La dottrina Biden a Gaza: bombardare, affamare, ingannare

Mar 9, 2024 | Notizie, Riflessioni

di Aaron Maté,

substack.com/@mate, 8 marzo 2024. 

La Casa Bianca presenta una nuova trovata per salvare la faccia riguardo agli aiuti a Gaza, mentre nasconde i trasferimenti di armi statunitensi a Israele.

(Foto di Andrew Caballero-Reynolds / AFP via Getty Images)

Durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione, giovedì sera, il presidente Biden ha annunciato che l’esercito statunitense installerà un molo temporaneo al largo delle coste di Gaza per fornire aiuti d’emergenza all’enclave assediata, dove più di 2,2 milioni di palestinesi affrontano una crisi umanitaria che comprende anche la fame. Il molo, che richiederà settimane se non mesi per essere completato, sarà costruito dai soldati statunitensi.

Gli Stati Uniti, ha affermato Biden, “hanno guidato gli sforzi internazionali per ottenere più assistenza umanitaria a Gaza” e ritengono che “proteggere e salvare vite innocenti deve essere una priorità”.

In realtà, il progetto di emergenza mette in luce la vera priorità di Biden: per prolungare la furia di Israele a Gaza, gli Stati Uniti sono disposti persino a dispiegare i propri militari per salvare le relazioni pubbliche.

Con le critiche alla complicità di Biden su Gaza che si stanno moltiplicando all’interno del Partito Democratico, e che lo minacciano alle urne, questo molo è l’ultimo di una serie di gesti simbolici volti a fingere preoccupazione per i gazawi, fornendo al contempo un sostegno incondizionato al governo israeliano che li sta attaccando indiscriminatamente.

La Casa Bianca ha effettuato lanci aerei di cibo su Gaza che equivalgono a pochi camion di aiuti, rispetto alle migliaia di camion che Israele sta bloccando con il sostegno degli Stati Uniti. “Il cibo, l’acqua e le forniture mediche di cui la popolazione di Gaza ha un disperato bisogno sono fermi appena oltre il confine”, ha dichiarato venerdì Medici Senza Frontiere. “Israele deve facilitare il flusso di rifornimenti anziché bloccarlo”.

Anche i camion che possono entrare a Gaza non sono stati in grado di effettuare consegne sicure perché Israele ha attaccato le scorte della polizia di Hamas e le folle di civili disperati in fila per ricevere gli aiuti. Un lancio aereo ha addirittura ucciso cinque civili palestinesi e ne ha feriti altri perché il paracadute non si è aperto.

Il molo militare statunitense, ha affermato Biden, “consentirà un massiccio aumento della quantità di assistenza umanitaria che arriva a Gaza ogni giorno”. I suoi stessi collaboratori riconoscono che si tratta di uno stratagemma. Secondo il Washington Post, i funzionari dell’amministrazione ammettono sottovoce che “solo assicurando l’apertura di ulteriori valichi terrestri ci sarebbero abbastanza aiuti per prevenire la carestia”. E dato che il molo richiederà almeno 30 giorni per essere completato, ciò “[solleva] domande su come la carestia a Gaza sarà evitata nei critici giorni dinanzi a noi”, osserva il New York Times.

La Casa Bianca ha dato la risposta: piuttosto che costringere Israele ad aprire quei valichi di terra e prevenire la carestia, sta invece adottando la posizione israeliana secondo cui i valichi di terra possono essere usati come strumento di pressione contro Hamas, e affinché Israele possa controllare tutto ciò che entra. Nei colloqui per il cessate il fuoco, Israele ha chiesto ad Hamas di rilasciare gli ostaggi in cambio, nella migliore delle ipotesi, di una pausa del massacro di sei settimane.

Come ha dichiarato un funzionario statunitense al Post, tale accordo consentirebbe una “significativa ondata” di aiuti. La scelta delle parole è sorprendente: per mesi, i funzionari statunitensi hanno promesso di “aumentare” gli aiuti a Gaza. Il fatto che tale “aumento” sia ora esplicitamente condizionato sottolinea che quelle precedenti promesse erano una menzogna, e una cinica copertura per la reale politica di aiutare Israele a bloccare gli aiuti alla popolazione di Gaza.

In un discorso a Selma, in Alabama, che è stato ampiamente frainteso come un appello al cessate il fuoco, la vicepresidente Kamala Harris ha spiegato la posizione della Casa Bianca. “Data l’immensa portata delle sofferenze a Gaza, è necessario un cessate il fuoco immediato”, ha detto Harris alla folla, suscitando applausi scroscianti. Ma dopo una pausa, ha aggiunto una precisazione: “Almeno per le prossime sei settimane, che è quello che è attualmente sul tavolo”. L’onere, ha aggiunto, è interamente a carico di Hamas, che “deve accettare l’accordo”. Se lo farà, l’accordo “permetterà di liberare gli ostaggi e di far arrivare una quantità significativa di aiuti”. 

Il fatto stesso che la consegna di “una quantità significativa” di aiuti sia condizionata all’accettazione da parte di Hamas delle richieste israeliane sottolinea che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta usando tali aiuti come strumento di coercizione. Ciò contraddice direttamente l’affermazione di Biden, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, secondo cui tale assistenza non può essere “una merce di scambio”.

Mentre sostiene il blocco israeliano su Gaza, la Casa Bianca continua ad accelerare i trasferimenti di armi a Israele, nascondendoli ai cittadini che ne pagano il conto.

Secondo il Washington Post, gli Stati Uniti hanno effettuato più di 100 vendite di armi a Israele dal 7 ottobre. Solo due di questi trasferimenti sono stati resi pubblici – e in entrambi i casi la Casa Bianca ha invocato i poteri di emergenza per aggirare la revisione del Congresso.

Per evitare le comunicazioni obbligatorie al Congresso, l’amministrazione ha inviato le armi “in lotti più piccoli, al di sotto di una soglia di dollari che impone all’amministrazione di notificare il Congresso”, come riporta il Wall Street Journal, una procedura che fa parte di “una strategia più ampia in cui l’amministrazione Biden ha cercato di evitare il controllo del Congresso”. E le vendite sono ancora più numerose: secondo il Journal, gli Stati Uniti hanno “600 casi attivi di potenziali trasferimenti o vendite militari per un valore di oltre 23 miliardi di dollari tra gli Stati Uniti e Israele”.

“Non c’è nulla che Israele possa dire di non aver ottenuto”, ha osservato un ufficiale militare israeliano. “Israele ha ottenuto sostanzialmente ciò di cui aveva bisogno”. E Biden è impegnato a soddisfare le esigenze di Israele. A una domanda su quelli che lo criticano riguardo a Gaza, Biden ha risposto al New Yorker: “Penso che debbano concedere un po’ di tempo a questa faccenda”.

Biden si dedica a garantire più “tempo” agli omicidi di massa israeliani anche se ciò minaccia direttamente le sue possibilità di rielezione, come dimostrano gli oltre 140.000 voti “non impegnati” nelle primarie del Michigan e del Minnesota. 

Nel tentativo di salvare le sue possibilità in Michigan, la Casa Bianca ha schierato i suoi migliori collaboratori per incontrare gli elettori arabo-americani prima del voto. Secondo la registrazione di uno di questi incontri, il vicepresidente della Sicurezza Nazionale Jon Finer ha espresso il suo rammarico come segue: “Abbiamo lasciato un’impressione molto dannosa basata su quello che è stato un resoconto pubblico del tutto inadeguato di quanto il presidente, l’amministrazione e il Paese valutino la vita dei palestinesi”. Quindi, secondo la Casa Bianca, il problema non è che Biden stia aiutando Israele a sterminare le vite dei palestinesi, il problema è che gli elettori non sono consapevoli di quanto egli segretamente “valuta” le persone che sta aiutando a sterminare.

Finer ha poi dimostrato i limiti di questa valutazione. Sì, ha riconosciuto che i leader israeliani hanno paragonato “i residenti di Gaza ad animali”. Ma piuttosto che condannare questa retorica genocida e smettere di armare il governo che la pronuncia, la Casa Bianca non ha avuto altra scelta che continuare ad armarlo. “Perché vogliamo concentrarci sulla soluzione del problema e non impegnarci in un retorico botta e risposta con persone che, in molti casi, penso che tutti noi troviamo alquanto ripugnanti”, ha spiegato Finer, “non abbiamo indicato a sufficienza che rifiutavamo totalmente e non eravamo d’accordo con quel tipo di atteggiamenti”.

In effetti, sarebbe incongruente per l’amministrazione Biden rimproverare pubblicamente il governo israeliano mentre in privato si affretta a fornirgli armi per aiutare a sterminare gli “animali” di Gaza.

Questo spiega perché, a cinque mesi dall’inizio della campagna genocida di Israele, i gesti vuoti della Casa Bianca si sono estesi oltre le semplici parole vuote fino a costose e vuote acrobazie per mare e per aria.

https://www.aaronmate.net/p/the-biden-doctrine-in-gaza-bomb-starve?utm_source=substack&utm_medium=email

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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