L’ex primo ministro palestinese Salam Fayyad elogia l’attivismo nei campus universitari

Mag 2, 2024 | Notizie, Riflessioni

di Amina Wase,

The Stanford Daily, 1 maggio 2024. 

Fayyad ha espresso il suo sostegno all’attivismo pacifico degli studenti in un’intervista al Daily. (foto CAYDEN GU/The Stanford Daily)

Lunedì 29 aprile, l’ex Primo Ministro dell’Autorità Palestinese Salam Fayyad ha espresso il suo sostegno agli studenti attivisti, in una conversazione con Larry Diamond [docente alla Stanford University]. Fayyad ha condiviso il suo punto di vista sul futuro della guerra tra Israele e Gaza durante l’evento che è stato ospitato dal Freeman Spogli Institute for International Studies presso l’Encina Hall.

Proteste e accampamenti a favore della Palestina

Prima dell’evento pubblico, Fayyad ha dichiarato al Daily di ritenere efficace l’attivismo studentesco a Stanford, in particolare l’accampamento pro-Palestina recentemente istituito e il Sit-In di 120 giorni in White Plaza per fermare il genocidio.

Dalla sua recente visita agli accampamenti di Princeton e dalla breve esperienza a Stanford, Fayyad ha detto che si tratta di espressioni “normali” di studenti appassionati a rivendicazioni collettive per l’umanità.

“[Gli accampamenti che ho visto erano] in una parola, ordinati. In due parole, ordinati e pacifici. E in tre parole: ordinati, pacifici e normali”, ha detto Fayyad.

In mezzo a un’ondata nazionale di mobilitazione e di repressione amministrativa, Fayyad ha espresso la sua costernazione per il modo in cui gli studenti sono stati puniti. In tutto il paese sono stati effettuati più di 800 fermi, tra cui oltre 100 arresti, sospensioni e minacce di espulsione, solo alla Columbia University. 

“La gente pensa che sia divertente fare l’accampamento: io non la penso così”, ha detto Fayyad. “Gli studenti non lo fanno perché è divertente, lo fanno perché sentono il dovere di partecipare. E questa è una cosa che va rispettata e lodata, senza opporvi resistenza, senza minacciare gli studenti di essere sospesi”.

Fayyad ha definito l’accampamento di Stanford in White Plaza “ordinatissimo”. L’accampamento gestito dagli studenti chiede alla Stanford di tagliare i legami finanziari e le collaborazioni con le aziende affiliate a Israele.

“Questi studenti non sono d’intralcio a nessuno. Si stanno riunendo pacificamente… Se questo non può avvenire nei campus universitari dove può avvenire?”, ha detto Fayyad.

Durante l’evento pubblico, Fayyad ha denunciato chi interpreta gli slogan di protesta come antisemiti o come inviti alla violenza contro gli studenti ebrei. Ha detto che gli studenti con cui ha parlato hanno deprecato questa caratterizzazione.

“La giustezza della nostra causa è gravemente compromessa se è così che viene caratterizzata. Ci rifiutiamo di essere etichettati in questo modo”, ha riferito Fayyad.

Ha anche affermato che è importante comprendere il ruolo storico e lo sfondo dello slogan “dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”. Secondo Fayyad, lo slogan è emerso dopo la fondazione di Israele nel 1948 come uno stato dedicato all’autodeterminazione ebraica e alla maggioranza ebraica. Ha affermato che lo slogan rappresenta solo una delle narrazioni, mentre è anche ampiamente sostenuta una visione contrastante, secondo la quale l’intera terra appartiene a Israele.

“I più giovani hanno il senso di ciò che ritengono giusto e di ciò che pensano sia giusto”, ha dichiarato Fayyad al Daily.

Soluzione a due stati

Alla domanda di Diamond su quale fosse per lui la soluzione ideale nella disputa tra Israele e Palestina, che dura da 75 anni, Fayyad ha detto di essere a favore di una soluzione a due stati, a patto che “qualsiasi ricerca di questo esito… sia preceduta dal riconoscimento formale dei diritti [dei palestinesi] come popolo”.

Fayyad ha invocato la parità e un dialogo ricco dei necessari dettagli tra le parti in conflitto.

“Non l’oppressore, non l’oppresso, non il padrone, non lo schiavo”, ha detto Fayyad. “Siamo tutti membri della razza umana, abbiamo gli stessi sentimenti, abbiamo le stesse ansie, abbiamo le stesse pulsioni per ciò che vogliamo nella vita su questa terra”.

Secondo Fayyad, discutere sul futuro non può essere la priorità finché continua a esserci uno squilibrio nel riconoscimento dei diritti. Nella sua conversazione con Diamond, Fayyad ha sottolineato che Israele deve riconoscere immediatamente i diritti dei palestinesi e che questi ultimi devono assumersi l’iniziativa per la loro causa di liberazione.

“Ho spesso detto che c’è molto da piangere, soprattutto in questi giorni, come palestinesi. Ma questo da solo non ci darà la libertà che il nostro popolo merita, la libertà e la dignità per cui molti di noi sono morti e continuano a morire”, ha detto Fayyad. “Non credo che la nostra libertà debba essere data da Israele. È un nostro diritto inalienabile”.

Alla domanda sull’asimmetria dell’approccio di Israele alla soluzione dei due stati, Fayyad ha risposto che esistono forti differenze nel riconoscimento reciproco tra Palestina e Israele. Ha identificato uno di questi squilibri negli accordi di Oslo del 1993, in cui l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) ha riconosciuto il diritto di Israele ad esistere, mentre Israele ha solo riconosciuto l’OLP come legittimo rappresentante dei palestinesi.

Fayyad ha definito il “diritto di esistere” come collocato a un “ordine decisamente più elevato di riconoscimento” nelle relazioni internazionali rispetto al semplice “riconoscimento dell’esistenza di qualcosa”.

Dopo il riconoscimento dei diritti, Fayyad ha affermato di credere che il popolo palestinese possa impegnarsi in un dialogo produttivo, proponendo la sua statualità e sostenendo la sua liberazione.

Fayyad ha dichiarato di non avere ambizioni politiche legate all’Autorità Palestinese. Preferisce costruire il consenso piuttosto che imporre le sue opinioni agli altri, ha detto.

La guerra Israele-Gaza in corso

Fayyad ha affermato che gli obiettivi di Israele nella guerra in corso tra Israele e Gaza sono irraggiungibili, o almeno estremamente improbabili, dal momento che a più di sei mesi dall’inizio delle ostilità, Hamas continua a controllare Gaza.

Diverse persone del pubblico hanno chiesto il punto di vista di Fayyad sul ruolo di Hamas nei territori palestinesi, come riferito dal Direttore Associato di Ricerca del Centro per la Democrazia, lo Sviluppo e lo Stato di Diritto (CDDRL) Hesham Sallam.

“Hamas ha un’ideologia, è un movimento politico – e l’unico modo per competere con un’idea è con un’idea migliore”, ha detto Fayyad.

Ha poi affermato che non è realistico né fattibile escludere completamente Hamas dalla Palestina, considerando che gode di un sostegno politico tra i civili palestinesi.

Fayyad ha proposto di incorporare Hamas nell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), senza inclusione formale in altre forme di governo, finché non si svolgeranno le elezioni in Palestina. Per Fayyad, è responsabilità del popolo palestinese gestire efficacemente un pluralismo politico, che a suo avviso “è del tutto possibile”.

https://stanforddaily.com/2024/05/01/former-palestinian-prime-minister-salam-fayyad-commends-campus-activism/

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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