di Nader Durgham e Umar A Farooq,
Middle East Eye, 28 settembre 2024.
Il movimento libanese giura di ‘continuare la sua jihad’ contro Israele e di sostenere le persone a Gaza e nei territori palestinesi occupati.
L’Hezbollah libanese ha confermato sabato che il suo leader, Hassan Nasrallah, è stato ucciso dopo il lancio da parte di Israele di una serie di attacchi aerei sulla capitale libanese Beirut il 27 settembre.
In un assassinio che rischia di scatenare una guerra totale in una regione già sull’orlo del baratro, venerdì 27 i jet da combattimento israeliani hanno sganciato circa 10 bombe anti-bunker sugli edifici residenziali della periferia meridionale di Beirut, un’area conosciuta generalmente come Dahiyeh.
I filmati visti da Middle East Eye hanno mostrato densi pennacchi di fumo che si alzavano dal luogo dell’esplosione.
L’esercito israeliano ha immediatamente confermato di essere l’autore degli attacchi e inizialmente ha affermato di aver preso di mira il centro di comando di Hezbollah. Successivamente, i media israeliani hanno riferito che Nasrallah, 64 anni, era il bersaglio previsto degli attacchi, ma non hanno confermato la sua morte.
Sabato 28, l’esercito israeliano ha pubblicato un messaggio su X, in cui si legge: “Hassan Nasrallah non potrà più terrorizzare il mondo”.
Il portavoce in arabo dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, ha anche detto in una dichiarazione su X che Nasrallah è stato ucciso insieme a Ali Karki, il comandante del fronte meridionale di Hezbollah, oltre a diversi altri comandanti.
“Il messaggio è chiaro: raggiungeremo tutti coloro che minacciano i cittadini di Israele nel nord, nel sud e sui fronti più lontani”.
In seguito, Hezbollah ha dichiarato in un comunicato: “Sua eminenza, il maestro della resistenza, il servo giusto, è morto per essere con il suo Signore che si compiace di lui come un grande martire”.
“La leadership di Hezbollah si impegna… a continuare la sua jihad nell’affrontare il nemico [Israele], a sostenere Gaza e la Palestina e a difendere il Libano e il suo popolo che è saldo e degno di onore”.
La dichiarazione non ha menzionato chi succederà a Nasrallah o come il gruppo risponderà all’assassinio del suo leader di lunga data. Secondo gli analisti, l’uomo ampiamente considerato come l’erede di Nasrallah, Hashem Safieddine, era ancora vivo dopo l’attacco di venerdì.
Safieddine, che supervisiona gli affari politici di Hezbollah e siede nel Consiglio della Jihad del gruppo, è un cugino di Nasrallah. Come Nasrallah, è un membro del clero e discendente del Profeta Maometto.
Il Dipartimento di Stato americano ha designato Safieddine come terrorista nel 2017 e a giugno ha minacciato una grande escalation contro Israele dopo l’uccisione di un altro comandante di Hezbollah.
Khamenei esorta i musulmani a confrontarsi con Israele
Sabato 28 in prima mattina, la Guida Suprema iraniana Ali Khamenei ha esortato tutti i musulmani a stare dalla parte del popolo libanese e ad assistere Hezbollah nell’affrontare il “regime malvagio” di Israele.
In una dichiarazione pubblicata sul suo sito web ufficiale, Khamenei non ha menzionato Nasrallah per nome, ma ha esordito condannando l’uccisione del “popolo indifeso del Libano”, dicendo che ciò “ha dimostrato la miopia e le politiche sciocche dei leader” di Israele.
“I criminali [israeliani] devono sapere che sono troppo piccoli per causare danni significativi alle roccaforti di Hezbollah in Libano”, ha detto Khamenei, aggiungendo: “Tutte le forze di resistenza della regione sostengono Hezbollah e sono al suo fianco”.
Ha anche esortato tutti i musulmani a stare al fianco del popolo libanese e di Hezbollah e a sostenerli nel “confronto con il regime usurpatore e oppressivo”.
“Il destino di questa regione sarà determinato dalle forze della resistenza, con Hezbollah in prima linea”, ha aggiunto.
Parlando ai giornalisti a New York venerdì, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha riaffermato il diritto di Israele all’autodifesa e ha detto che Washington avrebbe preso “ogni misura” se i suoi interessi nella regione fossero stati attaccati. “Israele ha il diritto di difendersi dal terrorismo”, ha detto Blinken. “Se qualcuno utilizza questa circostanza per colpire il personale americano o gli interessi americani nella regione, gli Stati Uniti prenderanno ogni misura [di ritorsione]”, ha aggiunto.
Le osservazioni di Blinken sono arrivate poco dopo che Abu Alaa al-Walaei, un comandante di alto livello delle Brigate Sayyid al-Shuhada dell’Iraq, aveva avvertito che se scoppiasse una guerra totale, il suo gruppo prenderebbe di mira gli interessi statunitensi e israeliani nella regione.
“Anche gli Emirati [Arabi Uniti], che consideriamo il sito avanzato dell’entità usurpatrice, saranno la prima linea di bersaglio”, ha detto Walaei, secondo il sito web Al Mayadeen, affiliato a Hezbollah.
Nel tentativo di stemperare le tensioni, un portavoce del Pentagono ha dichiarato che gli Stati Uniti non erano stati avvertiti in anticipo degli attacchi. Il portavoce ha aggiunto che il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin ha parlato con la sua controparte israeliana mentre l’operazione era in corso.
Chi era Nasrallah?
L’uccisione di Nasrallah potrebbe rappresentare un duro colpo per Hezbollah, giacché quel leader di lunga data aveva coordinato la trasformazione del gruppo in una forza politica importante sia in Libano che nel Medio Oriente.
Nato nel 1960 da una povera famiglia sciita di Karantina, nella zona est di Beirut, Nasrallah è diventato capo del Consiglio Esecutivo di Hezbollah nel 1985 e membro del Consiglio della Shura.
Nel 1992, l’allora leader di Hezbollah, Abbas al-Musawi, fu ucciso in un attacco aereo israeliano insieme alla moglie e al figlio. Parlando al suo funerale, Nasrallah disse: “Continueremo questo percorso… anche se saremo martirizzati, tutti noi, e le nostre case saranno demolite sulle nostre teste, non abbandoneremo la scelta della resistenza islamica”.
Nasrallah ha poi preso le redini di Hezbollah e poco dopo il gruppo ha iniziato ad acquisire armi più sofisticate, tra cui razzi a lungo raggio in grado di raggiungere in profondità il territorio israeliano.
Sotto Nasrallah, il cui nome di famiglia si traduce in “vittoria attraverso Dio”, Hezbollah è cresciuto da un movimento armato locale al più grande partito politico della storia recente del Libano.
Nell’ottobre 2021, Nasrallah ha dichiarato che Hezbollah aveva 100.000 combattenti, il che lo rende anche una delle organizzazioni armate non statali più potenti al mondo.
Nasrallah ha anche mantenuto la reputazione di Hezbollah in tutto il mondo arabo come l’unica forza armata ad aver spinto con successo Israele a ritirarsi da un paese arabo.
I discorsi del leader di Hezbollah attiravano spesso l’attenzione del Medio Oriente e non solo.
Durante il suo periodo come numero uno di Hezbollah, Nasrallah ha anche assistito all’ulteriore consolidamento dei legami all’interno dell’”asse della resistenza” iraniano, che comprende Hezbollah, il governo del Presidente siriano Bashar al-Assad, i movimenti palestinesi Hamas e Jihad Islamica, il movimento Houthi nello Yemen e diversi gruppi paramilitari iracheni.
Dopo gli attacchi di venerdì, Hamas, la Jihad islamica, gli Houthi e la Resistenza islamica dell’Iraq hanno rilasciato dichiarazioni di condanna contro Israele.
“Rinnoviamo la nostra assoluta solidarietà al fraterno popolo libanese e ai fratelli di Hezbollah e della resistenza islamica in Libano”, ha dichiarato Hamas in un comunicato.
“Condividiamo il loro dolore e la loro speranza di vittoria su questo nemico sionista, e apprezziamo e lodiamo i loro sacrifici e la loro fermezza nell’epopea della responsabilità aperta a sostegno del nostro popolo e della nostra resistenza, e in risposta e difesa del fraterno popolo libanese”.
Nader Durgham ha contribuito da Beirut e Umar A Farooq da Washington.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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