di David Cronin,
The Electronic Intifada, 7 novembre 2024.
Josep Borrell si sta trasformando in Mister Angry (il signor Arrabbiato), ora che il suo mandato di responsabile della politica estera dell’Unione Europea è quasi terminato. In un recente commento, ha sostenuto che è “giunto il momento” di porre fine all'”occupazione illegale” della Cisgiordania e di Gaza.
Borrell non ha nulla da perdere nell’essere così schietto e preciso.
Non ci sono prospettive di una rapida riconciliazione tra lui e il governo israeliano, che ha infamato Borrell di antisemitismo. E se qualcuno si lamenta del fatto che egli definisce l’occupazione “illegale”, Borrell può indicare una sentenza emessa dalla Corte Internazionale di Giustizia nel mese di luglio.
Tuttavia, ci vorrà ben più di qualche stridulo commento per compensare il modo in cui Borrell ha sostenuto relazioni più forti con Israele durante la maggior parte del suo mandato quinquennale.
In questo senso, ha ottenuto un certo successo. Nel 2022, il Consiglio di Associazione UE-Israele – un forum di dialogo ad alto livello – è stato riattivato dopo essere stato accantonato per un decennio.
La rabbia di Borrell non dovrebbe nemmeno nascondere il fatto che la burocrazia di Bruxelles ha continuato a fare affari con Israele mentre questo massacrava la gente a Gaza e in Libano.
Il mese scorso l’UE ha annunciato l‘assegnazione di un “marchio di missione” a Eilat, una città di Israele. Il “marchio” – che dovrebbe aiutare le autorità locali a ottenere un maggiore accesso ai finanziamenti – premia i piani volti a raggiungere la “neutralità climatica”.
Lodare un’autorità israeliana per la “neutralità climatica” è uno scherzo di cattivo gusto se si considera che la guerra contro Gaza è stata un disastro ambientale. Secondo una stima, la quantità di carbonio rilasciata nei primi 120 giorni ha superato quella che 26 paesi poco inquinanti emetterebbero in un anno intero.
Incongruenza grossolana
Un altro esempio di grossolana incongruenza è rappresentato dal fatto che l’UE ha recentemente approvato una sovvenzione per la ricerca scientifica per un progetto sulla pancreatite gestito dalla Hebrew University di Gerusalemme.
La sovvenzione è stata firmata il 21 ottobre, pochi giorni dopo che Israele aveva attaccato due dei tre ospedali ancora funzionanti (anche se a malapena) nel nord di Gaza.
Perché l’UE è disposta a sostenere i progetti medici israeliani proprio mentre Israele sta annientando il sistema medico palestinese?
Un indizio si trova in un documento informativo interno dell’UE che ho ottenuto tramite una richiesta per libertà di informazione. Risale al dicembre 2021 e sostiene che la partecipazione di Israele a Horizon Europe, il programma scientifico dell’UE, è preziosa.
“Noi dell’UE, beneficiamo dell’eccellenza di Israele, di una capacità di innovazione di prim’ordine nei nostri settori prioritari (verde, digitale, salute pubblica) e di un contributo finanziario sostanziale”, si legge.
Il contributo finanziario era “molto importante” all’epoca, “vista l’incertezza” sul coinvolgimento della Gran Bretagna in Horizon Europe, aggiunge il documento.
Queste poche frasi sono rivelatrici. I paesi extracomunitari che partecipano a Horizon Europe pagano per farlo.
Dopo l’uscita dall’Unione Europea nel 2020, la Gran Bretagna, per alcuni anni, non è stata più coinvolta nelle attività di ricerca dell’UE.
La Gran Bretagna è entrata a far parte di Horizon Europe nel gennaio 2024. Durante la sua assenza, alcuni addetti ai lavori di Bruxelles hanno evidentemente visto Israele come un sostituto della Gran Bretagna, almeno per quanto riguarda il programma di ricerca, uno dei principali obiettivi di spesa dell’UE.
Josep Borrell è il secondo spagnolo a ricoprire la carica di capo della politica estera dell’UE.
Quando il suo compatriota Javier Solana stava per terminare il suo mandato, definì Israele “un membro dell’Unione Europea senza essere un membro dell’istituzione”.
In quell’occasione, nell’ottobre 2009, Solana definì “molto importante” la cooperazione con Israele nel campo della ricerca scientifica.
Da allora, gli addetti ai lavori dell’UE hanno continuato a sostenere la stessa tesi.
Per molti a Bruxelles, il rapporto con Israele è considerato una sorta di matrimonio. Indipendentemente dalla barbarie a cui Israele ricorre, la gerarchia dell’UE non oserà pensare al divorzio.
https://electronicintifada.net/blogs/david-cronin/why-eu-wont-divorce-israel
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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