Comunicato Stampa di AssopacePalestina,
31 ottobre 2024.
Assopace Palestina condanna fermamente la decisione della Knesset di mettere al bando l’UNRWA, Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei profughi palestinesi, impedendone così ogni attività umanitaria e sociale nei territori palestinesi colpiti da un anno di massacri a Gaza e di intensificarsi degli attacchi dei coloni in Cisgiordania.
Attualmente, grazie anche al suo numeroso personale in loco, l’UNRWA è l’unica agenzia in grado di gestire e organizzare una reale e capillare distribuzione degli aiuti ONU che arrivano a Gaza: il divieto delle attività dell’UNRWA rappresenta, pertanto, una ulteriore mossa nella politica genocida e di pulizia etnica del popolo palestinese dalla propria terra, che Israele sta perseguendo con metodo.
La decisione arriva dopo anni di tentativi da parte israeliana di liberarsi dei profughi, che l’Agenzia rappresenta e censisce. Oltre a svolgere un fondamentale ruolo di aiuto e sostegno alla popolazione palestinese, infatti, l’UNRWA, sin dal 1950, detiene un registro di tutti i profughi che, ai sensi del diritto internazionale, di diverse risoluzioni ONU e di un recente parere della Corte internazionale di Giustizia, avrebbero diritto al ritorno o, per lo meno, a un risarcimento.
Ma non sfugge che la decisione serve anche colpire ancora più a fondo gli organismi internazionali e in particolare l’ONU, che Netanyahu aveva recentemente definito una “palude antisemita”.
Assopace Palestina invita l’opinione pubblica a far sentire il proprio sostegno e mobilitazione per la popolazione palestinese e chiede al governo italiano di agire coerentemente con i propri impegni internazionali, condannando la decisione israeliana e agendo in ogni sede affinché venga ristabilita l’inviolabilità delle Nazioni Unite e la piena operatività delle sue agenzie. È necessario, inoltre, un intervento coordinato sia a livello europeo che internazionale per far pressione sul governo di Israele, attraverso un immediato sistema di sanzioni e di embargo di armamenti, la sospensione del Trattato di Associazione tra Unione europea e Israele e la revoca del seggio di Israele alle Nazioni Unite.