di Patrick Wintour,
The Guardian, 8 luglio 2024.
Esclusivo: Sembra improbabile che il governo britannico proceda con la precedente obiezione legale, mentre Keir Starmer ha parlato con il premier israeliano sul cessate il fuoco a Gaza.
Il nuovo governo laburista dovrebbe abbandonare il tentativo di ritardare la decisione della Corte Penale Internazionale (CPI) sull’emissione di un mandato di arresto per Benjamin Netanyahu per presunti crimini di guerra a Gaza.
Nel frattempo, Keir Starmer, il nuovo primo ministro britannico, ha detto al presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, che secondo lui i palestinesi hanno un diritto innegabile a uno stato palestinese. Domenica 7 luglio, Starmer ha parlato con Abbas delle “continue sofferenze e delle devastanti perdite di vite umane” a Gaza.
Ha anche parlato con Netanyahu, il primo ministro israeliano, esponendo la necessità “chiara e urgente” di un cessate il fuoco a Gaza. “Ha aggiunto che è importante garantire le condizioni a lungo termine per una soluzione a due stati, compresa la garanzia che l’Autorità Palestinese abbia i mezzi finanziari per operare efficacemente”, si legge in un’informazione sulla telefonata.
Starmer ha dichiarato che la situazione al confine settentrionale di Israele, dove si sono verificati scambi di fuoco con gli Hezbollah del Libano, è “molto preoccupante” ed è “fondamentale che tutte le parti agiscano con cautela”.
I funzionari laburisti hanno comunicato che il partito continua a credere che la Corte Penale Internazionale, con sede all’Aia, abbia giurisdizione su Gaza. In un documento presentato alla CPI dal precedente governo, il Regno Unito aveva affermato che la Corte non aveva giurisdizione sui cittadini israeliani. La richiesta della Gran Bretagna di esaminare tale obiezione era stata fatta il 10 giugno in segreto, ma è stata rivelata quindici giorni fa dalla stessa CPI.
La Camera Preliminare della Corte aveva dato al Regno Unito tempo fino al 12 luglio per presentare la richiesta completa, ma ora sembra altamente improbabile che il nuovo governo proceda in tal senso, eliminando il potenziale ritardo nella decisione della Camera Preliminare della CPI sulla richiesta di mandato d’arresto.
Nella sua contestazione legale, il Regno Unito aveva messo in dubbio che la CPI potesse ordinare l’arresto di cittadini israeliani. Il Ministero degli Esteri aveva affermato che le autorità palestinesi non hanno giurisdizione sui cittadini israeliani in base agli accordi di Oslo e di conseguenza non possono trasferire tale giurisdizione alla CPI.
Tuttavia, nel 2021 la CPI ha stabilito che, nonostante lo Stato della Palestina non sia uno stato sovrano, la CPI ha giurisdizione su qualsiasi presunta violazione dello Statuto di Roma, la carta fondamentale della CPI, in Cisgiordania, Gerusalemme Est e Gaza.
Il ministro degli Esteri, David Lammy, ha dichiarato che questa settimana inizierà a rivedere questioni come il futuro finanziamento dell’Agenzia ONU UNRWA per le opere di soccorso ai palestinesi e la consulenza legale fornita al precedente governo, secondo la quale non vi era alcun rischio che le vendite di armi del Regno Unito fossero utilizzate da Israele in violazione del diritto umanitario internazionale.
Il Regno Unito è ora uno dei pochi paesi che si sono rifiutati di ripristinare i finanziamenti all’UNRWA dopo che era stato affermato che una dozzina di membri del suo personale potrebbe aver preso parte all’attacco contro Israele del 7 ottobre. I finanziamenti britannici all’UNRWA sarebbero dovuti ripartire a maggio, ma il governo conservatore aveva dichiarato di voler attendere l’esito di un’indagine delle Nazioni Unite.
Insistendo sul suo diritto di considerare attentamente la questione, Lammy ha aggiunto: “Abbiamo sollevato questioni relative al finanziamento delle opere di assistenza, e le nostre preoccupazioni reali contro una situazione in cui il Regno Unito potesse contribuire alle tremende difficoltà già presenti a Gaza”.
In merito alla pubblicazione di pareri ufficiali sulla legalità della vendita di armi, Lammy ha dichiarato: “Ho preso l’impegno solenne in Parlamento che avrei esaminato le valutazioni legali, e inizierò questo processo, naturalmente, non appena sarò in grado di farlo. Penso di iniziare la prossima settimana, quando avrò una riunione con i funzionari”.
Difendendo la posizione laburista riguardo alla perdita del consenso di molti elettori musulmani alle elezioni generali, ha aggiunto: “Sono stato chiarissimo sul diritto internazionale umanitario. Non mi tirerò indietro, perché è importante che tutti noi siamo visti come sostenitori dell’ordine basato sulle leggi in un momento in cui gli stati autoritari lo stanno scartando. È su questa base che assumo questo ruolo e lo prendo molto, molto seriamente”.
Lammy ha anche detto di essere molto preoccupato per il cosiddetto “giorno dopo”, compresa la pianificazione di una sorta di Autorità Palestinese rinnovata a Gaza. Lammy ha respinto la possibilità che ad Hamas venga assegnato un ruolo nella futura governance di Gaza, affermando: “È difficile capire come un’organizzazione che non è impegnata nella soluzione dei due stati e che è impegnata nel terrorismo possa far parte di tale soluzione. Ma riconosco anche che al momento ci sono problemi reali con l’Autorità Palestinese, ed è per questo che ci vorrà molto lavoro con i nostri partner”.
Patrick Wintour è redattore diplomatico in Polonia
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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