di Lorenzo Tondo e agenzie,
The Guardian, 10 maggio 2024.
Il capo dell’UNRWA afferma che il complesso della sede ha subito una serie di attacchi e che la vita del personale delle Nazioni Unite è in serio pericolo.
L’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi ha chiuso temporaneamente la sua sede di Gerusalemme Est dopo settimane di attacchi.
“Questa sera, residenti israeliani hanno appiccato due incendi al perimetro della sede dell’UNRWA a Gerusalemme Est occupata”, ha twittato il direttore dell’agenzia, Philippe Lazzarini, lamentando il fatto che si tratta del secondo attacco al complesso in pochi giorni.
“Un ammasso di persone accompagnato da uomini armati è stato visto all’esterno del complesso che scandiva ‘Bruciate le Nazioni Unite'”.
Il personale dell’UNRWA e di altre agenzie delle Nazioni Unite si trovava nel complesso, che dispone di stazioni di rifornimento di benzina e diesel per una flotta di auto dell’ONU.
“Sebbene non ci siano state vittime tra il nostro personale, l’incendio ha causato danni ingenti alle aree esterne”, ha detto Lazzarini, aggiungendo che il fuoco è stato spento dal personale dell’UNRWA.
L’attacco è avvenuto dopo due mesi in cui “gli estremisti israeliani hanno inscenato proteste all’esterno del complesso dell’UNRWA”, ha dichiarato. Una protesta di questa settimana “è diventata violenta quando i dimostranti hanno lanciato pietre contro il personale delle Nazioni Unite e contro gli edifici del complesso”.
Negli ultimi mesi, centinaia di coloni israeliani e attivisti di destra hanno protestato bloccando gli ingressi dell’agenzia ONU e chiedendone la chiusura.
I tentativi di incendio doloso di giovedì 9 maggio hanno segnato “uno sviluppo oltraggioso”, ha dichiarato Lazzarini. E ha aggiunto: “Ancora una volta, la vita del personale delle Nazioni Unite è stata messa in serio pericolo. Alla luce di questo secondo spaventoso incidente in meno di una settimana, ho deciso di chiudere il nostro complesso fino a quando non sarà ripristinata un’adeguata sicurezza”.
Il capo dell’UNRWA ha dichiarato: “Negli ultimi mesi, il personale delle Nazioni Unite è stato regolarmente sottoposto a molestie e intimidazioni. La nostra struttura è stata gravemente vandalizzata e danneggiata. In diverse occasioni, estremisti israeliani hanno minacciato il nostro staff con le armi”.
A marzo, Israele ha annunciato che non avrebbe più approvato i convogli alimentari dell’UNRWA verso il nord di Gaza, dove la minaccia di carestia è più alta. La decisione è arrivata dopo che l’agenzia era stata accusata dal governo di collaborare con Hamas a Gaza. Il suo personale ha dovuto affrontare una campagna sistematica di ostruzione e molestie da parte dell’esercito e delle autorità israeliane, come rivelato da documenti interni delle Nazioni Unite visionati dal Guardian.
Le accuse di Israele hanno indotto molti paesi donatori, tra cui il principale donatore, gli Stati Uniti, a sospendere bruscamente i finanziamenti all’agenzia, mettendo in pericolo i suoi sforzi per fornire gli aiuti disperatamente necessari a Gaza, anche se in seguito molti paesi hanno ripreso i pagamenti.
Un’inchiesta indipendente sull’UNRWA, guidata dall’ex ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, ha riscontrato alcune “questioni legate alla neutralità”, ma ha affermato che Israele non ha ancora fornito prove per le sue principali accuse.
Una valutazione dell’intelligence statunitense sulle accuse di Israele di partecipazione all’attacco del 7 ottobre da parte di membri del personale dell’agenzia umanitaria dell’ONU ha attribuito “scarsa credibilità” alla notizia che una manciata di membri del personale avrebbe preso parte all’attacco e non ha potuto confermare in modo indipendente la veridicità delle accuse.
Jonathan Fowler, l’addetto alle comunicazioni dell’UNRWA, ha dichiarato: “Fin dall’inizio della guerra, l’UNRWA è stata spesso vista come parte del problema, piuttosto che come parte della soluzione.
“Il nostro personale non può muoversi liberamente in Cisgiordania e non può raggiungere la nostra sede a Gerusalemme dalla Cisgiordania. Anche bambini di 12-13 anni lanciano pietre contro i nostri veicoli nelle strade. Mentre cercavamo di spegnere le fiamme, le persone che protestavano contro di noi lanciavano grosse pietre contro l’edificio.
“La polizia presente non ha fatto nulla per fermare tutto questo. Anzi, le parole rilasciate alla stampa dal vicesindaco di Gerusalemme continuano ad alimentare il fuoco”.
Aryeh King, vicesindaco di Gerusalemme e importante sostenitore degli insediamenti, negli ultimi mesi si è unito ai coloni nelle proteste contro la sede dell’UNRWA.
“È un onore essere responsabile della chiusura del centro del nemico nazista e antisemita all’interno di Gerusalemme”, ha dichiarato King giovedì 9 all’emittente pubblica israeliana Kan.
“Il nostro prossimo passo sarà quello di spostare le manifestazioni nel quartiere di French Hill e, infine, di assicurare l’espulsione dell’UNRWA dal quartiere di Qalandiya, in Cisgiordania”.
Giovedì 9 il ministero degli Esteri del Qatar ha condannato “con la massima fermezza l’attacco dei coloni israeliani alla sede dell’UNRWA”.
Il ministero ha criticato il “sistematico attacco israeliano all’UNRWA”, sostenendo che l’obiettivo di Israele è quello di “liquidare l’Agenzia e privare milioni di palestinesi dei suoi necessari servizi”.
L’UNRWA è stata fondata nel 1949, dopo la creazione dello stato di Israele e la successiva guerra, per fornire assistenza sanitaria, cibo e istruzione ai rifugiati palestinesi, con 5,9 milioni di persone che si affidano ai suoi servizi. Impiega circa 30.000 palestinesi, di cui 13.000 – soprattutto insegnanti – a Gaza.
I sostenitori della destra e i coloni hanno già tentato di bloccare l’ingresso a Gaza dei camion di aiuti dell’UNRWA al valico di frontiera di Nitzana.
Giovedì 9, manifestanti israeliani hanno bloccato una strada vicino alla città desertica di Mitzpe Ramon per protestare contro la consegna di camion di aiuti nella Striscia di Gaza. I manifestanti – che sostengono che gli aiuti stanno aiutando Hamas e vogliono bloccarne il passaggio fino alla liberazione di tutti gli ostaggi israeliani – hanno formato un sit-in di protesta spargendo pietre sulla strada per impedire il passaggio dei veicoli, creando un blocco del traffico. Un video da drone ha mostrato camion e altri veicoli in fila in un ingorgo su una strada tortuosa del deserto.
All’inizio della settimana, uno dei principali valichi utilizzati per consegnare gli aiuti umanitari a Gaza è stato chiuso dopo che un attacco missilistico rivendicato da Hamas ha ucciso tre soldati, ha dichiarato l’esercito israeliano, mentre un attacco di rappresaglia contro una casa a Rafah avrebbe ucciso almeno tre palestinesi.
L’esercito israeliano ha dichiarato che 10 proiettili sono stati lanciati da Rafah, nel sud di Gaza, verso l’area del valico di Kerem Shalom. Il valico è stato chiuso poco dopo, ma altri sono rimasti aperti.
Il braccio armato di Hamas ha dichiarato di aver lanciato razzi contro una base dell’esercito israeliano vicino al valico, ma non ha detto da dove li ha lanciati. I media di Hamas hanno citato una fonte vicina al gruppo per dire che l’obiettivo non era il valico commerciale. L’esercito israeliano ha dichiarato di ritenere che Hamas stesse prendendo di mira i soldati ammassati al confine con Gaza in preparazione di una possibile invasione di Rafah.
Più di un milione di palestinesi si sono rifugiati a Rafah, vicino al confine con l’Egitto. Israele ha promesso di entrare nella città meridionale di Gaza e di stanare le forze di Hamas, ma ha dovuto far fronte a crescenti pressioni per non aprire il fuoco, poiché l’operazione potrebbe far deragliare i fragili sforzi umanitari a Gaza e mettere in pericolo molte altre vite.
Lazzarini ha chiesto un’indagine indipendente sull’attacco al valico. Ha anche detto che questa settimana Israele gli ha negato l’ingresso a Gaza per la seconda volta.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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