definendole “inutili e provocatorie”.

Definendo la Striscia un “sito di demolizione”, il presidente ha detto che la regione potrebbe essere trasformata in una “Riviera del Medio Oriente” sotto il controllo degli Stati Uniti.
L’amministratore delegato della Fondazione PAIRS (Practical Application of Intimate Relationship Skills), Seth Eisenberg, che conosce Netanyahu da oltre quattro decenni, ha dichiarato: “Immagino che l’idea di riqualificare in modo significativo Gaza sia venuta sia al primo ministro israeliano che a Jared Kushner, il genero del presidente”.
L’annuncio shock di Trump è diventato un argomento di discussione a livello mondiale, con diversi paesi che hanno definito il piano “pericoloso”. Infrangerebbe infatti decenni di politica estera statunitense che ha posto l’accento sulla soluzione dei due stati per israeliani e palestinesi.
Ma Trump ha ribadito la sua visione, definendola un “bellissimo piano immobiliare” e uno “sviluppo per il futuro”.
Netanyahu ha elogiato il progetto del suo alleato come “la prima idea originale per risolvere questo problema una volta per tutte”. Ha dichiarato a Breitbart News: “È una visione convincente per risolvere il problema quando nient’altro ha funzionato”.
La proposta di Trump potrebbe anche essere stata ispirata dal rapporto di 49 pagine del professor Pelzman intitolato “An Economic Plan for Rebuilding Gaza: A BOT Approach (Build, Operate and Transfer) “.
Pelzman – che ha co-fondato il Centro di Eccellenza per lo Studio Economico del Medio Oriente e del Nord Africa – ha condiviso il suo documento con il team di Trump lo scorso luglio. Nel suo rapporto, l’accademico americano-israeliano Pelzman sostiene che la guerra ha offerto “l’opportunità di un approccio nuovo e fresco a un vecchio problema”.
Gran parte di Gaza è stata ridotta in macerie dai bombardamenti israeliani, dopo che Netanyahu ha giurato di spazzare via Hamas per vendicare l’atrocità compiuta dalla delegazione terroristica il 7 ottobre.
Pelzman propone di creare tre zone cuscinetto di 4 km con Israele ed Egitto. Il lato orientale della Striscia sarebbe occupato da abitazioni di grandi dimensioni, mentre il lato occidentale che si affaccia sul Mediterraneo sarebbe riservato a “proprietà fronte mare”. Aree agricole e serre riempirebbero lo spazio intermedio – con tutto ciò che verrà costruito dopo che Gaza sarà “completamente svuotata”.
Secondo quanto si apprende, Trump avrebbe telefonato a Netanyahu in merito al piano, dicendo al premier israeliano che l’enclave è una “proprietà immobiliare di prim’ordine”.
Il cercapersone d’oro di Trump

In un’allusione all’attacco mortale con cercapersone contro Hezbollah a settembre, il bleeper viene fornito con l’istruzione di “premere con entrambe le mani”. Un piccolo cartello in basso recita: “Al Presidente Donald J. Trump, il nostro più grande amico e il nostro più grande alleato”. Trump ha ringraziato Netanyahu per il dono simbolico e ha lodato l’operazione “grandiosa”.
L’ufficio di Netanyahu ha dichiarato che il dono “simboleggia la decisione del Primo Ministro che ha portato a una svolta nella guerra e al punto di partenza per spezzare la volontà dell’organizzazione terroristica Hezbollah”.
Il dottor Kobby Barda ha condiviso per primo il piano di Pelzman sui social media e lo ha incontrato nel suo podcast per discuterne. Pelzman ha detto: “Ho pensato: perché non scrivere una sorta di prospettiva fuori dagli schemi su come sistemare Gaza dopo la fine della guerra? Il piano è andato alla gente di Trump perché erano loro, non quelli di Biden, ad avere interesse “.
Lo storico Barda, che in precedenza è stato vice direttore generale del ministero del Turismo israeliano, ha dichiarato al The Sun: “Ho condiviso questo piano per più di sei mesi. All’inizio la gente pensava che fossi pazzo, rideva di me e mi diceva di farmi esaminare il cervello. Sono stato conquistato dalle basi molto solide del professor Pelzman e del suo programma, tanto che ho detto: se Trump sarà eletto, credo che il piano andrà avanti”.
Durante il suo annuncio della scorsa settimana, Trump ha affermato che gli Stati Uniti “prenderanno il controllo della Striscia di Gaza e faremo un lavoro anche con essa”.
“La possederemo”, ha detto, aggiungendo che due milioni di palestinesi saranno trasferiti in paesi come l’Egitto e la Giordania. In seguito, però, ha ribadito che l’America non avrebbe investito denaro, né avrebbe messo a disposizione stivali sul terreno (truppe di terra).
Trump si interessa da tempo al Medio Oriente e durante la sua prima presidenza ha presentato un piano per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Ha pubblicato la parte economica del piano, intitolata Peace to Prosperity, nel giugno 2019, seguita dalla parte politica nel gennaio 2020.
Netanyahu era anche in quell’occasione al fianco di Trump quando è stata rivelata la proposta, che era stata redatta dal genero e consigliere Jared Kushner. Il documento delineava una “visione per migliorare la vita del popolo palestinese e di quello israeliano”.
Il dossier di 181 pagine includeva una sezione che pubblicizzava Gaza come una potenziale “destinazione turistica globale di successo”. Vi si legge: “Oltre 40 km di costa a Gaza, lungo il Mar Mediterraneo, potrebbero trasformarsi in una moderna città metropolitana che si affaccia sulla spiaggia. Per sbloccare i benefici dell’aumento del turismo in Cisgiordania e a Gaza, questo progetto sosterrà gli investimenti in alberghi, stabilimenti di ristorazione e altre industrie legate al turismo. Fondi aggiuntivi saranno utilizzati per migliorare la formazione nel settore dell’ospitalità e per rinnovare e riqualificare i siti turistici”.
https://www.thesun.ie/news/14728509/gaza-2035-blueprint-netanyahu-trump-riviera
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.