di Eman Alhaj Ali,
Mondoweiss, 27 luglio 2024.
A Gaza la notte non è mai tranquilla. Andare a dormire significa non sapere se ci si sveglierà al mattino.
A Gaza la notte non è mai tranquilla. È più che altro una pausa dalla paura e dalla sofferenza costante che si verifica a ogni ora del giorno.
La gente qui non ha una giornata normale come gli altri. Si svegliano ogni mattina, stanchi per le lotte del giorno precedente, e affrontano un’altra giornata di duro lavoro solo per sopravvivere. Devono vivere in tende, in piccole stanze o in appartamenti troppo costosi, perché sono stati costretti a lasciare le loro case.
I genitori svegliano i figli e vanno alla ricerca di legna da ardere, dato che il gas è difficile da trovare. Le madri allestiscono la colazione su una fiamma viva. Invece di prepararsi per la scuola, i bambini si svegliano per affrontare un’altra giornata difficile. Li si vede trasportare da lontano pesanti secchi d’acqua fino alle loro case o alle tende. Alcuni si svegliano presto, pregano e poi escono per cercare di guadagnarsi da vivere per le loro famiglie.
Molti bambini qui a Gaza hanno perso i genitori e sono abbandonati a se stessi, lottando per sopravvivere. Invece di andare a scuola, si vedono per le strade. Alcuni spingono piccoli carretti per vendere qualche oggetto sotto il sole cocente, mentre altri cercano di richiamare la gente per vendere dolcetti fatti in casa. La gente passa le giornate ascoltando la radio, stufa delle notizie. Altri vanno a dare l’addio a coloro che sono stati uccisi. Durante il giorno si vedono persone, tra cui donne e bambini, che sono state colpite senza motivo. La sofferenza continua: massacro dopo massacro, morte dopo morte, casa dopo casa. La verità è che non c’è un posto sicuro a Gaza, non importa dove ci si trovi.
Tuttavia, quando arriva la sera, le strade si svuotano. Gli unici suoni sono quelli dei droni, dei missili che urlano e delle cose rotte in giro. Non c’è luce, se non un bagliore rosso quando qualche posto vicino viene colpito.
Invece di dormire tranquillamente, si è perseguitati da spaventosi pensieri di attacchi mentre si dorme.
Non sorprendetevi, questa è la vita a Gaza. Andare a dormire a Gaza significa non sapere se ci si sveglierà al mattino.
Per tutti, i soliti pensieri sugli obiettivi e sui compiti di domani sono sostituiti dalla costante paura di non sopravvivere. A Gaza, la mente delle persone è consumata dalla lotta per superare un altro giorno.
Per me, ogni notte è un incubo vivente. Il 18 luglio, alle 2 del mattino, ho fatto un sogno terrificante in cui tutto ciò che ci circondava veniva attaccato.
Sono stata svegliata dal rumore delle bombe, dal cielo rosso e dai frantumi dei detriti. L’edificio ha tremato violentemente e le urla hanno riempito l’aria. La polvere ricopriva ogni cosa, tanto che non riuscivamo a riconoscere dove fosse la bomba. Tutte le porte erano aperte, tutte le finestre erano rotte e i pezzi di vetro ricoprivano il suolo.
La gente gridava: “Dov’è la bomba? Dov’è la bomba?”. È così che ci si sente a Gaza sotto attacco. È spaventoso essere coinvolti in un bombardamento e nessuno sa che sei lì. Si può essere feriti o uccisi senza che nessuno sappia cosa sta succedendo, quando il resto del mondo è tranquillo e ignaro.
E le persone non sono le uniche vittime.
Avevo una gatta di nome Katty. Non era solo un animale domestico, ma una vera amica. Veniva da me quando ero stanca, si sedeva sulle mie gambe e alleviava il mio dolore. Quando abbiamo dovuto evacuare la nostra casa dopo gli eventi del 7 ottobre, ho dovuto abbandonarla senza cibo né acqua, lasciandola ad affrontare l’ignoto perché non potevo portarla con me.
Con il passare dei mesi, la speranza di rivedere la mia amata gatta Katty si è affievolita. Dopo l’evacuazione da Rafah e il successivo ritorno nella casa di un parente, pensavo che tutto fosse perduto. Ma un giorno, tornando al nostro campo, la trovai che vagava per strada, fragile e magra. I suoi occhi erano infossati, pieni di lacrime, come se avesse pianto per me. La sua pelliccia, un tempo lussuosa, era opaca e polverosa, scurita dalla sporcizia della strada. Il mio cuore si è spezzato mentre piangevo alla sua vista, incapace di immaginare come avesse fatto a sopravvivere così a lungo senza cibo. Era debole, spesso dormiva o aveva troppa paura di muoversi, vittima della paura e della fame.
Mi dedicai a curare Katty per farla tornare in salute, ma fu uno sforzo inutile. Non era più la stessa gatta che conoscevo. Quella fatidica notte del 18 luglio, mentre un bombardamento nelle vicinanze scuoteva l’aria alle 2:00 del mattino, la mia gatta, che era salita sul balcone, fu sopraffatta e non riuscì più a muoversi. Il trauma si è rivelato troppo forte per il suo fragile corpo e ha ceduto alle ferite. Due giorni dopo, la mattina del 20 luglio, ho scoperto il suo corpo senza vita. Il ricordo della sua scomparsa mi perseguiterà per sempre, una ferita che non potrà mai guarire o essere dimenticata.
https://mondoweiss.net/2024/07/living-in-a-nightmare/
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.
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